Partners in Crime

di Isara_94
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Stava fumando quando aveva sentito il ticchettio di tacchi alti. Aveva preso la sua forma femminile solo per dileggiarlo ulteriormente. Aveva commesso l’errore di far finta di nulla continuando a dargli le spalle. Dita affusolate ma estremamente forti tirarono la mano che teneva la sigaretta rubandogli una boccata di fumo.
-sembra che tu abbia dimenticato come funziona fra noi, signor Holmes- sussurrò suadente nel suo orecchio –per ogni vita che prendo al posto tuo, io posso prendere in cambio quello che voglio da te così che il tuo indegno fratello ti rimandi a casa senza che tu ti tiri indietro all’ultimo minuto. Cerca di tenere a mente che sono una divinità giovane… ma sono pur sempre una divinità-
Come a dire “evita di farmi perdere la pazienza”.Non rispose, lasciando che le sue lunghe unghie laccate di nero scivolassero sulla pelle. Non aveva paura, ma neanche voleva darle la soddisfazione di vedere che quel contatto gli stava facendo venire la pelle d’oca per il leggero fastidio.
-sei il mortale più interessante che abbia incontrato finora, la tua freddezza di pensiero è qualcosa di sublime. Ma…- artigliò dolcemente i suoi ricci scuri, mentre l’altra mano scendeva sul suo petto lungo la fila di bottoni tesi della sua camicia troppo stretta.
-non… sei… insostituibile- scandì lentamente, soffiando ogni parola nel suo perfetto quanto ingannevole accento inglese –quando rientri mi aspetto che tu faccia il tuo dovere-
Prese un tiro dalla sigaretta. L’oltraggio era ancora caldo, impresso a fuoco nei suoi pensieri –va bene, ma tu non osare mai più prendere le sembianze di John Watson uscendotene con certe richieste-
-niente che tu non abbia già sognato di volere. È evidente, sai? Tremendamente evidente- le sue labbra si stirarono in un sorrisetto irriverente –perfino il suo limitato cervello mortale deve aver capito. Hai ucciso per lui anche se questo significava accettare una missione suicida... e appena ti ho proposto il mio patto, hai detto sì, solo per avere una speranza di ritornare e averlo ancora una volta al tuo fianco- il sorriso ora doveva essere un ghigno ferino –questa è la più vile forma di sentimentalismo-
Com’erano arrivati, i tacchi si allontanarono lasciandolo solo a contemplare la scelta che aveva fatto. Pensava di essere finito in quell’angolo sperduto della Russia per aver stretto un patto col diavolo. Ora non era più così sicuro. Magnussen era solo un uomo, temibile, ma pur sempre umano. L’aveva ucciso, per assicurarsi che non potesse più far del male a nessuno.
Il vero diavolo invece l’aveva trovato lì, quando il desiderio di tornare a casa l’aveva reso disperato. Una creatura potente quanto volubile e ingannevole, che accettava di aiutarlo solo perché lo trovava un essere umano divertente. Non sarebbe bastato un colpo di pistola questa volta, un’arma mortale non poteva uccidere Loki.




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