Noi non siamo come loro

di CreepMind
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Dall’altra parte Charlie era scortata da una macchina nera di quelle antiche.
Appena sveglia incominciò a riempire di domande chiunque si trovasse in quell’auto.
“Per favore tappatele la bocca!” disse il più vecchio tra loro.
“Julian, sai bene che il capo la vuole sana e salva” rispose un uomo più giovane.
“Ehi! Ci sono anch’io se non ve ne siete accorti! Posso sapere cosa sta succedendo?! E dov’è la mia amica? Cosa le avete fatto? Brutti bastardi! Cosa volete da noi?!” Charlie era sempre implacabile, non stava mai tranquilla, era un’agitazione perenne ma questo compensava la pacatezza di Max.
“Basta così ragazzina! Portiamola al palazzo, non dobbiamo far altro. Il tempo sta scorrendo. Muovetevi.” Così intervenne un ragazzo che era lì con loro. Riuscì a zittire tutti. Si vedeva che, nonostante la sua giovane età, aveva potere in quel gruppetto di vecchi.
Si avvicinò a Charlie e sottovoce le disse “Ora stai zitta e rimani al tuo posto, se non vuoi essere zittita da me.”
Lei rimase ipnotizzata dai suoi occhi. Erano pesanti ma allo stesso tempo profondi, vissuti, come se avessero tanto da raccontare.
Guardò il volto degli altri e tutti trasmettevano una sola cosa: preoccupazione.
Non riusciva a capire cosa stesse accadendo ma avrebbe tanto voluto avere qualche risposta. Si sentiva persa, preoccupata, agitata. La paura che quegli uomini avrebbero potuto farle qualcosa di male da un momento all’altro la faceva stare in costante tensione.
Si mise con le braccia conserte, intenta a rimanere in allerta mentre i pensieri più assurdi le passavano per la mente.
“Perché non dormi?” le chiese il ragazzo
“Perché dovrei?”
“Manca ancora qualche ora, sarebbe opportuno che tu lo facessi”
“No grazie, sto bene così.” Gli disse con tono minaccioso.
“D’accordo.. Ma almeno sistemati i capelli”
“Dove?”
“Proprio qui..” e con un gesto lento e gentile le toccò la fronte, facendola cadere in un sonno profondo.




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