«
Questo è Rage.
»
Colui che
pronunciò queste parole era un uomo di circa
quarant’anni. I suoi capelli erano
perfettamente bianchi, acconciati in stile militare; il suo occhio
destro era
chiuso ed attraversato da una lunghissima (nonché
disgustosa) cicatrice. La sua
espressione severa incuteva timore in chiunque avesse abbastanza fegato
da
rivolgergli la parola e tradiva una vastissima esperienza in campo
bellico. In
quel momento, indossava un’armatura di colore nero lucido: il
giustacuore,
esattamente al centro dello sterno, vantava un simbolo singolare, una
croce
gotica, i suoi spallacci erano impressionanti, tutti coperti di
spuntoni
minacciosi, i guanti e i bracciali erano nascosti alla vista, dal
momento che
teneva le mani intrecciate dietro la schiena mentre stava
sull’attenti, i
fiancali erano lisci e composti da diverse placche metalliche, infine
gli
stivali non erano nulla di speciale, salvo per il fatto che
anch’essi fossero
corazzati.
Il tank veterano aveva appena pronunciato
un nome e dinanzi agli occhi di tutte e sessanta le persone presenti
lì dentro
apparve il menù principale: qui, si vedeva chiaramente la
fotografia digitale
di un ragazzo di poco più di vent’anni, dalla
chioma castana, un leggerissimo
pizzetto ed uno spadone inimmaginabile infilato in un mezzo fodero
piazzato
sulle spalle. La sua armatura non era un granché: strano,
dal momento che quasi
tutti coloro che prediligevano un’arma simile, adottavano la
tattica del tank, proprio come il
comandante. Lui,
invece, aveva addosso nient’altro che una maglia smanicata di
colore blu notte,
ampi pantaloni dall’aspetto vagamente militare, resistenti e
massicci stivali
in cuoio, e (questo sì che era fuori dal mondo) quella che
sembrava una
gigantesca manica nera agganciata all’unico spallaccio che
aveva equipaggiato,
quello destro, il quale a sua volta attaccato un grosso medaglione
d’argento da
cui spuntava una testa di lupo dello stesso materiale, ed
un’altra “manica”
simile legata alla gamba destra. Era tutt’altro che un tizio
normale.
«
L’età è di
ventitré anni, nazionalità sconosciuta, nome
reale sconosciuto. »
Il
comandante
riprese a parlare, mentre cambiava foto, come si fa con una
diapositiva: « è
ritenuto responsabile del massacro del
quarantesimo piano, perciò è da
considerarsi estremamente pericoloso.
»
«
Chiedo
scusa, signore » una recluta, verso le ultime file,
alzò la mano come si fa in
classe durante una lezione; « chiedi pure, giovanotto
» il primo gli concesse
di parlare, inaspettatamente garbato nonostante il suo aspetto burbero.
«
Io ho
sentito dire che questo Rage non
ha
mai ucciso una persona, ma lei afferma l’esatto contrario.
Allora sono tutte
sciocchezze? »
«
Quelle che
hai sentito, sì » il comandante annuì,
« il suo caso ci è stato passato dagli
stessi Knights of the Soul, che ci
hanno anche consegnato i rapporti dei loro migliori ricognitori. Di
conseguenza, quel che ho detto è confermato: il bersaglio
è da attaccare a vista.
»
La recluta
ringraziò del chiarimento e l’altro
continuò: « è da ritenersi, inoltre,
alta
la probabilità che sia in qualche modo legato agli Insane Swordmasters, o i Pazzi
come vengono chiamati da alcuni mesi a questa parte. »
La foto di
Rage venne rimpiazzata con un diagramma a fiocco di neve che collegava
un primo
piano di quest’ultimo ad altre sei persone, sia uomini che
donne, con tanto dei
loro nickname scritti appena sotto le immagini.
«
I Pazzi sono
il gruppo terroristico che sta dietro diversi gravissimi attacchi ai
danni di
alcuni gruppi militari e in alcune delle città
più grandi di tutta Aincrad.
