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REPRESSED
Ichigo
sollevò lo sguardo e sospirò. Si sentiva spenta,
svuotata, terribilmente sola.
Non
aveva più voglia di fare niente, da mesi si era abbandonata a
se stessa e a quella strana depressione che la attanagliava con
forza; aveva provato a reagire, ce l'aveva messa tutta, ma alla fine
era tornata punto e a capo. Ogni cosa era rimasta statica, preda del
tempo che trascorreva inesorabile e spietato.
Aveva
perso i poteri e sentiva di non possedere più la forza di un
tempo; si era allontanata dalle sue compagne di avventura, le quali
erano riuscite a farsi una vita dopo la fine della loro guerra contro
gli alieni.
Ma
soprattutto, Ichigo sentiva la mancanza di qualcosa di fondamentale e
caloroso, qualcosa come l'amore.
Proprio
in quel momento le tornarono alla mente tanti ricordi,
tutti
appartenenti
a un passato ormai lontano anni luce. Aveva deciso, poco dopo la fine
dell'ultima battaglia, di troncare con Masaya: gli aveva
semplicemente detto di aver sbagliato tutto, di non sentirsela più
di continuare la loro relazione, di non essere più in grado di
amarlo come meritava.
Lo
lasciò dopo aver fatto l'amore con lui per la prima volta, il
che lo sconvolse talmente tanto che non volle più saperne di
lei. Ichigo si rendeva conto di aver scelto il momento sbagliato, ma
nel momento in cui lei e Masaya si erano uniti in maniera così
intima, si era accorta che forse non l'aveva mai amato e desiderato
davvero.
Col
senno di poi, aveva come l'impressione di essersi presa gioco di se
stessa, più che di Masaya:
lui era stato un amore adolescenziale, quel tipo di amore che
chiunque vorrebbe vivere, ma che poi si rivela platonico e vuoto nel
momento in cui ha la possibilità di concretizzarsi.
Ichigo
sospirò ancora una volta e si decise a uscire di casa; aveva
un colloquio di lavoro e non poteva arrivare tardi anche stavolta. Le
era già capitato in quell'ultimo periodo, e per questo aveva
perso delle buone opportunità.
Il
punto è che si era semplicemente lasciata andare, non aveva
più dato importanza a ciò che le capitava e alle
occasioni sprecate: aveva soltanto vegetato, finché sua madre
non l'aveva obbligata ad andare all'ennesimo colloquio e le aveva
intimato di presentarsi in orario.
La
mattinata fu orribile: dovette attendere un sacco prima dell'incontro
con il titolare della gelateria, il quale poi la trattò con
sufficienza e non si sbilanciò più di tanto con lei.
Quando
Ichigo tornò a casa, si sentiva veramente affranta e non
nutriva alcuna speranza per quel posto di lavoro; chiunque avrebbe
preferito assumere una ragazza allegra e spigliata, non un reietto
come lei:
ecco
cos'era
ormai diventata.
Tamburellava
con le dita sulla scrivania e fissava con impazienza lo schermo del
suo computer: aspettava da due minuti e mezzo che il video caricasse,
ma questo sembrava non volerne sapere. Anche la tecnologia,
evidentemente, ce l'aveva con lei.
Quando
la canzone partì, Ichigo fece un balzo sulla sedia, con il
cuore in gola. Non si aspettava quell'inizio così potente e
sconvolgente.
I
travelled the way that you showed me Left all my sorrow behind I'm
living with rules you once told me Expecting myself to be fine
So
why the fuck am I lonely? There's no one inside I can call To
give up the fight is a warning That one day to stand you will fall
Ichigo
ascoltò con attenzione quelle parole, poi fece ripartire la
canzone da capo; era come se l'avesse catturata in maniera
irrimediabile. Non ascoltava quel genere di musica in genere,
sicuramente chiunque la conoscesse almeno un po' l'avrebbe presa per
pazza. Tuttavia, mentre sfogliava i suggerimenti su YouTube, lei
era apparsa come per magia e il suo titolo l'aveva attirata come una
sirena, perché si trattava di una parola che – più
di tutte – era finalmente in grado di descrivere come si
sentiva: repressa.
