bangaze
| Linguaggio lievemente sporco in
qualche punto - solo qualche piccola parolaccia, niente di
più; mi serviva per rendere l'idea |
| Come detto nell'intro,
missing moment di una mia precedente fic, ovvero Cacciatori di stelle
cadenti - che non consiglio di leggere perché mi
è stato detto che fa venire la depressione ;-; -, ma non
c'è bisogno di averla letta, poiché dal testo si
intuisce la trama da sé |
A
Giuli/compagna di RinHaru (e
KidStar) a vita, che non si merita ciò perché fa
altamente schifo,
ma spiego le ragioni lì sotto-
Scusa per l'orrore, sappi che, nonostante ti abbia scritto una
schifezza, ti voglio bene ;-;
<< accidentally
>>
<< Haruya.
>>
Voltò lievemente il
capo verso la voce appena udita; le labbra schiuse in cerca di
qualunque parola e gli occhi insensatamente strabuzzati.
<< Stai bene?
>>
Non sapeva cosa avrebbe dovuto
rispondere, nemmeno lui era sicuro di star bene. Avvertiva solo il
calore premente delle coperte sulle ginocchia, il miasma proveniente
dalla finestra aperta, un lieve brusio al di là della porta,
e il vuoto più totale all'altezza delle tempie, nella testa.
Nel dubbio, rimase in
religioso silenzio, attendendo che fosse la figura sulla soglia della
porta a dir qualcosa. Ma la sagoma non proferì una singola
parola, lo scrutò piena di aspettative. E lui non sapeva
davvero cosa dire; si sentiva a metà, incompleto.
<< Sto... bene.
>> non ne era convinto, faceva finta che non si notasse.
Avvertire quel vuoto alla
testa significava stare bene? La sentiva più leggera,
sì, ma come se fosse mancato qualcosa di essenziale.
Poi una domanda premette sul
palato e strinse le labbra per evitare di porla, ma la
curiosità della risposta crebbe.
<<
Cos'è successo? >>
Si pentì subito
dopo; non avrebbe dovuto chiedere. Lo comprese dal sussulto eccessivo
della sagoma; solo pochi attimi dopo la riconobbe.
<< Un capogiro.
>> mormorò Fuusuke, ma la sua voce era
incrinata. Haruya sapeva che c'era qualcos'altro, doveva esserci
qualcos'altro - quell'orribile sensazione di mancanza non poteva essere
dovuta solo ad un banale capogiro -, di cui al contempo temeva
l'esistenza.
<<
Perché? >> chiese, ma al contempo aveva timore
di saperlo.
<< Stanchezza.
>>
<< Stai
mentendo. >>
<< Tu dicevi di
star bene. >> asserì l’albino,
stringendo le labbra << Sei il primo a mentire.
>> aveva un'espressione indecifrabile, una maschera di
ghiaccio talmente spessa da far accapponare la pelle al fulvo.
<< Capisco.
>>
Invece non capiva e non voleva
capire. Sapeva che, se avesse capito, non sarebbe più
riuscito a guardare negli occhi Fuusuke – e già da
troppo tempo aveva difficoltà ad osservarlo per
più di qualche minuto senza distogliere mai lo sguardo.
Portò le iridi
dorate sulle nocche chiare, le quali stringevano convulsamente i lembi
del lenzuolo. Non aveva voglia di parlare, non avrebbe saputo che
parole utilizzare.
<< Tra un po' ti
dimetteranno. >> udì, ma non se la
sentì di rispondere. Annuì meccanicamente, senza
nemmeno essere sfiorato da quelle parole. << Credo. Se la
sta sbrigando Hitomiko-san >> aggiunse poi Suzuno, e
Haruya si ritrovò a pensare che quella era probabilmente la
conversazione più lunga che avessero mai avuto senza
litigare.
Calò
improvvisamente il silenzio e si rese conto che quella era l'unica
grazia concessagli; sentire la voce di Suzuno gli faceva troppo male.
Lo collegava spaventosamente
alla realtà, gli faceva comprendere che era davvero
lì, in un sudicio letto d'ospedale, a fissare un soffitto
bianco senza nemmeno sapere perché.
Socchiuse gli occhi dorati,
sperando invano che quel momento terminasse immediatamente ma al
contempo durasse per sempre - non voleva affrontare i suoi fratelli,
tanto meno rimanere lì -, che quel silenzio diventasse
così solido e spesso da fargli male alle orecchie,
impedendogli di sentire tutto ciò che gli avrebbero detto - "Ma cosa ti è saltato
in testa?", "Sei impazzito", "Di questo passo finirai in cura", "Sei
solo un drogato di merda".
E le sue preghiere non vennero
accolte, come sempre - perché lui aveva davvero tanto
sperato di avere una famiglia, di vivere bene, eppure era giunto al
capolinea e non sapeva come tornare indietro.
<< Si
può sapere cosa ti è preso? >>
"Appunto".
