Natale4-Leti
A Leti, aka Kaho_chan,
anche se ormai Natale è passato, Pasqua pure, e quasi arriviamo a ferragosto... XD
Ma ogni giorno è buono per farsi un po' di male, no?
<3
Probabilmente sono stupido
Seduto su una sediolina assolutamente idiota, nascosto
dietro a una rivista che non so nemmeno di cosa parli, li spio come
l’ultimo dei deficienti.
Non
è che io non abbia niente da fare... E’ che ho questo
da fare, ecco.
Sì.
Devo essere decisamente stupido.
Sposto il peso da una natica all’altra, sfoglio una
pagina con aria casuale, sbircio dal margine superiore della rivista.
Sono ancora lì, appoggiati al parapetto. Non si
parlano neppure. Non ne hanno bisogno, direbbero.
Ahh,
mi dà il voltastomaco!
Che poi, adesso che me ne accorgo, a ore due c’è
un bel bocconcino. Bionda, formosa, con l’aria un po’ tonta.
Forse ci scappa una bottarella, se mi impegno.
Alt, ma che faccio? Mi distraggo? In piena missione? Non
è degno di me, proprio no.
Distolgo lo sguardo e torno a posarlo sulle mie prede, o
almeno sul punto in cui si trovavano fino a un attimo fa. Ma loro non
ci sono più.
Mi alzo di scatto, con la rivista ancora davanti alla
faccia, e scruto sospettoso il lungofiume. Eccoli, hanno ripreso a
passeggiare verso sud, li vedo camminare a qualche metro di distanza.
Accidenti a me e alle bionde formose.
Lascio perdere la rivista e raggiungo rapidamente la
balaustra che separa strada e argine. Scavalcarla è un gioco
da ragazzi, evitare di cadere sulle rose che ci sono alla base un po’
meno. Estraggo le spine dai polpacci e, imprecando sottovoce,
ricomincio il pedinamento.
Mi sento un po’ idiota, per essere onesto. Un po’
tanto idiota. E un filino masochista.
D’altronde, se così non fosse non mi troverei
in queste condizioni, e dunque tutto fila ed è normale.
Si fermano di nuovo, lui indica qualcosa in lontananza,
lei guarda il cielo e sorride. D’istinto anche io li imito e cerco
tra le nuvole quello che hanno visto, ma per me non c’è
nulla. Salvo quel cirrocumulo che sembra il vecchio Sarutobi. Uh, non
vorrei distrarmi di nuovo.
Mi affretto ad abbassare lo sguardo e vedo che hanno
ripreso la loro passeggiata, com’è giusto che sia. Continuo
a seguirli scivolando discreto lungo l’argine, e faccio in modo di
svuotare accuratamente la testa. E’ inutile pensare a quanto io sia
avvilente, o a quanto l’intera situazione sia patetica; non
corrisponde alla mia immagine, e non mi tirerebbe affatto su di
morale. Posso comportarmi come uno shinobi in missione, però:
testa vuota, sensi all’erta, occhio sulla preda. Questo è
fattibile e dignitoso.
A un tratto li vedo deviare, allontanandosi dal fiume.
Scavalco di nuovo la balaustra, sotto gli sguardi stupiti di un paio
di altre coppiette, e sgattaiolo rapido fino a un grosso vaso di
fresie.
Si stanno inoltrando per il villaggio, qui mi sarà
più difficile seguirli. Senza contare che dalla segretezza di
questa missione dipende davvero la mia vita. Tremo al pensiero di
quello che mi capitrebbe se mi beccasse... Ma non mi beccherà.
Non scherziamo.
Che poi, dove diavolo hanno intenzione di andare? Per
carità, amo Konoha e tutto il resto, ma questa zona non è
esattamente il massimo della vita. Locali morti, vita notturna
azzerata, paesaggi inesistenti. Ci sono solo case e strade, che ci fa
una coppia qui, eh?
Li
pedino – ehm, no, li
seguo;
fa meno perverso – oltre una svolta e lungo un’altra via. Ho come
l’impressione che la zona dovrebbe essermi familiare, ma la
modalità shinobi non conserva ricordi in merito. A un tratto
mi sembra che rallentino, e infine si fermano.
