Ci amavamo di Nascosto ...
Ci amavamo di Nascosto …
La luna era sempre stato un ottimo
argomento
Ma le cose suonavano meglio alla
Luce del Sole
“Devo parlare con te!”
lì dissi seria, strattonandolo per bene, Cody, mi concesse le sue grazie,
lasciando il suo posto di lavoro, mi guardava dolcemente, mi amava, lo capivo,
lo vedevo. E io? Lo amavo o lo usavo
solo come un oggetto? Non lo riuscivo a capire, quando non eravamo soli, tutto
era semplice quando eravamo soli tutti era ancora più semplice, ma perché se
sommavo le situazioni tutto si faceva complicato? A volte, in segreto, speravo
essere come London, mai un problema, mai un ripensamento, il suo cervello
nocciolina la faceva vivere in pace, io volevo vivere in pace, ma il mio
cervello pannocchia, non me lo permetteva.
Spesso la notte mi ritrovavo a pregare, che fosse tutto un
sogno, che io fossi ancora a casa mia, con i miei polli, altre notti invece, mi
andavo a prua e mi stendevo sul un lettino, poi piangevo, di gioia e dolore,
ricordando la notte in cui scoprì l’amore, mi chiedevo se sarei stata capace di
tanto se non avessi bevuto, non lo saprò mai, ma in fondo come dissi: ‘L’alcol
ti fa fare tutto ciò che non faresti da vivo!’, ero proprio brilla,
dissi vivo al posto di cosciente, ma alla fine ero brilla ma non così tanto, in fondo ricordo tutto come
se fosse accaduto, mezzo minuto fa, ricordo le ombre giocare e la luna
cullarci, ricordo l’odore del alcol, i tuoi occhi verdi-azzurri, la tua bocca,
il tuo sapore, quello della tua pelle,
ma la cosa la cosa che ricordo meglio è l’amore, ricordo bene l’amore, era
amore non passione, era amore non lussuria.
“Dimmi!” mi dici
sorridente, cosciente del fatto, che ti dirò le solite cose che dico quando
siamo in pubblico. Dimmi, stretta allo stomaco, cosa ero venuta a dirti? Mentre
penso queste cose i tuoi orati capelli mi distraggono, così, in uno strano modo
cominciò: “Ieri hai passato più di due
ore al telefono con Barbara … Che vi siete detti? ”, non Bailey, che fai?
Mi dico, così penserà che io sono gelosa, lui storce un po’ la testa poi dice:
“ Di Bob, di te, di NOI!”,
ecco, traumatizzata, quel noi a cosa si riferisce me e lui?O lui
e lei?
Mi metto le mani allo stomaco, sento dentro di me, la terza
guerra mondiale, vorrei chiederli, quel noi a cosa sta, ma mi trattengo li
sorrido, li sorrido d’amica, so bene cosa per lui significano i miei sorrisi,
dolore, odia i sorrisi d’amici, noi non siamo amici, siamo amanti … Già siamo
amanti. Ci amiamo di nascosto, ma nascosto da cosa? Da chi? Non c’è nessuno su questa nave
da cui debba nascondermi e l’unica persona da cui lui dovrebbe riguardarsi, non
lo pensa più come un ragazzo, ma solo come un amico, la sua Barbara, certo
infedele le starebbe meglio, ma devo riuscire a superare l’odio per un
fantasma.
“Vado!” li dico,
dandoli un bacio sulla guancia, quando vedo giungere Zack, con uno strafottente
sorriso, che sa cosa avrà in mente, qualunque cosa sia, rappresenta guai per il
mio Cody, ma io non posso farci niente, sono fatti così, so centinaia di
storie, ambientate in un Hotel, tra le vie aeree, alla ricerca di chi sa quale
tesoro, organizzare il ballo perfetto, oppure diventare dei proprietari di un
night per tredicenni, quante storie ci sono che ancora non so, tutto quello che
hanno combinato su questa nave, non è paragonabile, certo per ora si sono fatti
arrestare una volta, ma da quello che ho capito Zack si era fatto arrestare già
una volta, assieme al principe di non so dove, erano due pesti, che si
cacciavano sempre nei guai, sorrisi, mi chiedevo come il mio Cody, potesse
essere così pestifero, ma in fondo Zack aveva le idee e Cody si occupava dei
piani, quando Zack si occupava dei piani era sempre un disastro, solo una volta
avevano combinato qualcosa di buono, fatto riassumere Mosbey.
Mentre cammino per i corridoio, sono attirata da un rumore.
