Silenzio.
Sei solo in questo umido buio.
Vorresti chiudere gli occhi, lasciare da parte la coscienza e cadere
come una supernova, abbatterti nel vuoto, ma non puoi.
Qualcosa ti incatena qua, in questo luogo, malinconica foresta dove i
rami sono lapidi, mausolei e radici di croci, catene di sorrisi assenti
e occhi vacui.
Dormi su un soffitto lacerato, ricercando con lo sguardo bagliori di
cieli sereni.
Vorresti gridare, fuggire, ma non ti è permesso.
Sei stato vittima, ora sei carceriere della cenere che
gratta le porte del cielo.
Il sangue ti scorre ancora nelle vene, ma ora puoi farne a meno,
rinunciare a quel vincolo che ti teneva ancorato a questo marmo che ora
baci.
Quello stesso vincolo che ti ha condannato, e poi dimenticato.
Ami ancora chi ti ha tradito, esiliato tra linee di polvere, lo ami di
un amore distorto, frammentato-
Un amore che sulle labbra sa di lacrime, come gocce di resina da un
pino.
Un amore irrazionale, insensato, ma che vive ancora.
Vorresti dimenticarla, forse lei ha già fatto lo stesso con
te, ti ha messo da parte.
E quindi perchè non riesci a lasciar andare la sua ombra via
da te?
Non lo ricordi, attendi solo che il vento dia libertà alle
tue ali stanche, abbandonate dietro di te.
Non hai più forma e la tua essenza adesso è
oltre, dietro un cuore di luna dorata, e una cortina di pioggia come
velo.
La tua anima ora è sospesa, mentre la ragione vuole
strapparsi da dosso le catene.
Senti solo la tua anima che grida, disperata, bloccata tra la vita e la
morte,
nell'inconsistenza.
Non hai un luogo a cui tornare mio angelo, resti come un silenzioso
guardiano qui, a contemplare un rimpianto gelato dall'incuria umana,
mentre dalle tue labbra chiuse esce un frammentato Requiem, sconfitto
dalle tue stesse ambizioni.
Giaci, piccolo angelo, contempla come un satellite addormentato la
rovina di un mondo, la cui decadenza è più celere
dello sfiorire di una rosa.
(329 parole)
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Author's corner:
Dopo quasi quattro mesi sono tornata a scrivere.
Questo piccolo testo, ispiratomi dall'omonima statua L'Angelo del
dolore, è stato scritto per la Untranslatable Challenge, il
prompt è Saudade,
una parola portoghese che indica un sentimento di nostalgico rimpianto,
di gusto romantico della solitudine, accompagnat0 da un intenso
desiderio di qualcosa di assente.
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