Le cronache di Aveiron: Oscure minacce

di Emmastory
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Capitolo XX

Nuova e attesa calma

Tre giorni se ne sono nuovamente andati, e anche se da poco, mia sorella ha scelto di tornare a vivere con i nostri genitori. Parlandomi, ha compreso i pericoli di Aveiron e della giungla urbana, e non volendo che trovare un rifugio più sicuro e stabile, ha maturato una decisione a mio dire più che giusta. Ad ogni modo, il sole è ancora restio nel mostrare il suo oggi pallido volto, e con il vento che soffia, ululando minaccioso, fa freddo. Ora come ora, sono tranquillamente seduta sul divano di casa, intenta a leggere e rileggere quanto ho scritto nel mio diario, sperando che gli avvenimenti raccontati in quelle pagine riportino alla mia mente gioiosi ricordi. Rimanendo concentrata, non oso muovermi, ma improvvisamente, qualcuno fa il suo ingresso nel salotto. È Stefan. Ha in braccio la nostra piccola Terra, che guardandomi, sorride. “Ti ho fatto un disegno.” Mi dice, regalandomi un nuovo e luminoso sorriso. “Posso vederlo?” le chiedo, attendendo che mi porga quel bianco foglio. In silenzio, la bambina si limita a mostrarmelo. Un infantile schizzo della nostra intera famiglia. Le figure sono tutte vicine, e i sorrisi non mancano. “Siamo noi.” Chiarisce, toccando con mano quel disegno e mostrandomi il modo in cui ha creato sé stessa e noi due, suoi tanto amati genitori. “Terra, tesoro, è bellissimo.” Non posso che rispondere, sentendo un improvviso orgoglio crescere in me. Quasi per istinto, la guardo, e nel farlo, lascio che le mie labbra si dischiudano in un ennesimo sorriso. È solo una bambina, eppure, nonostante la giovane età sembra avere come noi un solo desiderio. Ritrovare la calma che perdiamo costantemente, respirare, ed essere felice. Chiaro è che quello sia solo un disegno, ma essendo sua madre, vedo la cosa in modo completamente diverso. Conosco bene la mia bambina, e sono convinta che per lei disegnare sia un modo come un altro di esprimersi. Le voglio bene, e mentre il tempo passa, io la guardo crescere e imparare, sempre conservando l’ardente e segreta speranza che diventi un giorno matura e responsabile come i suoi genitori. Stefan è inoltre del mio stesso avviso, e in ultimo, i suoi nonni ritengono che tutto sta nel modo in cui l’alleviamo. Orgogliosi di noi sotto ogni aspetto, sono convinti di stare vedendo un lavoro ben svolto, e pur faticando ad ammetterlo, sanno che non potrebbero chiedere di meglio. In tempi come questa, il sorriso e la gioia di quella bimba ci aiutano ad andare avanti, e ogni giorno non facciamo che sperare, uniti in un gruppo, in una nuova e tanto attesa calma.




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