Misantropia (con Raffaele De Masi)

di Angela Albano
(/viewuser.php?uid=419365)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Non sono d'accordo con il mondo. Possiedo i sensi per pensarlo come niente.
Chiudo gli occhi, e una luce di spine m'inchioda alla croce. Una croce stupida, che mi ha insegnato tante cose.
Rido e piango degli uomini, dei loro sporchi muri bianchi, ché con tante facce divengono sudditi delle loro chiome.
Mescolo e rimescolo questa vita, e solo nel suo intervallo ne contemplo l'ombra, e vedo l'uomo che non accetto, per forma e struttura dei tanti esseri che rigetto.
Meglio uno spettro che ne ricordi l'orma; chi si estingue non sarà mai l'ultimo della sua storia.
Non voglio la vita, né la morte. Mi basta una fine che svesta me stesso, e non l'essere umano.

 

Io sono l'essere creato nell'essenza d'odio e disprezzo, indifferente riguardo all'esistenza della sua stessa razza. Vivo nella vergogna della natura umana: covo d’ipocrisia, fonte d'ispirazione per i canti di negatività. Mi nutro d'occulto, ordendo patti con me stesso, attirando l'atroce fine tanto ambita verso gli esseri senzienti, al fine di vivere il sogno di solitudine che invase la mia anima in età infante.
La mia nascita... il torto più grande. Portato alla luce in un mondo malvisto dal primo vagito.
Mi tiene in vita l'orgoglio per il mio essere diverso. Ogni respiro è frutto di malizia verso chi aspira alla mia morte. Ogni notte rimiro il cielo e sorrido, beandomi della dannazione, forgiando infine il mio accordo con la vita.

 

 

 

Dal libro "Enigma" di Angela Albano.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3525671