Unique

di babyluna
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"Era cresciuta in mezzo alla natura. 
Non aveva mai sopportato il rumore delle macchine, l'odore del gas, il cielo grigio. 
Lei era come un uccellino che non poteva essere chiuso in una gabbia.
Altrimenti si spegneva piano piano. 
Lei era particolare. 
Era speciale fra tutti, ma era diversa da ogni altro. 
Ogni tanto si sentiva come il pezzo di un puzzle creato per sbaglio, 
che non sarebbe mai riuscito a incastrarsi fra gli altri pezzi perché sbagliato. 
Eppure non sapeva che lei era un pezzo unico, che non era fatto per stare assieme a tutti gli altri, ma che poteva incastrarsi con un solo altro pezzo.
Lui non si riteneva speciale. 
Era solo un ragazzo, curioso, riflessivo, a volte infantile. 
E non se l'era mai chiesto, ma non sapeva di essere anche lui un pezzo unico, tanto unico quanto prezioso. 
E viaggiarono, viaggiarono fra universi paralleli, senza mai trovarsi. 
Finché un giorno si incontrarono.
E, osservandosi per poco, si resero conto che le loro parti combaciavano, e che il disegno che formavano era bellissimo.
Loro due non erano fatti per gli altri, no.
Erano come un lucchetto e una chiave, che si appartengono a vicenda: non possono essere scambiati, non possono essere allontanati. 
Lui era il solo in grado di consolarla nelle notti buie, quando l'oscurità le entrava nella testa e le impediva di aprire gli occhi. 
Lei era la sola in grado di renderlo felice, quando si chiudeva in sé stesso e si rifiutava di uscire. 
Erano diversi da tutto.
Eppure fra loro combaciavano perfettamente."




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