La legge del Drago
Strani incontri
In un
mondo tranquillo, dove gli abitanti cercano di vivere le loro vite serenamente,
la pace è messa in pericolo da uno spietato demone e da continue voragini che
si spalancano nel terreno.
Queste
persone non sospettano nemmeno di vivere in un mondo costruito a partire dai
sogni e dai ricordi di altre persone, di essere loro stessi dei sogni, ma
vivono le loro vite esattamente come le loro controparti nel mondo reale. Solo
un gruppo di eroi, scelto dalla Dea, è in grado di viaggiare fra questi due
mondi a suo piacimento per affrontare i demoni e salvare i propri cari. Le loro
straordinarie imprese hanno permesso di richiudere le voragini e di far tornare
al loro posto luoghi quasi dimenticati, ormai leggende nel mondo reale, ma veri
e reali nel mondo dei sogni: Zenithya, il regno del
sovrano dei sogni; Encantya, la città della magia; il
castello del re Medoro, il famoso e generoso collezionista di minimedaglie che, munifico, elargisce ricompense a chiunque
lo aiuti a completare la sua raccolta; l’Abbazia Mutationis,
dove ognuno può trovare la sua vocazione e imparare i segreti di ogni
professione. Guerriero, lottatore, mago, sacerdote, ladro, mercante, ballerino,
domamostri, giullare sono le più comuni, ma, con l'esperienza
e la pazienza di imparare più vocazioni, anche attività come gladiatore,
maestro d’armi, paladino, saggio, esploratore, artista diventano accessibili
persino a chi non pensava di avere alcun talento. Quello che invece pochi sanno
è l'esistenza di alcune vocazioni speciali, ottenibili solo con alcuni
particolari criteri.
Questo è
il segreto che svelerà questa storia.
Il
ragazzo alzò lo sguardo, incantato dalla bellezza di quel luogo. Gli avevano
raccontato della magnificenza dell’Abbazia Mutationis,
ma vederla di persona era tutta un'altra cosa. Una forte emozione gli strinse
la gola, quasi commosso ricordando i racconti dei nonni, che avevano visto quel
luogo da giovani prima che svanisse inghiottito dalle forze dell'oscurità. Non
avrebbe mai pensato di poterlo vedere davvero, si era quasi convinto che quei
racconti fossero solo delle belle favole. Invece, quando la notizia della
ricomparsa della basilica era giunta anche al suo villaggio, non aveva resistito
alla tentazione di vederla e si era messo in viaggio. E ne era valsa la pena,
assolutamente. Gli dispiaceva solo che suo nonno non avesse potuto
accompagnarlo. Timoroso, salì i gradini lentamente. Cosa avrebbe trovato al suo
interno?
Il
portone era aperto, spalancato, come a voler invitare quanta più gente
possibile ad entrare. Il ragazzo non ebbe quasi il tempo di mettere un piede
all'interno della sala che rimase senza fiato: gli altissimi soffitti
sovrastavano la stanza più grande che il giovane avesse mai potuto vedere,
occupata per buona parte da tre enormi arcate che incorniciavano altrettante
scalinate, due che portavano verso il basso, una verso l'alto, dove un uomo
vestito con abiti insoliti sembrava essere in perenne attesa; sulla destra era
possibile notare numerosi scaffali di libri a cui si accalcavano persone prese
in quelle che sembravano essere importanti discussioni, e un banchetto occupato
da una suora dall'aria gentile, che pareva dare informazioni a chiunque le
richiedesse. Sulla sinistra invece c'era un piccolo altare, occupato da un
sacerdote e, ad un altro banchetto, una signora anziana, vestita con tipici
abiti da chiromante, lungo vestito viola e cappello a punta, davanti a una
sfera di cristallo. Un'enorme frenesia caratterizzava quel luogo pieno di
persone in continuo movimento. Il ragazzo si guardò intorno frastornato. Non
aveva la più pallida idea di dove cominciare la sua visita.
«Posso
aiutarti?»
Il
ragazzo si voltò spaventato. A rivolgergli la parola era stata proprio la suora
dietro al banchetto.
«Ehm, sì,
magari... vorrei sapere... cos'è che si fa qui. Cos'è questo posto, ecco.»
La donna
gli sorrise dolcemente: «L’Abbazia Mutationis
permette a chiunque lo desideri di assumere una vocazione a sua scelta. Se
vuoi, posso spiegarti le vocazioni disponibili qui.»