È il signor Mosbey, ne sono certa, però
non capisco affatto con chi parla, quatta mi avvicino, intravedo una testa
rossa, un’incantevole testa rossa, che sia … La professoressa Emma Tutweiller(Si
chiama così?) … Che si diranno? Non li riesco a sentire, ma li vedo benissimo,
infatti riesco a vedere un atto d’amore un bacio, si danno un bacio, quando si
staccano lei lo saluta, mandandoli un altro bacio, poi va via, cavoli viene
nella mia direzione, io però mi attacco al muro, nascosta dietro il ficus, li
non mi vede, li vedo andare via, in direzioni differenti, incredibile io ed il
mio Codylizioso non siamo gli unici
a ritagliarci angoli nostri, ad amarci di nascosto. Poi rido pensando a come
l’ho chiamato, da qualche racconto di Zack, una ragazza di nome Egnes, chiamava
così il MIO ragazzo, prima di
prendersi la cotta, per l’altro gemello.
Continuo a camminare per il corridoio finché mi ritrovo in
mezzo tra le camere dei Martin, quella di Cody è aperta, c’è dentro Wolly, che
sta preparando chi sa che cosa per London, quella di Zack è chiusa a chiave,
lui è fortunato a la camera singola, mi fa un po’ impressione, pensare, che una
volta quella era la mia camera, che una volta o dormito con un maschio che non
conoscevo, erano strani pensieri, scossi la testa, quella notte io non avevo
fatto nulla con Zack, non dovevo neanche osare pensarlo, io avevo Cody, di
meglio non cercavo, di meglio non c’era.
Sorvolai, fino a che non trovai la mia camera, dentro c’era London, in
tenta a provarsi, tremila vestiti, che venivano dalle città più ricche del
mondo, vedendomi mi disse: “Contadinotta
ti piace questo vestito? Viene da Roma!!”, si sentiva superba, sbuffai,
odiavo quando faceva così, non lo faceva per cattiverai, lo faceva perché aveva
un cervello nocciolina, entrai nella stanza e sarcastica dissi: “La stessa città di Luca!!”, lei smise di
sorridere, abbassò lo sguardo, buttò il vestito di Roma sul letto, prendendo
uno proveniente da Parigi. Pensare a
Luca, la faceva star male, io poteva capirlo, le sorrisi, poi l’abbraccia,
London non tentò di dissuadermi, perché lei ragazza dal cervello di nocciolina
conosceva i suoi limiti, Luca lo conosceva appena ma per lei aveva provato un
grande batticuore, di sicuro nulla di classificabile come Lance(Lanse), il
ragazzo pesce, quanto erano diversi, quanto si erano amati, ma più si è lontani
più e difficile, London, ragazza nocciolina, aveva provato su pelle la
differenza di ceti sociali, anche se ora
su quella nave, contavamo tutti uguali. Ed io Cody non me lo sarei mai fatto
scappare.
La mattina dopo andai, da Wolly e Cody, il primo mi disse, che
si trovavano in camera di Zack, entrandoci trovai, il maggiore dei Martin, al
telefono, con Meddy, la migliore amica di London, la ragazza nocciolina ci
teneva a lei. “Sta in bagno!!” disse
Zack, concedendomi per un attimo la sua attenzione, prima che Cody, uscisse dal
bagno, il suo magrolino corpo, era
avvolto dalla vita in giù da un accappatoio, capelli biondi, bagnati. Arrossi,
ero imbarazzata, tremendamente imbarazzata, “Be Cody, quando hai fatto, sono a Prua!” dissi, rossa, mentre
uscivo di corsa.
Quasi mezz’ora dopo …
“Ciao Bailey!!” mi disse, sussulto al cuore, “Cody!” dissi euforica, “Cosa volevi dirmi?” mi domandò
sorridente, “C’è il sole!” provai,
lui mi guardò confusamente, “Quella notte
la luna splendeva, ora il sole è raggiante!” dissi, allora lui capì, gli
accarezzai lievemente il volto, “Bailey …”
provò a dirmi, ma lo bloccai, con un bacio, un fievole bacio, poi li dissi: “Abbiamo abusato troppo spesso dei Ti Amo è
giunto il momento che la Luna lasci spazio al Sole!” ero stufa di amarlo
alla luce della luna, sapevo di certo che anche lui era stufo di quella via di
mezzo, di una storia d’amore, mi abbracciò, sentì il calore di mezzo giorno,
invadermi, la Luna ci aveva accompagnato la prima volta ed ora il Sole ci
legava a vita, “Ti amo, sinceramente! ” li sussurrai, dire Ti amo, mi aveva
ridato vita, quando lo dissi, non mi sembrò più quella parola senza
significato, che contemporaneamente significava tutto.
Ora il ti amo, aveva preso
un nuovo significato, io però non lo sapevo, ma avevo tutto il tempo del mondo
per scoprirlo.
“Ti amo … Mio fiore di campagna!”
mi sussurrò.
*
x mileybest: Grazie per aver commentato la mia ff,
ecco il continuo, sta volta si spera di soffrire di meno.
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