1) L'arrivo.
Quando
pensai di iniziare un corso di inglese non ne ero tanto entusiasta,
non
perché
non mi piacesse ma perché il mio ozio sapeva sovrastare
qualsiasi cosa ,
e
ciò irritava mia madre che subito mi iscrisse. Bé
è
inutile dire le difficoltà all'inizio ma la mia insegnante
Giada era bravissima e il mio amico Matteo paziente. Ah già
Matteo quel ragazzo che timidamente conobbi il primo giorno
di
lezione, e che tranquillamente mi disse: “
Non ti
preoccupare siamo tutti allo stesso livello ”, si
come no!
Lui era italo americano stava in Italia da 5 anni e
trascorse
la sua infanzia a Boston ; mi ricordo che quando lo scoprii ci rimasi
di sasso mentre lui ridendo mi disse:
“ E'
divertente guardare le vostre facce quando siete intenti a decifrare
le parole, per poi ascoltare la vostra eccellente
pronuncia
”
“ Bene
vedo che la cosa ti fa ridere, ma tu non hai niente da fare durante
il giorno che perdere tempo così? ” dissi
in modo
falso acido.
“ Ma
come siamo permalosi! Sto scherzando!!! anche se comunque non
arriverai mai ai miei livelli” quel sorrisetto
impertinente
mi fece spazientire, portai le braccia
al
petto e le incrociai “ Sei un
pallone gonfiato ”
dissi in tono accusatorio.
“ Oh
tanks ”. Niente da fare a Matteo piaceva
scherzare e far
ridere, era un giocherellone anche se delle volte si chiudeva in se
stesso, era quel tipo che preferiva soffrire in silenzio un po'
travagliato, però era un buon amico, riuscì
a
dedicarsi a me aiutandomi a perfezionare il mio inglese, quando
parlavamo l'italiano scompariva!, pensai divertita. Per un
breve
periodo fui attratta da lui, ma buttai subito via questo nascente
sentimento. Io per lui ero solo un'amica
e
quindi preferii non rovinare ciò che c'era tra noi.
E
poi il così tanto atteso viaggio, quel viaggio che
avrebbe
cambiato un po' di cose nella mia vita.
Giada
organizzò una vacanza studio di 2 mesi particolare. Aveva
deciso di
mandarci
in delle famiglie, disponibili di ospitarci, dopo di che dovevamo
recarci in un college e alla fine dovevamo fare un esame per prendere
un attestato. Eravamo un gruppo di otto ragazzi, tra cui Matteo; ogni
ragazzo aveva
orari
di lezioni differenti mattina e pomeriggio (ovviamente
questo si poté fare grazie alle conoscenze che aveva Giada
in
quel college).
All'arrivo
a Londra fummo tutti divisi, ognuno in case diverse.
Ricordo
ancora quando misi piede all'aeroporto londinese, l'aria che si
respirava, un ambiente completamente diverso dal piccolo paesino in
cui abitavo con i miei genitori e le mie due sorelle, e di cui tutti
sapevano che cosa ti accadeva neanche cinque secondi dopo l'accaduto.
A
dire la verità all'inizio non riuscivo a capire una sola
parola, ed immersa nella mia disperazione vedevo Matteo lanciarmi
sorrisetti divertiti, lo avrei
ucciso prima o poi! .
Presi
la mia valigia, ero emozionatissima, nonostante avessi 18 anni era la
prima
volta per me dall'Italia.
“ Sta
tranquilla te la caverai benissimo tutto è farci l'abitudine
”
, Matteo
mi fece
sobbalzare, ero talmente immersa nella mia eccitazione che mi prese
in contro piede.
“
Ma
cosa stai pensando? ”
“
è?
No stavo.... ”
“ Ah
ora ho capito! ” disse
di impeto Matteo, “
stai cercando varie opportunità di abbordare un inglese!
Bene
bene!!! Però signorina ricordati che in questo caso la
lingua
è molto importante ”
“Ma
cosa vai blaterando! Stavo pensando a questa magnifica aria londinese
che
subito
ti sfiora, posandosi delicatamente sulla pelle.. .”
la mia vena poetica stava prendendo il via “ e
questo.....aspetta un attimo ” fu
come un'ondata d'acqua
calda,
ma che stupida!
“ Che cosa hai
detto??? Puoi ripetere per favore? ”
Matteo
mi guardò con aria incompresa “ Ma
che... ”
“ Secondo
te sono venuta a Londra per fare la suora Giovanna? Rispondi!
”
tirai
fuori queste
bollenti parole a raffica e Matteo alzò le mani sino al
petto
in segno di difesa, e sarcasticamente disse : “ La
suora Giovanna? ”
“
Bé
si la suora Giovanna e allora? Rispondi! ”
“
Ma
certo che ti rispondo! ........era Don Giovanni, certo che te ne
inventi di cose!!! ”
rise.
“ è uguale l'uno vale l'altro non c'è
bisogno di
essere così pignoli, e poi la mia lingua va
benissimo........anche di fatto! ” ok
era ormai testato che l'aria di Londra faceva uscire ancora di
più
la mia pazzia...
“
Sei
proprio maliziosa, io dicevo seriamente ”
“
Si
si come no ” mi divertiva fare la l'offesa con
lui.
“
Forza
andiamo Milena prima che la tua maliziosità faccia
un
mix con la tua acidità ” mi
disse con un sorriso beffardo strizzando l'occhio.
“
Ancora?!?
Io sono dolce e viscosa come il miele mio caro ” gli
dissi mentre lui
stava
cominciando ad incamminarsi insieme al gruppo. Si girò verso
me e con occhi dolci mi disse: “ Lo so ”
ed ecco il mio Matteo
allo zucchero filato, quel Matteo così dolce....
“
Muoviti
lumaca! ” ed
ecco quello
che rovina sempre tutto!
“
Ehi
aspettami ” mi
misi a correre
con tutte le valigie , ero buffissima e per certi
versi
sembravo una pazza.
Mentre
uscivo dall'aeroporto il mio corpo si riempì di numerose e
vibranti sensazioni, ero felicissima. Giada mi chiamò
indicandomi il taxi che dovevo prendere, e presentandomi colui che mi
avrebbe accompagnato alla mia casuccia. Un ragazzo sulla trentina si
presentò, prese le mie valigie e le sistemò
nel
taxi, scambiò qualche parola con Giada e in un inglese
perfetto mi disse di salire.
Salutai
Giada e mi girai verso tutti gli altri intenti anche loro a
posizionare i bagagli ed a salire in taxi, Matteo mi fece un saluto
con la mano ed entrò nel taxi, io lo imitai.
Quando
il taxi partì ebbi la sensazione di non respirare per
l'emozione, sentii squillare il cellulare
>
mi
raccomando di parlare
bene inglese, di non fare pazzie e soprattutto...divertiti!
Per
qualsiasi cosa chiama. Ci sentiamo più tardi. Ti voglio
bene!!! Matteo <
Risposi
con un messaggio misero di contenuti del tipo si va bene!
La
mia mente era succube di quel paesaggio che ammiravo silenziosamente
dal finestrino, stavamo percorrendo una piccola località
vicino Londra, dominata dalla bellezza delle stupende villette
vittoriane a schiera, i miei occhi si spalancarono per la gioia e per
lo stupore.
Sarà
fantastico abitare in una di queste case.
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