«Magari,
grazie.»
La suora
iniziò una lunga spiegazione su tutte le vocazioni esistenti, che se
inizialmente interessò il ragazzo, dopo un po' di tempo iniziò ad annoiarlo e
alla fine si ritrovò più confuso di prima. La donna, però, se ne accorse e
intenerita gli propose: «Se sei così indeciso potesti provare ad andare dalla
signora qui a fianco. È una donna di grande esperienza, ha visto così tante persone
nella sua lunga carriera che è in grado di stabilire solo guardandoti negli
occhi quale sia la vocazione più adatta a te. Ti conviene approfittarne, non è
un'occasione che capita tutti i giorni!»
Il
ragazzo sembrò risvegliarsi dal torpore e si diresse verso l'altro tavolo: «La
ringrazio!»
Il
giovane, ad essere sinceri, era un po' confuso da tutte queste storie sulle
vocazioni. Aveva solo capito che in quel luogo potevano insegnargli cose che
non avrebbe appreso altrove, e sperava di trovare un modo per aiutare la sua
famiglia e, chissà, magari scoprire qualcosa di interessante!
Si
avvicinò al banchetto, un po' insicuro: la donna gli trasmetteva una sensazione
di timore reverenziale; aveva degli occhi così vividi che sembrava fossero in
grado di leggergli direttamente l'anima. Il ragazzo strinse con forza la
tracolla della borsa violetta che aveva con sé, deglutendo. Forse doveva
tornarsene a casa: in fondo, la curiosità se l'era tolta, aveva visto
l'Abbazia, che altro doveva fare lì?
Fece per
girare i tacchi e uscire dall’edificio, quando una voce innaturalmente acuta e
gracchiante lo richiamò: «Giovanotto, dove stai andando? Il mio banco ora è
libero, sto aspettando proprio te! Perché non ti avvicini? Eppure sento che il
tuo cuore freme per ascoltare le mie parole.»
Il
ragazzo si immobilizzò sul posto, colto di sorpresa. Se da una parte gli era
sembrato stupido avere paura di quella donna, ora invece gli sembrava
perfettamente sensato. Ma forse non ce l'aveva con lui, in fondo quel posto era
pieno di gente...
La
vecchia insistette: «Sì, parlo con te, ragazzo vestito di verde!»
Trasalì.
No, invece ce l'aveva proprio con lui, era l'unico là dentro con maglia e
pantaloni verdi. Si voltò lentamente e rispose con voce innaturalmente acuta:
«Pensavo fosse stanca, e volevo farla riposare...»
La donna
ridacchiò, e al ragazzo sembrò proprio una di quelle vecchie streghe delle
favole: «Alla mia età, ragazzo, ci si riposa direttamente nella tomba! Allora,
fammi indovinare... sei qui perché vuoi sapere quale sia la vocazione più
adatta a te?»
Il
giovane sbarrò gli occhi: «E lei come fa a saperlo?»
La
vecchia ridacchiò di nuovo: «Potrei dirti che l'ho visto qui, nella mia sfera
di cristallo... ma la verità è che ti ho visto aggirarti confuso qui intorno,
poi parlare con la suora e avvicinarti per un attimo al mio banchetto prima di
andartene... ho solo fatto due più due.»
Il
ragazzo si guardò i piedi imbarazzato: «Ah, capisco...»
«Ma non
siamo qui per parlare di me... parliamo di te, piuttosto! Qual è il tuo nome,
ragazzo dagli abiti verdi?»
«Jared,
mi chiamo Jared.»
«Bene,
Jared, guardami fisso negli occhi, così che io possa vedere la tua anima...»
Il
ragazzo deglutì rumorosamente: «Anche se si ferma un pochino prima mi va bene
lo stesso...»
La donna
si limitò a sorridere, ma non socchiuse neanche per un momento le palpebre, i
suoi occhi ben fissi nelle pupille nere del ragazzo. L'espressione del volto
della vecchia si fece dapprima curiosa, poi interessata, infine seria. Quando
chiuse gli occhi, sembrò che il peso del mondo intero le fosse ricaduto sulle
spalle.
Jared si
preoccupò: «Non si sente bene? Vuole che vada a chiamare aiuto?»
La
vecchia scosse la testa: «No, ragazzo no. È solo... solo che era tanto tempo
che non vedevo nulla di simile...»
Il
giovane iniziò preoccuparsi, ma la donna continuò: «Dentro di te ho visto la
predisposizione perfetta per una vocazione antica quanto complessa e potente.