Il
cantante diceva chiaramente qualcosa d'importante: Ichigo ne fu
consapevole sempre più, man mano che riascoltava le prime
frasi della canzone. Per un sacco di tempo lei aveva vissuto secondo
delle regole e aveva calpestato un cammino indicato da altri, si era
dovuta affidare a ciò che le era stato ordinato, aveva
combattuto una battaglia che mai aveva sentito veramente sua.
I
left my sorrow behind (Você / Precisa / Direção) Warning
not to give up the fight (Me diga a verdade / Proteção)
Andò
avanti, ascoltò ancora. Non riuscì a comprendere bene
le parole in spagnolo – o forse era portoghese?
–,
eppure quelle in inglese bastarono a spiegare ciò che era
avvenuto nel suo passato.
«Lasciati
tutto alle spalle, Ichigo, pensa solo a combattere. Sai che è
per una giusta causa, non ci sono alternative» le aveva
ripetuto Ryou un'infinità di volte.
E
lei aveva abbassato la testa, ingoiato il boccone amaro e si era
scagliata senza ripensamenti contro il nemico.
Your
words that gave me direction Helped me turn into what I thought I
wanted Fists that gave me protection Helped me deal with you So
for now our days are through
Le
parole di Ryou, dure e concitate, l'avevano sempre raggiunta come
pugni, sollecitandola a combattere, ancora e ancora, senza mai
fermarsi; quelle di Keiichiro, più dolci e pacate, non erano
però state meno dolorose: il risultato era sempre stato lo
stesso, bisognava lottare, sconfiggere, uccidere, eliminare...
Ma
perché? Possibile che tutti la pensassero davvero così
e che non provassero un po' di rimorso?
Ichigo
ora si pentiva, rimpiangeva
di aver dato loro ascolto. Ora capiva che sarebbe stato più
semplice se lei e le altre si fossero ribellate a quel volere, a quel
dovere a cui nessuna di loro aveva mai saputo trovare un significato.
Ne avevano parlato qualche volta, durante i momenti di calma, di
riflessione, quando non c'erano battaglie in vista: l'unica che aveva
esternato i suoi veri sentimenti era stata Retasu, che mai aveva
effettivamente nascosto il suo estremo desiderio di pace e la voglia
di interrompere quella guerra insensata tra umani e alieni.
Ichigo
sospirò e si maledisse mentalmente. Stava improvvisamente
pensando a Kisshu.
Nothing
left Nothing rests Nothing grasp
Niente
era rimasto di loro, niente.
Kisshu
ci aveva provato, aveva tentato di dirle – con i suoi modi
impertinenti e spesso fastidiosi – che l'amava, che l'avrebbe
sempre amata, che per starle accanto avrebbe rinunciato lui stesso a
quella battaglia, avrebbe tradito il suo signore e la sua gente per
lei. Una stupida umana, la sua
stupida umana preferita.
Ichigo
non l'aveva mai voluto ascoltare,
non aveva voluto capire ed era andata avanti a testa alta, con
l'illusione di un amore nel cuore e le parole dei suoi superiori
nella testa.
Combatti
Ichigo, combatti.
You
declared what your faith is But you still have the fear The way
you've left your life open Will no bring your destiny here Do I
continue my journey Confusion is wrapped in my mind So when
your gone with your martyr You can continue your lies
Era
stata tutta una bugia, una sporca bugia. Ichigo aveva permesso a Ryou
e Keiichiro di metterle in testa delle idee che, in altre
circostanze, non avrebbe mai condiviso né accettato. E ora
rimpiangeva
di averli ascoltati, ma soprattutto si odiava per aver agito come
loro avevano voluto.
Quei
due le avevano imposto quella stupida battaglia come fosse una vera e
propria fede; gliel'avevano inculcata, le avevano fatto il lavaggio
del cervello con sottigliezza e violenza al tempo stesso, e lei ci
era cascata.
