Lupin III-Frammenti

di Fujikofran
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Franca era pronta per l'inaugurazione della mostra e si stava recando a Trastevere. Aveva appena fatto il pieno di benzina alla sua auto e stava pagando il benzinaio quando le suonò il cellulare: era Rebecca Rossellini. Perché la stava chiamando?
 
-Ma allora lavorerai anche tu alla mostra fotografica al Museo in Trastevere!- esclamò Rebecca, dopo averla salutata-
 
-Si, all'ingresso...sai che più di tanto...-
 
-Allora ci vedremo tra poco: uno dei fotografi, Altiero Rovani, è un mio amico, anche se non ci vediamo quasi mai, visto che abita a Torino. Te lo presenterò. Tanto non credo che ci sarai solo tu, alla sorveglianza all'ingresso-
 
-No, stasera ci sarà anche un buttafuori. Magari a fine serata potrai presentarmelo, Rovani, sempre se non dovrà andar via prima-
 
-No, sarò io a dover scappare: devo rivedere Arsene. Del resto sono la signora Lupin. Comunque, credo che dovremmo vederci anche noi due da sole davanti a un caffè: sono successi un po' di problemi tra me e lui e devo aggiornarti-
 
"Ma allora sono qui!" pensò tra sé e sé Franca, riferendosi alla banda Lupin.
 
-Senti, ma...-
 
-No, per ora c'è solo Arsene, il tuo amore, Fujiko e Goemon arriveranno prestissimo. E a proposito di Fujiko...va beh, magari vorrà dirtelo lei, anche se ormai ci sarà poco da tener segreto: appena la vedrai capirai-
 
La telefonata non fu lunga, ma lo era sembrata tanto per Franca, che cercò di non arrivare tardi. Non era solo il traffico ad essere inclemente con lei, ma anche i pochi parcheggi a Trastevere. Riuscì ad arrivare in tempo e, per fortuna, nemmeno tanto trafelata. Stavano allestendo i tavoli imbanditi con varie tartine, panini, stuzzichini e dolci, appena arrivati col catering. Erano state portate anche diverse bottiglie di prosecco. "Quanta roba buona" pensò Franca "ma a me non spetta nulla".
 
La vernissage era iniziata e la gente, tutti intellettuali, critici d'arte, giornalisti ed amici degli autori e dello staff organizzativo, era arrivata nel giro di poco tempo, Rebecca compresa, accompagnata dal suo maggiordomo Robson. I due salutarono Franca calorosamente e a lei fece piacere.
 
-Oh, poi te lo presento, Rovani, e magari non solo lui. Devo dirlo in giro che sei speciale!-
 
Speciale? A Franca piaceva molto l'atteggiamento di Rebecca, così alla mano e per nulla snob, anche se a tanti sembrava il contrario. Quando nessuno si presentò più all'ingresso, Franca disse al buttafuori che aveva bisogno del bagno. In effetti, ne aveva bisogno davvero, ma ne approfittò per provare a far una telefonata. Voleva chiamare Jigen. Di solito era lui a farsi sentire dopo tanto tempo e, quindi, le sembrava giusto farsi viva con lui, che rispose subito. Quella voce calda, quanti brividi!
 
-Si...sto per arrivare a Roma. Volevo farti una sorpresa, ma me l'hai fatta prima tu, chiamandomi. Sono felice, perché mi pensi ancora-
 
-Io ti penso continuamente, ma ho sempre paura di disturbarti o che ti possa succedere qualcosa-
 
-Hai ragione: qualcosa potrebbe succedermi ed è quella di morire di crepacuore, non appena ti vedrò. È così quando sono innamorato davvero-
 
Le aveva detto parole bellissime e si sentiva tremare. Non le importava se lui sparisse per mesi, senza farsi sentire, ma sapeva della sua vita complicata. Era pronta a ringraziarlo e a dirgli quanto lo amasse, quando avvertì della confusione provenire dalle sale del museo nonché delle urla. Salutò Jigen, uscì dal bagno e si precipitò a vedere che cosa fosse successo. Vide un uomo a terra e la gente intorno: era Rovani, che sembrava incosciente, come svenuto o, peggio, morto.
 




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