Emily. Emily. [15 maggio 1886]

di Fed
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      Aveva due occhi grandi grandi e due mani piccole piccole.
Si muoveva con grazia lungo un sentiero buio buio, piangendo lacrime salat i ss ime.

Un giorno andò a trovare la Notte, stringendo al petto i propri ricordi più cari per non farseli rubare dai folletti.
Attraversò una foresta immensa in tre ore e navigò su una pozzanghera per tre mesi, mentre i venti le legavano i capelli alle più tristi tempeste. Batteva le palpebre ad ogni terzo battito del proprio cuore.
Tum Tum Tum. Chiudeva gli occhi.
Tum Tum Tum. Chiudeva gli occhi.
Arrivò dalla Notte il giorno dopo, con le ginocchia appesantite dai rovi raccolti lungo la strada ed una scia di rose rosse a delimitare il suo sentiero.
 
«Good morning – Midnight.» sussurrò nel vento più volte, finché la Notte non si voltò a guardarla. Si scambiarono un silenzio attonito ed un gufo regalò loro un dolcissimo pentagramma vuoto.
 
La Notte sorrise. Cattiva.
«Il giorno si è stancato di te.» Cattiva. «Emily. Emily.»
 
Scappò, tenendosi il vestito. Si svegliò da sola, nella sua stanza. Sola.
Il rumore della propria caduta prese a rincorrerla. Per anni. Anni. Anni.
 
 

      Aveva due occhi grandi grandi e due mani piccole piccole.
Scriveva poesie per il giorno azzurro azzurro, ma ad accoglierla c’era solo un tramonto ross i ss imo.

Un giorno andò a trovare la Morte, camminando veloce per non perdere il filo dei sui pensieri. I folletti le rubarono la luce.
Attraversò un lago enorme in due ore e scavalcò un cespuglio in due mesi, mentre la pioggia le picchiettava sulla fronte il suo più ardito stupore. Batteva le palpebre ogni due passi.
Tap Tap. Chiudeva gli occhi.
Tap Tap. Chiudeva gli occhi.
Arrivò dalla Morte il giorno stesso, con la schiena curvata dal peso dell’aria ed una scia di ciclamini rossi lungo il sentiero.
 
«I hav’nt told my garden yet.» sussurrò al buio più volte,  finché la Morte non si voltò a guardarla. Si scambiarono uno sguardo triste ed un bodhisattva regalò loro un dolcissimo profumo di loto.
 
La Morte sospirò. Triste.
«Chi saprà dell’Enigma?» Triste. «Emily. Emily.»
 
Se ne andò senza salutare. Si risvegliò da sola, nella sua stanza. Sola.
Il silenzio dell’attesa prese a tormentarla. Per anni. Anni. Anni.
 
 

      Aveva due occhi grandi grandi e due mani piccole piccole.
Viveva in una stanza bianca bianca e viaggiava tutti i giorni lungo sogni cort i ss imi.

Un giorno andò a trovare il Mare, canticchiando tra sé per non far udire ai folletti i battiti del proprio cuore.
Non attraversò che un cielo, mentre i secondi le indicavano la via da seguire scivolandole sulla punta delle dita. Batteva le palpebre quando espirava.
Fiù. Chiudeva gli occhi.
Fiù. Chiudeva gli occhi.
Arrivò dal Mare il giorno prima, con il respiro accelerato dall’ansia ed una scia di crisantemi rossi a ricordarle il sentiero.
 
«The Sea said “Come” to the Broke.» sussurrò nella brina più volte,  finché il Mare non si voltò a guardarla. Si scambiarono un’altalena di gesti ed una farfalla regalò loro un dolcissimo uragano dall’altra parte del mondo.
 
Il Mare urlò. Adirato.
«È tardi, ormai!» Adirato. «Emily. Emily.»
 
Tornò a casa senza volerlo. Si svegliò nuovamente da sola, nella sua stanza. Sola.
Il graffiare di una penna cominciò a farle compagnia. Per anni. Anni. Anni.
 
 
 
 
Un giorno, la Morte si portò via i suoi occhi grandi grandi e la Notte sbiancò le sue mani piccole piccole .
Un Mare di parole in otto grafemi otto le chiese «Chi sei tu?»
Quindici lacrime a te, ed una rosa di maggio
ora che sei viva, oh Emily, Emily.
 
 
 
 
 
 
"[…]
And They – appointed Creatures –
In Authorized Arrays –
Due – promptly – as a Drama –
That bows – and disappears –"
Emily Dickinson




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