One hundred moments for a frog and a rabbit

di Emmy_Cr_
(/viewuser.php?uid=150026)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


1
God, you always make me blush so damn much...
 
Francis Bonnefoy non si riteneva un genio. 
Si riteneva un esteta. 
E da che mondo e mondo gli esteti avevano sempre quella tendenza ad osservare tutto con un opracciglio elegantemente inarcato e l'espessione corrucciata di chi sta vedendo un abominio. 
Come in quel preciso momento. 
- Lapin, mon amour, che stai facendo con quella roba? 
Alice Kirkland, invece, si era sempre ritenuta una lady. 
Una vera lady. 
Di quelle che prendono il tea alle cinque spaccate, e mai uno sgarro era pervenuto a questa abitudine.
Di quelle che non arrossivano mai, perchè arrossire non era un comportamento da signorina ben educata, capace di tenere per sè le emozioni. 
Di quelle che non alzano mai la voce nè, soprattutto, le mani. 
Ma sapeva perfettamente che, alla presenza di Francis, queste caratteristiche avevano la capacità di sfumare come neve al sole. 
Non era certo la prima volta quella rana le faceva perdere la pazienza, oh no. 
C'era stata quella volta in cui il signorino, ben consapevole della sua avversione al sudore e, più in generale, a tutto ciò che aveva a che fare col tetro mondo dell'attività fisica, l'aveva rapita e costretta a corrergli dietro per sette chilometri sotto il sole cocente.
Certo, lei avrebbe potuto benissimo fermarsi e aspettare che lui finisse la sua attività e poi tornasse a prenderla però.. però era stato bello vederlo sorridere e passare del tempo con lui.
O quella volta in cui l'aveva infilata a forza in un bikini che poco lasciava all'immaginazione, e l'aveva trascinata sul caldo sole della Costa Azzurra. 
Quel giorno avevano fatto molte cose che Alice avrebbe considerato non da vera lady. 
Prima fra tutte, avevano fatto l'amore in acqua, al largo, nascosti dagli scogli. 
Arrossì furiosamente tornando in sè. 
 
Alzò il viso, incrociando gli occhi indaco del suo interlocutore. 
- Non è ovvio?
Francis guardò con apprensione la carta da pacco stracciata e palesemente troppo piccola per poter contenere tutta la scatola. 
- Ehm.. sei sicura che si faccia così? 
Alice arricciò il nasino, ironicamente alla francese, e sbuffò via dal viso alcune ciocche sfuggite ai lacci dei codini. 
- Ovvio! Non è che perchè sono ingl-.. AHI! 
 
Si portò il dito davanti agli occhi e lo osservò critica. 
 
- Fammi vedere, avanti. 
Il francese tese la mano. 
L'inglese avvampò e si ritrasse. 
- P-perchè?! No! 
Sorrise, Francis.
Adorava quel suo ritrarsi, adorava quando lei dava il via all'inseguimento. 
- Dai, voglio solamente guardare se è profondo. 
- È un taglio con la carta! Non è grave! 
Sorrise di nuovo, le prese il polso e la attirò a sè. 
- No, ma se si infetta? 
- Se si infetta allora si gonfierà.. 
 
Quel suo sorriso così francese l'avrebbe mandata fuori di testa prima o poi. 
Sbuffò e gli concesse il dito che prontamente venne portato alle labbra. 
Divenne ancora più rossa. 
Con un sorriso predatore, Francis, potè giurare di aver sentito del calore provenire dal suo viso.
La bocca passò presto dal dito al braccio. 
- F-Francis, il taglio sta bene. 
Lo disse un po' stizzita, messa all'angolo dal respiro dell'altro sul braccio ancora coperto dalla manica della camicetta. 
- Oui? 
- Sì. 
Ridacchiando la attirò di più contro il suo petto e la baciò. 
- E tu stai bene? 
Alice abbassò gli occhi verdissimi e sbuffò.
- Sto bene, sto bene, pensa piuttosto tu a fare quel pacchetto. 
Sorrise ancora. 
 - Non ti riesce? 
- No, sono troppo brava per perdere tempo con una sciocchezza del genere. Tzè. 
 
Francis sorrise e la lasciò andare, scuotendo la testa. 
Non sarebbe mai cambiata, mai. Ed era un bene, perchè non l'avrebbe amata così tanto se la sua lapin fosse stata anche di un minimo differente. 
Sobbalzò quando la voce acuta della sua ragazza lo raggiunse, di colpo, dal salotto. 
- E vedi di piantarla di farmi arrossire! Non è per niente divertente. 
Rise felice, portandosi una ciocca dietro l'orecchio. 
 
Dio, la amava così tanto. 
 
 
Salve a tutti!! 
Grazie per essere giunti fin qui! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! 
Presto in arrivo tutto il resto della raccolta!! 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3513348