Io credo in te, nel cuore mio...

di Darthemis
(/viewuser.php?uid=669126)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Il vento aveva smesso di soffiare da un bel pezzo, ovunque c'era soltanto aria di distruzione e sofferenza.
Persino il terreno sembrava gridare attraverso gli squarci e le crepe. Ma l'unico a gridare era lui.
Lui era li disteso a terra, trafitto da capo a piedi ma ancora in vita, ancora per poco se nessuno fosse intervenuto.
Dentro di se la rabbia per non poter reagire a quello strazio, gli occhi fissi e spalancati che riuscivano solo a guardare avanti. L'altro si trovava nel bel mezzo di quella landa ormai deserta.
Immobile, senza neanche un graffio, che con la sua espressione impassibile si beffava dell'avversario sfinito, con quelle iridi gelate che nascondevano caos e devastazione.
E infine sono arrivata io. Tremante, quasi inconsapevole di ciò che stavo per fare, ma sicura di me stessa. Per una volta nella mia vita avevo creduto nelle mie abilità, sapevo di star facendo una follia ma...
cosa non si fa per amore? Già, ero pronta a sacrificare la mia stessa vita per lui, l'unica persona che mi abbia mai accettata per quello che sono, incoraggiata e sostenuta in ogni situazione senza mai ricevere un grazie.
Mai un solo "grazie" è mai uscito dalle mie labbra. Ma questo era il momento giusto, l'occasione che avevo per dimostrargli davvero quello che valevo anche se era rischioso. Il momento era ormai giunto e non potevo tirarmi indietro.
Volevo solo riuscire a essergli utile, a proteggerlo o addirittura a salvarlo. Ma non andò cosi. Già perchè niente va mai come credi. Niente è mai come vorresti. Non puoi affrontare e sopraffare qualcosa di superiore a te, è una  legge naturale.
Ho colpito una volta e mi è stata fatale. In quel momento mentre il mio sangue scendeva indisturbato il mio cuore moriva ancora prima. E lui era li, che con gli occhi pieni di lacrime avrebbe voluto rimproverarmi per questo gesto sconsiderato. Si, probabilmente lo avrebbe fatto.
Ma quello fu l'ultimo momento in cui lo vidi. Avevo fallito ancora ma almeno stavolta ero felice, perchè nonostante tutto ero riuscita a gridargli quel "ti amo" che per troppo tempo è rimasto sepolto nella mia anima legato dalla terribile catena dell'insicurezza.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3521413