Ogni respiro di più.

di Lady_Sticklethwait
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                                                                  Capitolo 6
 


 

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano 
-Paolo Coelho

 


Penelope era rimasta inorridita e basita dal comportamento di quel giovane. Dopo aver fatto a botte davanti a tutta la società londinese – tutta perché era sicura che, ben presto, uno scandalo del genere sarebbe arrivato persino alle orecchie della povera genere -, lei si era quantomeno aspettata che egli aiutasse l'avversario a rialzarsi in piedi.
Ed invece no.
Il gentiluomo, con un sorriso beffardo e noncurante del fatto che tutte le donne non lo stavano di certo biasimando, aveva indossato la giacca, fatto un inchino da vero e proprio mascalzone ed ora si stava facendo largo tra i pochi presenti per andarsene indenne dal luogo del delitto.
Penelope, d’altra parte, non aveva mai assistito ad uno spettacolo del genere e si accorse solo pochi minuti dopo di essere ancora immobile a pochi metri di distanza dalla folla, con la bocca letteralmente spalancata.
Penelope chiuse la bocca e guardò l’uomo.
Christoper portò i suoi occhi annoiati sulla sua figura.
E non ci fu limite alla tragedia.
Nel momento stesso in cui Penelope riconobbe la fattura pregiata di quegli abiti, la figura alta, slanciata, muscolosa ed incredibilmente attraente, si girò con determinazione e procedette dalla parte opposta con passo affrettato.
Mio Dio, ti prego, fa che non sia lui…
«Signorina»
Ecco, lo sapevo.
«Signorina» ripeté l'uomo con più determinazione, e Penelope ebbe dolorosamente conferma dell'identità dell'uomo.
Affrettò il passo e non si guardò indietro.
«Signorina, aspetti» disse l'uomo con voce imperiosa, iniziando a rincorrerle dietro.
Per sfortuna di Penelope, le gambe dell'uomo erano più veloci ed in poche falcate era riuscito ad accorciare pericolosamente la distanza che li divideva.
Oh, cielo, no...Chissà cosa diavolo aveva in mente quel mascalzone!
La donna alzò le gonne, prese un bel respiro e cominciò a correre.
«Ehi, aspetti, signorina!» urlò Christopher, inseguendola con determinazione.
Che scandalo! Se Madame Moreau scoprisse che quell’uomo era entrato in camera sua, lei… Lei sarebbe rovinata, in tutti i sensi!
«Non ho cattive intenzioni» continuò l'uomo, incalzato dal ritmo della corsa.
Cielo, perché quella donna scappava da lui?
I pochi tratti del volto che aveva scorto rivelavano una profonda disapprovazione, accompagnata da un pizzico di stupore e di preoccupazione.
Insomma, fare a botte nel bel mezzo di Hyde Park era sicuramente disdicevole, ma non era la prima volta che accadeva.
Cosa aveva fatto per essere guardato con tanto disgusto? Non era un mostro e non aveva mai ucciso nessuno.
La donna, invece, presa dalla foga della corsa, non si era neanche accorta del motivo per cui egli la seguiva: Penelope, infatti, aveva fatto cadere per terra la borsa contenente la stoffa, e Christopher, accorgendosene, aveva tutte le intenzioni di restituirgliela.
Era o non era un gentiluomo?
«Signorina» ella svoltò a destra e poi a sinistra «mi ascolti, ho qualcosa che...»
Penelope emise un gridolino quando perse per un attimo l'equilibrio, ma, esortata da quello che lei definiva istinto di sopravvivenza, si alzò, sollevò le gonne poco più sopra delle caviglie e riprese a correre con il fiatone.
Cielo, ma non gli era bastato picchiare a morte quel povero uomo? Cosa voleva fare ancora, urlare al mondo del loro inaspettato incontro?
Forse era arrabbiato.
Forse voleva vendicarsi perché lei lo aveva offeso.
Infatti dai suoi stivali lustri, la giacca di stoffa pregiata, il panciotto e la camicia di seta, chiunque si sarebbe riguardato dall'offendere un aristocratico.
Penelope si immaginò davanti alle autorità, pronta per essere dichiarata colpevole da Giuda in persona.
Ingoiò saliva e strizzò gli occhi; davanti a lei una moltitudine di persone si fermavano per guardare l'inseguimento, e lei si sentiva come una gazzella nella tana del leone.
Quando Christopher guadagnò la vicinanza e fece per prenderle un braccio, Penelope sussultò e guizzò come un lampo nella direzione opposta, non accorgendosi che proprio un calesse stava avanzando a gran velocità ed il conducente non prestava alcuna attenzione, completamente assorbito dalla conversazione con l'uomo che gli sedeva accanto.
Dopo una sonora bestemmia, Christopher lasciò la busta e corse in mezzo alla strada.
Quando fu a pochi metri dalla donna, spiccò il volo.
Pregò di avere abbastanza spinta per trascinare la donna fuori dalla traiettoria prima che il calesse li investisse.
Penelope strillò, pensando che l'uomo volesse aggredirla di sua spontanea volontà, senza accorgersi minimamente del pericolo che stava correndo.
Christopher sentì delle urla e poi perse i sensi.


 
 
Care lettrici, vi chiedo scusa se questo capitolo è particolarmente breve ma venerdì ne pubblicherò un altro ed entro sabato, invece, il dodicesimo capitolo di “Cuori d’Inverno”. Spero che questa storia vi piaccia perché sto dedicando anima e corpo nel cercare di ricostruire ambientazioni e modus operandi di un tempo ormai eclissato e troppo lontano da noi.
Spero anche che abbiate la grazia di non linciarmi per eventuali e/orrori grammaticali o sintattici. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e…
Cosa vorreste che succedesse nel prossimo capitolo? Cosa pensate che effettivamente succederà?




Lady Sticklethwait.
 
 




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