Ma ormai è andata perduta, e anche volendo dirti di seguire il tuo destino non
potrei dartene i mezzi. Se solo me ne fosse rimasta ancora una...»
Jared la
guardò perplesso: forse non si era sbagliato, forse era davvero solo una vecchia
pazza.
«E
cos'avrebbe visto di così... particolare?»
La
vecchia sembrò agitarsi: «No, non te lo dirò. Non mi crederesti, e anche se lo
facessi rischieresti di metterti nei guai. No, non voglio avere un altro
ragazzo sulla coscienza. Per favore, vai, l'Abbazia non ha nulla da offrirti,
purtroppo.»
Jared non
sapeva davvero che cosa dirle, ma in fondo andava bene così. Era meglio che
tornasse a casa, i nonni avevano bisogno di lui. Si voltò e si avviò verso
l'uscita, ma la vecchia lo richiamò un'ultima volta: «FERMO! Fermati ancora un
momento, Jared!»
Il
ragazzo si fermò sospirando: «Abbia pazienza, ma io adesso devo davvero andare,
mi stanno aspettando a casa...»
«Cos'è
quello che ti spunta dalla borsa?»
Jared
prese la sua tracolla e notò che un pezzo di carta ne era uscito parzialmente:
«Questo? In realtà non ho ben capito neanche io...»
Dalla
tracolla violacea fece uscire quella che aveva l'aria di essere un'antica
pergamena arrotolata, un po' rovinata dal tempo, e la porse alla vecchia: «Me
l’ha data mio nonno prima di partire, mi ha detto che forse qui poteva essermi
utile, ma non mi ha voluto dire perché, né a cosa servisse...»
La donna
la srotolò, ammirando le antiche parole vergate con inchiostro rovinato, e
soprattutto l'antico sigillo in ceralacca verde.
«Una Pazienza del Drago... non credevo che ne
avrei mai più vista una...»
Jared la
guardò perplesso: «Una che?»
La
vecchia alzò lo sguardo e il ragazzo rimase sorpreso nel vedere i suoi occhi
improvvisamente lucidi: «Deve essere un segno. Un segno del destino, non vedo
altra spiegazione... vai, sali quelle scale e parla al sacerdote stringendo in
mano questa pergamena.»
«E poi?»
«Poi
potrai ottenere la vocazione che ti è destinata, quella di Drago.»
Jared
alzò un sopracciglio: «Drago? Non
ricordo di averla sentita dalla suora...»
«Solo
perché è estremamente rara, per poterla ottenere è necessario questo documento,
chiamato Pazienza del Drago. Credevo che fossero andati tutti distrutti quando
l’Abbazia è precipitata nella voragine e che quindi per te non ci fossero
speranze... invece...»
«E in
cosa consiste la vocazione di... Drago?»
«Ti
permetterà di essere il punto d'incontro fra gli esseri umani e quelle creature
che il mondo troppo semplicemente classifica come mostri.»
Jared
scosse la testa: «Io non voglio essere un mostro!»
«E non lo
sarai, se non lo vorrai essere. Ma ti permetterà di proteggere le persone che
ami in un modo completamente nuovo, irripetibile, inimitabile.»
Jared
rimase con la pergamena in mano, pensieroso. Per quanto la ragione gli dicesse
che tutta quella storia era solo un'enorme sciocchezza, qualcosa, nel profondo
della sua anima, gli stava impedendo di girare i tacchi e tornarsene a casa.
«Se... se
non mi piace posso sempre tornare indietro, vero?»
La
vecchia annuì: «Certo, ti basterà tornare dal sacerdote e in qualunque momento
quello che hai fatto potrà essere annullato. Però ti avverto, questa vocazione
è diversa dalle altre: ci vorrà molto tempo e molta, molta pazienza prima che
tu possa apprenderne appieno i segreti, molto più che per le altre vocazioni.»
Jared
alzò le spalle: «Non ho mai avuto fretta...»
La donna
gli sorrise: «Bene, allora cosa stai aspettando? Va’ incontro al tuo destino!»
Il
ragazzo fece una smorfia: «D'accordo, vado, ma se posso permettermi un
consiglio... usi un linguaggio meno ansiogeno con i suoi futuri clienti!»
La
vecchia si limitò a sorridere e il giovane si ritrovò a salire le scale verso
l'uomo vestito con quegli strani abiti che avevano attirato la sua attenzione
fin da subito.