I sopravvissuti affermano che
agiscono sempre in coppie, e pochi altri hanno avuto il coraggio
sufficiente a
riferire della presenza dello stesso Rage, quando l’attentato
si è rivelato
particolarmente grandioso. »
«
Ma dicono
che Rage faccia parte delle pochissime persone che stanno scalando il
castello,
non è così? »
«
Queste sono
stupidaggini messe in giro dai Pazzi stessi. E’ questa la
loro tattica:
attirarsi l’amicizia della gente, in modo da non
subìre contrattacchi causati
dalle loro malefatte. »
Il
comandante
fece una piccola pausa di riflessione, durante la quale il capo dei
mercenari
approfittò per rifilare la propria di domanda: «
d’accordo, ma quand’è che
discutiamo di numeri? Per quanto ne sappiamo, far fuori uno dei
combattenti più
famigerati di tutta Aincrad dovrebbe costringere voialtri a svuotare i
vostri
conti, quasi letteralmente. »
L’interpellato
scoccò un’occhiata glaciale al folle che gli si
era rivolto con tanta
sfacciataggine (il cui nome sapeva essere Gale),
quasi tentato di sfoderare la spada e fargliela assaggiare, ma si
costrinse a
rispondere nella maniera più gentile che la rabbia gli
permetteva di tirar
fuori: « è vero, l’uccisione di Rage
frutterà un guadagno non indifferente a
tutti voi Teschi, più un
generoso
bonus per ogni Pazzo messo a tacere oppure
arrestato. Tuttavia, sappiate che il pagamento non proverrà
da parte dei Crusaders, ma dagli
stessi Knights of the Soul, quindi
sono loro i
vostri datori. »
«
E allora tu
che ci fai qui? » Gale si alzò dal suo sgabello e
si avvicinò al Crusader, le
dita della mano destra che già accarezzavano il pomolo del
suo pugnale; non
aveva intenzione di sfoderarlo, si sapeva, la sua intenzione era quella
di
spaventarlo abbastanza da costringerlo a sputare tutte le informazioni
in suo
possesso. Ma non aveva idea che, lì, quello in svantaggio
era lui ed ogni
singolo Teschio che stava in piedi poco oltre.
«
Sono qui
solo per comunicarvi quello che dovete fare »
replicò il cavaliere.
«
Ma perché
non vi mettete voi contro i tizi
più
letali che si possano incontrare? Eh? »
«
Perché i
Crusaders sono tra le gilde distrutte dai Pazzi. Altrimenti, li avremmo
già
uccisi tutti. »
Gale
soffocò
un ghigno quando si risedette, poi gli fece cenno di continuare il
discorso.
«
Il vostro
bersaglio primario, Rage, è inaspettatamente astuto, per la
sua età: infatti,
tutto il suo equipaggiamento, nonostante l’aspetto poco
curato, è selezionato
con estrema parsimonia da lui stesso ed il set che ha assemblato gli
dà
capacità che vanno ben oltre di quanto crediate.
E’ addirittura confermato che…
» sospirò, « che sia riuscito ad
uccidere parecchi guerrieri e mob di potenza
estrema con un solo pugno.
»
«
Avrà
potenziato di brutto la Skill corpo a corpo One-Punch
Kill, » mugugnò Gale, più a
sé stesso che al comandante, « il chè
significa
che ha una statistica di forza non indifferente, oltre
all’abilità corpo a
corpo al massimo… »
«
Sono
esattamente gli stessi sospetti che abbiamo » lo interruppe
il crociato, « ma
ancora più letale è la sua abilità con
le armi bianche. »
La foto
cambiò
ancora e stavolta vi era rappresentato il ragazzino durante diversi
combattimenti: in uno stringeva il proprio spadone in una posa da
fendente con
una sola mano, in un altro usava una semplice spada a una mano e mezza,
in un
altro ancora degli artigli di metallo, dei coltelli da lancio e
addirittura una
katana.
«
E’
estremamente versatile, quindi preparatevi per una battaglia parecchio
impegnativa. »
Detto
questo,
il comandante offrì un inchino a coloro che fino ad allora
lo avevano ascoltato
e lasciò la base dei Teschi.
«
Okay,
signorine! » latrò Gale, quando l’ospite
non fu più a portata d’orecchio. « Si
parte all’alba; le squadre Alpha, Bravo e Charlie
setacceranno tutta Aincrad
dal primo al sessantesimo piano alla ricerca dei Pazzi. Whiskey, Tango,
Foxthroat, voglio che voialtri contattiate le maggiori gilde per
verificare le
ultime posizioni conosciute di Rage! »
«
E noi, Gale?
»
«
Voi vi
tenete pronti. »
Il Teschio
guardò il suo capo, evidentemente confuso.
«
Vi tenete
pronti per la battaglia della vostra vita. Dimostreremo a quel
bamboccio che nessuno è
più pericoloso di noi,
in Sword Art Online! »
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