Mi rendo conto all’improvviso di essere scoperto, e
allora con un balzo agile sono oltre un cancello, nascosto dalla
colonna.
Come faccio a sentire quello che si dicono?
Provo ad arrampicarmi un po’ più su e a tendere
l’orecchio. Sento vaghi bisbigli incomprensibili, l’accenno di
una risata che mi ingarbuglia le viscere, e poi le voci che si
assottigliano. Che succede?
Stringo gli occhi per vedere tra le foglie della siepe
che mi nasconde, e tutto ciò che riesco a captare è un
codino biondo che scompare oltre una porta, che poi viene richiusa.
Oh.
All’improvviso mi è chiaro.
La modalità shinobi si sgretola in un istante,
portandosi via anche le mie forze, o così sembra. Scivolo giù
dalla colonna, mi accuccio a terra e sbuffo avvilito.
Ma certo. Che ci fa una coppia in un quartiere di sole
case?
Con imbarazzo misto a delusione mi gratto la nuca, e
decido che mi sento definitivamente idiota. Era ovvio che pedinarli
non mi avrebbe reso felice – a meno di un’improbabile lite –
dovrei chinare il capo e picchiarmi da solo; invece me ne resto qui,
nascosto dietro una siepe, e rosico.
«Certo che sei un bell’idiota» dice una
voce all’improvviso.
Il mio stomaco si contorce e sale su per la gola, mentre
imbastisco l’espressione più furiosa che mi riesce. Alzo la
testa di scatto e la punto su Orochimaru, che beffardo mi fissa dalla
colonna.
«Ti piace farti del male, eh?» continua, con
il sorriso che di solito gli vedo usare davanti ai nemici. «Che
tristezza. Li hai seguiti fin qui sperando che litigassero, e invece
loro si sono persino appartati... Patetico»
«Che
vuoi? Hai bisogno di me, o semplicemente sei così patetico
da seguire un patetico?»
sibilo astioso.
Hai
ragione, maledettamente ragione, invece. E io non riesco nemmeno a
ribattere in maniera pungente, perché hai fatto centro.
«Certo
che ho bisogno di te» risponde lui, con una smorfia stizzita.
«Ho di meglio da fare, che non pedinare i membri del mio
gruppo... Almeno io.
C’è una missione. Ma forse la possiamo portare a termine in
due»
Orochimaru sorride, del sorriso viscido che mi fa
imbestialire, e io mi infurio ancora di più, perché so
che completare la missione noi soli significa lasciare lei con lui, e
tutto ciò che la situazione implica.
Eppure non posso fare niente. Presentarsi alla sua porta
e tirarla fuori dal letto sarebbe ancora peggio, ancora più
umiliante.
Forse posso ammazzare Orochimaru tra uno shuriken e
l’altro, in compenso.
Digrignando i denti, mi tiro su e lo fulmino con gli
occhi.
«Andiamo. Bastiamo noi»
Con un salto sono di nuovo in strada; Orochimaru mi
raggiunge silenzioso, serpente qual è. Mi scruta per un
istante, forse deluso della mia reazione fiacca, e per una volta non
sorride. Sembra quasi interessato, mentre mi porge la sua domanda.
«Vorresti che lui morisse?»
Mi irrigidisco bruscamente.
Cose del genere non si dicono con quella faccia seria.
Mai.
Perché poi richiedono risposte serie.
Distolgo il viso in fretta, sfregando nervosamente le
dita, e la mia replica è sbrigativa, vuota.
«Che dici? Per chi mi hai preso?»
Oh,
sì. Se potessi, lo ucciderei con le mie mani.
Probabilmente
sono stupido.
Me
ne sto qui, al funerale di Dan, e ripenso a una bravata da
adolescente irrisolto, con tanto di lite con adolescente ugualmente
imbecille.
Ripenso
a quanto sia facile desiderare una persona morta, e a quanto faccia
schifo vedere questo desiderio realizzato.
Dan
era un bravo ragazzo, per quanto lo odiassi.
E
Tsunade, con quel ciondolo maledetto tra le mani, non si merita
quello che sta passando.
Non
si merita nulla di quello che ha già passato, quello stesso
dolore che io non sono stato in grado di lenire, dopo Nawaki.
Se
potessi, lo resusciterei con le mie mani.
Ma
sono solo uno stupido.
|