A Voice Over The Pain

di tris_chase
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A voice over the pain

 

 

Svegliati.

 

Voci e suoni ostruiscono ciò che è importante. Pensa, pensa. Elimina il superfluo, elimina l'inutile. Pensa. C'è quasi silenzio adesso. Isola ciò che rimane. Un ordine perentorio è tutto ciò che la sua mente registra.

 

Perfavore.

 

Il suo cervello sovraccaricato pensa e pensa e immagini riempiono i suoi occhi serrati, perchè il dolore nella voce era troppo e Sherlock vuole solo che finisca. Qualcuno (John?)gli sta sussurrando all'orecchio parole incomprensibili (o gli sta urlando? Tutto ciò che sente è un brusio).

 

Apri gli occhi.

 

Cerca di obbedire, ci prova realmente. Ma il corpo non risponde e il panico comicia a farsi strada (non sente dolore, non è ferito, non è in ipotermia, non capisce perchè il suo corpo non risponda). La voce sembra più disperata, più urgente. Sherlock vuole che smetta.

 

Non andartene.

 

Se Sherlock riuscisse a parlare, probabilmente prenderebbe in giro John per la stupidità del suo commento. (non riesco ad aprire gli occhi, dove vuoi che vada?) Il significato delle sue parole emerge lentamente e Sherlock vorrebbe prendersi a pugni. (John è un dottore, sa quando le persone stanno morendo e lui sta morendo e non può farci nulla)

 

Non farmi questo di nuovo.

 

Non è colpa mia, risponde una voce petulante nella sua testa.

(non voglio farti male, non capisci John, io non ti procurerei mai dolore volontariamente). Vorrebbe urlare e far capire alla voce disperata sopra di lui che non lo abbondonerà. Non di nuovo.

 

Non posso stare senza di te.

 

Sherlock vorrebbe piangere e ridere. (ma tu sei vissuto senza me, ricordi? Ti sei sposato). Ma le parole svegliano qualcosa in lui, e comicia a sentire il suo corpo (una mano sulla sua spalla, dita serrate che indicano preoccupazione)

 

Sherlock.

 

Sherlock sente la sua mente svegliarsi lentamente. (riconosce la voce di John e pensa di star sognando, perchè lui è su un aereo a migliaia di chilometri di distanza da John, John che ormai sarà tornato a casa con Mary, John che non rivedrà mai più, John che-

 

Svegliati!

 

Sherlock riesce a percepire che l'aereo non è in movimento, che è atterrato (o non è mai partito?). Sente le mani di John sul suo polso, sul collo in ricerca di un battito. Non vorrebbe aprire gli occhi, dovrà dare troppe spiegazioni quando lo farà (sente già le voci di Mycroft e John che gli urlano) (overdose, Sherlock...)

 

Ti prego.

 

La voce è carica di paura e Sherlock decide che non vuole sentire John parlare così mai più. Gli fa troppo male. (c'è una mano che sta scuotendo il suo viso e Sherlock vorrebbe-

 

Sherlock!

 

Apre gli occhi, e la faccia di John è incredibilmente vicina alla sua. (sollievo e preoccupazione nei suoi occhi, non rabbia) e Sherlock si chiede cosa John legga nei suoi (forse dolore, forse sorpresa). John non si muove e Sherlock non osa spostarsi. Un sospiro (non esasperato, rilassato, contento).

 

Non- Sherlock.

 

A volte non servono parole. (ma a Sherlock sono servite, perchè a lui serve tutto quello che John può dargli).

 

Grazie di non avermi lasciato andare.

 

 

 

Fine.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Grazie per aver letto! Spero vi sia piaciuta!





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