Il
sacerdote, nel vederlo, allargò le braccia per accoglierlo: «Benvenuto
all'Abbazia Mutationis, giovane.»
Jared lo
guardò perplesso: «Ehm... grazie...»
L'uomo
continuò: «Questa abbazia è un luogo di meditazione, un'oasi su cui riflettere
sui propri destini e vocazioni. Qualcuno di voi desidera cambiare vocazione?»
Jared era
sempre più attonito: «Voi chi? Sono
da solo...»
«Oh,
perdonami giovane, sono abituato a gruppi numerosi, ormai vado in
automatico...»
Il
ragazzo lo fissò attonito: «Capisco...»
«Ma questo
non cambia il senso della mia domanda: desideri cambiare vocazione?»
Jared
aveva un'aria poco convinta: «Sì, penso...»
«Pensi o sei sicuro? Questa non è una
scelta da sottovalutare!»
«No!
Cioè, sì, sono sicuro!»
«E quale
vocazione desideri assumere?»
Il
ragazzo porse la pergamena, che il sacerdote lesse con molta attenzione,
apparentemente impassibile.
«Drago,
sì?»
«Eh sì,
direi proprio di sì...»
L'uomo
alzò gli occhi e impose le mani sulla testa del ragazzo: «Molto bene. Allora...
scusa, come hai detto di chiamarti?»
Il
giovane si limitò ad alzare gli occhi al cielo, rassegnato alle stranezze del
luogo: «Jared.»
«Allora,
Jared, chiudi gli occhi e visualizza il mestiere di Drago nella tua mente.»
Il
ragazzo obbedì, ma non riuscì a togliersi dalla faccia quell'espressione
perplessa che non lo aveva più abbandonato da quando aveva parlato con la
vecchia. Ma si poteva considerare “Drago” come un mestiere? E che cosa
intendeva con “visualizzare il mestiere
nella mente”?
Il
sacerdote, intanto, aveva appoggiato la pergamena sulla testa di Jared e
rivolse lo sguardo verso il cielo.
«Oh, Dea
buona e onnipotente... ti preghiamo di condurre Jared verso una nuova
vocazione!»
Mentre
una musica di organo proveniente da chissà dove sottolineava la solennità del
momento, con grande sorpresa del ragazzo il documento improvvisamente scomparve
dalla sua testa.
L'uomo
abbassò le mani, con solennità: «Ora Jared seguirà il mestiere di Drago. Che
possa addestrarsi con diligenza e trovare grandi soddisfazioni in questa nuova vocazione.»
Il
ragazzo riaprì gli occhi e l'uomo lo congedò: «Uhm... allora, tutto a posto?
Molto bene. Allora andate, giovani.»
Jared
sospirò rassegnato: «Continuo ad essere da solo... ma va bene, arrivederci!»
Sempre
poco convinto, il giovane discese le scale, al termine delle quali la vecchia
lo stava attendendo.
«E
dunque?»
«Ho fatto
come mi ha detto, ma non mi sento molto diverso da prima...»
La donna
ridacchiò: «Oh, te ne accorgerai, te ne accorgerai eccome... scoprirai le prime
differenze non appena avrai l'occasione di affrontare un combattimento. E
ricordati: battendo nemici deboli non si ottiene esperienza. Bisogna impegnarsi
per fare progressi!»
«Se lo
dice lei... ma mi può ancora togliere una curiosità? L'organista nascosto
dietro le tende è proprio necessario? D'accordo, farà anche atmosfera però...»
La
risposta fu una risata di gusto: «Lo sapevo, hai davvero tutte le potenzialità
per essere un ottimo Drago! Vedi ciò che gli altri non notano...»
Jared
alzò un sopracciglio: «Vuole forse dirmi che in tanto tempo nessuno ha mai
notato l'organista là dietro?»
«La gente
nota solo quel che vuol vedere... e tu vuoi vedere la verità.»
«Ok...»
La
vecchia gli diede una pacca sulle spalle, con una forza inaspettata: «E quando
avrai raggiunto il massimo livello come Drago, ricordati di tornare da me.
Terrò in serbo una bella sorpresa, se te ne mostrerai degno. Ora vai e dai il
tuo meglio.»
Jared si
avviò per il corridoio ancora più confuso di com'era entrato. Era stata una
giornata pesante e confusionaria, forse era giunto davvero il momento di
tornare a casa.
