What is your name?

di Cara93
(/viewuser.php?uid=905809)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


La bellissima donna bruna si avviò verso l'uomo in smoking che la stava aspettando.
-Bel lavoro, Charlotte- disse lui.
-Ah ah, sbagliato- sorrise lei.
-Mi arrendo-
Lei scosse il capo, lo sguardo scanzonato, il sorriso di chi sa di aver vinto.
-Di già?- lo provocò. Lui resistette alla tentazione di ribattere, orgoglioso com'era. Ma lei gli mancava e sapeva che se quel gioco fosse durato ancora a lungo sarebbe impazzito. O ricaduto nella più completa disperazione. La tentazione di prolungare la sfida, ritoccare il fondo, come già gli era successo quando lei era fuggita "in cerca di se stessa" e scoprire se l'avrebbe soccorso di nuovo o lasciato travolgere dall'alcol era forte. Non lo fece. Lei era lì, stava giocando con lui, non poteva rischiare di allontanarla. Ancora.
-Quando ti deciderai a dirmi il tuo vero nome?-
-Quando ne sarai degno- si fece subito seria. I due si guardarono intensamente, l'atmosfera perfetta per un bacio. Che non avvenne.
-E se non lo fossi mai?- chiese lui, amareggiato.
-Nel frattempo, indovina- altro sorriso languido.
La bellissima donna senza nome se ne andò, provocante come solo lei sapeva essere. No, non era senza nome. In realtà ne aveva troppi: Sophie Devereaux, Annie Croy, Suor Magda, Jenny e mille altri ancora. Ma lei era solo una. Enigmatica come una sfinge, sensuale quanto la seta morbida sulla pelle.
La sfida era cominciata così, in un sussurro.
-Da quanto stiamo insieme, Nathan?-
-Ehm, non saprei dirlo con esattezza. Tu sei sempre stata parte di me-
Lei lo aveva guardato, uno sguardo dolce, meraviglioso.
-Da quasi tre anni. Sai, Nathan, direi che è ora che tu mi chiami per nome-
-Non credo sia il caso...non credi che dopo così tanto tempo sarebbe strano per...-
Lei l'aveva intuito dallo sguardo colpevole di lui.
-Non lo ricordi, vero?- chiese fredda.
-Sophie...-
-No, Nathan. Non ora- ed era sparita. Un mese dopo era ritornata, più sensuale di prima, più bella di quanto lo fosse stata. Un mese d'inferno. Il suo ritorno aveva riportato la luce nell' esistenza, ormai, noiosa di Nathan Ford. Si era appoggiata al bancone della cucina e lo aveva fissato intensamente.
-Indovina-
-Come?-
-Quando e se indovinerai il mio nome, tornerò da te. Fino ad allora, saremo solo...partner di lavoro- sorrise. Quel sorriso speciale che accendeva in lui quell'istinto competitivo che lo contraddistingueva.
-Preparati, mia cara-




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3507300