Il corvo e lo spaventapasseri

di allo_halloween
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La storia che voglio raccontare stasera è alquanto particolare, breve e intensa, un racconto che parla di un'amicizia senza parole e senza abbracci, ma che supera qualunque concetto di legame a noi noto. Il protagonista è uno spaventapasseri, semplicemente dei bastoni di legno legati con delle corde, qualche straccio, una palla di stoffa in testa e un cappello di paglia sgualcito e consunto. L'unica cosa a differenziarlo era una sciarpa, lunga e rossa attorcigliata al collo del pupazzo, essa sventolava nel vento come se fosse viva difatti lo spaventapasseri era innamorato di quell'indumento perchè restava ore a fissarla, mentre sembrava giocasse con l'aria. Però il tempo passava, prima le ore, poi i giorni, i mesi e infine gli anni perciò il poveretto si sentiva solo senza qualcuno che gli faceva compagnia o qualcuno che gli mandasse una lettera o gli raccontasse una piacevole storia, doveva stare tutto il tempo la in quel desolato campo di grano. Un giorno particolarmente ventoso cadde di fianco a lui un uccellino, un piccolo corvo che si era spezzato un'ala, lo spaventapasseri intenerito decise di prendersi cura di lui addirittura usando la sua amatissima sciarpa come nido improvvisato, strappandosi un pezzo di maglietta e un dito fece una specie di ingessatura all'arto del piccolo animaletto. Era felice, finalmente aveva della compagnia con cui parlare, anche se le parole non venivano ricambiate sapeva che il corvo gli era grato, ogni giorno controllava la ferita, lo nutriva e lo faceva divertire con storie o balletti assurdi finché, purtroppo o per fortuna, l'animale si riprese sicchè l'ala era sana e forte come prima senza dire niente se ne andò volando via. Seguirono giorni tristi e confusi per il povero guardiano, dopo ormai un mese di indecisione, decise di andare nel villaggio. Attese la notte, camminando silenziosamente riuscì ad arrivare ad una casa senza che nessuno se ne accorgesse, entrando vide una creatura piccola, rannicchiata sotto della stoffa, aveva gli occhi chiusi e uno sguardo così beato che non poté resistere alla tentazione, allungando una mano per toccarlo la sua faccia divenne uno splendido sorriso, finalmente qualcuno, un amico! Purtroppo però il bambino che dormiva si svegliò, voltandosi vide l'immonda creatura ed urlando richiamò i suoi genitori e i paesani. Spaventato lo sfortunato guardiano decise di fuggire, vedendosi circondato salì le scale di un vecchio mulino abbandonato capendo troppo tardi che il destino lo voleva punito. Guardando da una piccola finestra, vedendo la folla inferocita che appiccava le fiamme alla struttura di legno, si maledisse per essere stato così avventato. Terrorizzato e triste per la sua sorte, voleva solo essere accettato, amato, magari anche protetto, proprio lui che aveva fatto lo stesso col loro cibo. Pianse, anche se non poteva farlo e urlò, anche se non aveva corde vocali. La mattina dopo niente restava del mulino e tanto meno del povero pupazzo, solo un piccolo bastone piantato in terra, in cima vi era legata la sciarpa così bella e rossa che fluttuava nel vento, come se giocasse con l'aria. Poco distante su di un albero si appollaiarono tre uccellini, un corvo adulto e due piccoli che gracchiavano vivacemente. Sembravano scrutare la sciarpa, così bella e rassicurante, proprio quella che l'aveva protetto dal freddo, mentre aveva l'arto rotto. Una sola lacrima scese dall'occhio del corvo adulto ma dentro di essa c'era un infinita tristezza. Il suo amico...




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