«Ehi,
tu!»
Sospirò.
Aveva evidentemente parlato troppo presto.
Alle sue
spalle era arrivato un ragazzo molto ben piantato, dai capelli biondi e gli
abiti un po' da attaccabrighe, che stonavano incredibilmente con i suoi occhi
profondi e il suo sorriso gentile.
«Scusami,
ma non ho potuto non assistere alla tua vocazione. E così, tu saresti un Drago,
vero?»
Jared
fece un mezzo sorriso imbarazzato: «Così pare...»
Il
ragazzo gli allungò una mano: «È un onore per me conoscere un vero Drago! Il
mio nome è Jan, e ho appena ottenuto la vocazione di
Guerriero.»
Il
giovane ricambiò il gesto cordiale: «Io mi chiamo Jared.»
Jan lo
invitò a seguirlo al piano inferiore, dove erano presenti alcuni negozi e una
locanda nella quale alcuni avventori riposavano dalle loro fatiche. Jared,
però, venne condotto ai tavoli di un bar, e precisamente a quello dove erano
sedute due belle signorine. La prima aveva uno sguardo severo e dei lunghi
capelli rossi legati in una coda di cavallo; la seconda aveva un'aria
decisamente più gentile e bonacciona, e a Jared piacquero subito le piccole
treccine bionde che ornavano la sua capigliatura.
Jan fece le
presentazioni: «Ti presento Mako, neo Maga, e Conny,
neo Sacerdotessa. Ragazze, lui è Jared, ed è un Drago.»
Mako alzò un
sopracciglio, perplessa: «Nel senso che è molto bravo?»
Jan rise:
«Nel senso letterale! Ha appena ottenuto la vocazione di Drago.»
Conny
sorrise, con un sorriso che Jared trovò molto bello: «Non sapevo nemmeno che
esistesse!»
«Nemmeno
io, fino a stamattina...»
Jared si
accomodò al tavolo, gli venne versato da bere e poi Jan
si decise a spiegargli perché lo avesse condotto lì: «Hai sentito parlare
qualche volta dei misteriosi eroi che di tanto in tanto salvano qualche villaggio
in giro per il mondo?»
«Sì,
certo, bisognerebbe vivere con i tappi nelle orecchie per non averlo
sentito...»
«Oggi
sono venuto qui per realizzare un sogno: vorrei poterli aiutare nella loro
missione. Insomma, pensaci un attimo: saranno bravi, sì, ma non possono essere
ovunque contemporaneamente! Penso proprio che una mano sarebbe comoda persino a
loro! Così oggi sono venuto all'Abbazia Mutationis
per radunare una squadra. Io sono un Guerriero, e abbiamo già una Maga e una
Sacerdotessa. Stavo giusto scervellandomi per capire cosa potesse mancare a una
squadra del genere, quando ho assistito alla tua cerimonia. Ti andrebbe di
unirti a noi, Jared?»
Il
ragazzo rimase spiazzato dalla proposta: «Non saprei... mi sembra che siate
simpatici e mi piacerebbe molto poter esplorare il mondo, ma i miei nonni mi
aspettano a casa... non posso sparire così...»
Mako sbuffò
annoiata, ma Conny propose gentilmente: «E allora perché non andiamo a chiedere
loro il permesso?»
Jared la
guardò perplesso, ma prima che potesse dire qualunque cosa Jan
si era alzato e aveva sbattuto le mani: «Bene, allora è deciso! Jared, verremo
con te, accompagnaci a casa tua!»
Il
ragazzo si limitò a sospirare. Cos’altro poteva capitargli in una giornata del
genere?
Ciao a tutti!
È da quasi un anno che questa povera storia attende una
pubblicazione, e direi che è giunto il momento. Come avete potuto notare, i
personaggi sono completamente originali, e così lo è anche la trama. Mi sono
ispirata esclusivamente a una delle ultime vocazioni sbloccabili nel gioco Dragon Quest VI -
Nel regno dei sogni. A differenza delle altre vocazioni, che riguardano
bene o male mestieri umani, la vocazione Drago si riferisce a un mostro, ma è
acquisibile da un essere umano. Mi sono chiesta quali potessero essere le
conseguenze pratiche di questa vocazione, ed ecco qua questa storia!
Nel prossimo capitolo conosceremo la famiglia di Jared e
capiremo se questo neo drago è davvero pronto a gettarsi all’avventura!
Alla prossima!
CIAO!!!
Hinata 92