<< Non mi
è preso niente. >> lo pronunciò con
tono talmente ovvio che, pensò, avrebbe potuto convincersene
da solo.
<< Questo lo
definisci "niente"? >> avvertì i passi di
Fuusuke farsi più vicini e fu tentato di alzarsi e scappare
via, ma il suo corpo era troppo stanco e non reagiva. <<
Sai che avresti potuto rimetterci, che so, la vita? O contrarre
chissà quale malattia? >>
Nagumo lo scrutò in silenzio, scorse quella rara smorfia
irata sul viso di Suzuno e non poté negarsi di pensare a
quanto fosse buffo, così simile ad un bambino per giunta in
una situazione così seria - non gli piaceva definirla
"seria", se fosse stata tale avrebbe dovuto fare qualcosa e non voleva.
<< Ma non
è successo, a quanto pare. >>
ribatté, nonostante la voglia fosse poca. Voleva solo
chiudere gli occhi ed addormentarsi; fissando l'albino, la testa aveva
cominciato improvvisamente a dolere ed aveva dovuto spostare lo sguardo
da lui. Non aggiunse altro, sentì solo il suono ovattato di
un pugno schiantarsi contro il muro, echeggiando nel silenzio della
camera. Non alzò nemmeno lo sguardo per controllare che cosa
fosse successo.
<< Vaffanculo,
Haruya. >>
Era raro che Fuusuke desse in
escandescenza, si lasciò sfuggire un breve sorriso amaro
mentre lo pensava.
<< E guardami
mentre ti parlo. >>
Sarebbe finita male, lo
sapeva, così fece come detto e si ritrovò a
fissare insistentemente le iridi celesti di Suzuno, quasi pretendendo
di non proferire parola. Era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto
ribattere alle accuse, ma in quel momento non si sentiva né
di parlare né di ascoltare l'albino fargli la paternale.
<< Cosa diamine
avevi intenzione di fare, eh? >> per poco quello
dell'altro ragazzo non era un ringhio, e ciò
provocò un brivido lungo la schiena del fulvo, che quasi
sussultò, tanta era la rabbia che impregnava la voce di
quello che era stato il suo migliore amico. << Idiota.
Sei solo un irrecuperabile idiota. >>
Se avesse avuto la forza di
rispondere, probabilmente Nagumo gli avrebbe dato ragione. Forse quella
era realmente la sua unica certezza. Si limitò ad arricciare
le labbra, fingendosi ferito nell’orgoglio –
orgoglio che, ormai, non aveva più; l’aveva perso
tempo prima e Fuusuke non se n’era reso conto, non in tempo,
almeno.
<< Se non fossi
in un letto di ospedale, >> continuò l'albino,
ed il fulvo si sentì in dovere di socchiudere gli occhi per
non concentrare lo sguardo sull'espressione terribilmente divertente ed
umana dell'altro. << giuro che ti picchierei
così forte da ammazzarti! Anzi, sei già in
ospedale e in condizioni pietose, potrei anche finirti qui di botte!
>>
Ad Haruya venne quasi naturale
lasciarsi scappare una risatina amara, forse perché dietro
tutte quelle minacce vi era solo preoccupazione.
Pensare che almeno una persona
- una persona come
Fuusuke - fosse preoccupata per lui, lo faceva sentire in
qualche modo meglio, più leggero.
<< Guardami,
dannazione! Cos'è, ti sei incantato pensando a quanto sei
coglione?! >>
Sapeva cosa ci voleva per fare
sia arrabbiare che calmare Suzuno, quindi mugugnò un
semplice "mh-mh" affermativo, che fece solo imbestialire l'albino di
più.
Vederlo infuriato lo faceva
stare terribilmente bene, perché era ridotto così
a causa sua. Gli importava di lui. Era importante, significava qualcosa
per qualcuno.
<< Sei un- dico,
ma sei folle o cosa? Davvero non so che dire- sei totalmente andato!
>>
Mentre parlava si era anche
messo a gesticolare furiosamente, e Haruya rise, rise veramente e non
per finta come faceva sempre in quel periodo.
Ridurre in uno stato
così pietoso Fuusuke era davvero un'impresa, e stranamente
ci riusciva solo lui.
Significava che una cosa sapeva farla, che riusciva a mettere in
risalto il lato che a tutti era vietato vedere di quell'albino tanto
scorbutico,
che quel qualcosa di indefinibile e costantemente nascosto in Fuusuke
riusciva a smuoverlo e tirarlo fuori solo lui.
<< E adesso
ridi? >> l'ex capitano dal cuore di
ghiaccio fece
una pausa, rimanendo in silenzio e meditando su cosa dire.
<< Ma che diamine di problemi hai? Ti fa ridere il fatto
che ti stia urlando contro? Posso anche continuare per ore!
>> asserì con talmente tanta
ovvietà che scatenò un'altra fragorosa risata in
Haruya.
Ma era una risata amara, e
Suzuno non se ne accorse. Non riusciva mai a vedere oltre quegli occhi
ambrati, separati dalla realtà da un muro fin troppo spesso
per essere demolito a parole. Non riusciva a capire niente di lui.
<< Ma fai sul
serio? >> ringhiò poi, e si mosse
automaticamente verso la porta, a passo strascicante. <<
Perché ti sei cacciato in un casino del genere?
>>
Si voltò nuovamente
verso il fulvo, come a pretendere una risposta, infatti poi fece:
<< Guarda che sto aspettando. >>
Nagumo inclinò il
capo di lato, riposando lo sguardo altrove. Teneva gli occhi fissi
sulla finestra, e l'unica certezza di Fuusuke in quel momento era
proprio il suo sguardo; sapeva solo che non stava veramente guardando
lì, che la sua mente vagava altrove e non sapeva dove.
Udì solo un "Inconsapevolmente",
la rabbia gli fece attorcigliare lo stomaco e per poco non si
gettò a capofitto sul fulvo, con l'intenzione di ferirlo
talmente gravemente da non farlo uscire mai più da quel
fottuto ospedale.
<< Davvero?
>> sibilò allora, fulminando con gli occhi
apparentemente vitrei il compagno. << Quindi dici che
è successo e basta? >>
<<
Sì. >> una risposta secca che gli fece gelare
e ribollire contemporaneamente il sangue nelle vene; non capiva
più se quella che stava provando fosse rassegnazione o furia
incontrollata.
<< Non hai la
più pallida idea di quanto ti stia odiando in questo
momento. >> lo pronunciò automaticamente,
senza pensarci; probabilmente quella frase premeva nella sua gola da
anni, senza aver mai avuto il coraggio di uscire e librarsi nell'aria
come avrebbe voluto. Forse non era nemmeno vero, forse era un pensiero
di cui si era man mano convinto sempre di più per
giustificare i loro litigi e battibecchi.
Poi d'improvviso posò gli occhi di nuovo sulla figura debole
del compagno e l'unico suono udibile nella camera fu un suo sospiro,
pesante e lungo.
Stava per continuare, stava per ricordargli che sei stato un emerito idiota, non
aspettarti che la prossima volta ti venga a salvare il culo come ora,
ma non fece in tempo a pronunciare nemmeno una parola.
<< Sfogato
abbastanza? >> lo interruppe il fulvo in tono
provocatorio, stringendo i lembi delle coperte.
Fuusuke lo squadrò
silenzioso, con una smorfia seccata dipinta in volto, per poi
mormorare, abbassando lo sguardo: << Bastardo.
>>
Bastardo perché lo faceva sentire inutile, perché
non si faceva aiutare, perché doveva fare costantemente di
testa sua.
Haruya si mosse lievemente nel
letto, scostandosi di lato e lisciando le lenzuola con una mano
tremante. << Finito? >>
<<
Sì. >>
Si sedette vicino a lui e
rimase in silenzio.
Angolo
autrice
Davvero, scusami, Giuli, per questa schifezza!
L'idea era comunque di Nagumo che finiva in ospedale per qualche altro
motivo - gli voglio tanto bene ;-; -, e purtroppo finì
così.
Spero che almeno non sia così indecente come penso, ma tanto
lo sai che con me puoi essere sincera e dirmi che fa altamente cagar-
Passando ad altro... è incompleta e non si capisce quasi
nulla, lo so, mancano diversi spezzoni che avrei voluto aggiungere -
anche per rendere un po' di più l'idea di BanGaze, neh -, ma
non ci sono riuscita. Come dire, rileggendo mi sono totalmente
rattristata e demoralizzata - perché nella mia visione delle
cose io sarei Fuusuke in tutto ciò ;-; - e penso che, se
avessi continuato ad approfondire, non l'avrei mai conclusa e avrei
totalmente scartato l'idea. Ed invece non volevo scartarla,
perché ci sono davvero pochissime fiction che trattano di
questo argomento bene - ok, io lo tratto abbastanza male, ma ho
spiegato i motivi, eh! - e... non so, non mi va a genio.
Perché è una cosa comune ma che a molti sembra
lontana anni luce, ed invece è proprio dietro l'angolo ed
insomma, mi sembra trattata con troppa leggerezza alle volte. Quindi mi
è sembrato per certi versi originale come tema, ma
più che altro l'ho scritta perché avevo bisogno
di infilare il mio stato d'animo da qualche parte, quindi ecco qui
l'obbrobrio incasinato che ne è venuto fuori.
Non ho la più pallida idea di cosa dovrei aggiungere,
perché quando parlo di queste cose sono sempre a corto di
parole.
Ah, e sì, il titolo si riferisce a quando Nagumo dice
"inconsapevolmente", ma credo si fosse capito ._.
Ed ora ho rotto abbastanza le scatole al mondo e quindi penso di poter
chiudere qui!
Alla prossima_
-
Naru
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