Aveva
fatto cose di cui si era pentita, aveva messo a repentaglio delle
vite e, soprattutto, era andata contro il suo cuore.
(Você
/ Precisa / Direção) (Me diga a verdade / Proteção)
Seguire
il proprio cuore non era contemplato nella battaglia: lei e le altre
Mew Mew erano state solo delle macchine da guerra, delle pedine,
degli strumenti per permettere a due pazzi megalomani di raggiungere
un obiettivo, un traguardo che non aveva niente di ammirevole né
di soddisfacente.
Ichigo
aveva dovuto agire, non reagire.
E
tutto questo l'aveva distrutta, aveva cambiato per sempre il suo
essere, l'aveva annientata all'interno e aveva fatto sì che
ora provasse solo rimpianto, rimpianto marcio.
Your
words that gave me direction (Proteção) Helped me
turn into what I thought I wanted (Me diga a verdade) Fists that
gave me protection (Você / Precisa / Direção) Helped
me deal with you (Você / Precisa / Proteção) So
for now our days are through (Me diga a verdade)
Al
secondo ritornello, Ichigo stava già canticchiando quella
canzone. Era talmente immersa nei suoi pensieri, che a malapena se ne
rese conto. Quel testo raccontava della sua vita passata e di quella
presente, ma non voleva che descrivesse anche il suo futuro. Come
poteva evitarlo?
Ormai
aveva fatto ciò che Ryou e Keiichiro avevano predisposto per
lei, ormai aveva scacciato gli alieni, aveva riportato la pace. Aveva
fatto tutto ciò, ma il prezzo da pagare era stato alto.
Aveva
rinunciato a se stessa, ai suoi sentimenti, all'amore. A Kisshu.
Ichigo
continuava a pensarci. Da quando aveva scoperto dell'esistenza di
quella canzone, non aveva più smesso di ascoltarla, né
di associarla a ciò che le era capitato in passato.
Anche
il ricordo di Kisshu era sempre vivido nella sua memoria. Come aveva
potuto lasciarlo andare via così? Come aveva potuto credere di
amare Masaya? Forse quell'illusione era legata alla convinzione che
un amore umano
fosse giusto,
mentre quello per un alieno
era un sacrilegio.
Ma
più Ichigo ci rifletteva, più comprendeva che il vero
alieno – in tutta quella faccenda – era stato per lei
Masaya, che l'aveva sempre trattata con freddezza e non aveva mai
dimostrato passione né trasmesso calore, cose che invece
Kisshu le aveva sempre dedicato: bastava un solo sguardo dell'alieno
per scaldare il cuore di Ichigo, anche se all'epoca non l'avrebbe mai
ammesso, neanche a se stessa.
Era
come se temesse che qualcuno le leggesse nel pensiero – era
questo, dunque, il terrore della guerra?
I
left my sorrow behind I left my sorrow behind Warning not to
give up the fight Warning not to give up the fight
Seduta
sotto un ciliegio in fiore, le cuffie alle orecchie, Ichigo ascoltava
per l'ennesima volta quella canzone.
Aveva
sempre lasciato dietro di sé i sentimenti e i problemi
che da essi sarebbero derivati – non si era ribellata, mai.
Un
amore tra lei e Kisshu sarebbe stato un problema,
ecco perché aveva finto che non le importasse, fino all'ultimo
istante aveva trattato con indifferenza l'alieno, sperando che i
sentimenti per lui scomparissero.
Tutto
doveva essere represso,
l'unica cosa importante era non smettere di combattere, per nessuna
ragione.
You
declared what your faith is But you still have the fear I will
continue my journey I need your lies no more
Ma
ormai Ichigo non aveva più bisogno di quelle bugie, anche se
avrebbe tanto voluto accorgersene prima. Ormai il danno era fatto,
aveva perso tutto ciò a cui teneva. Aveva perso Kisshu,
l'aveva scacciato con forza e adesso comprendeva che non avrebbe mai
dovuto farlo.
Your
words that gave me direction (Proteção) Helped me
turn into what I thought I wanted (Me diga a verdade) Fists that
gave me protection (Você / Precisa / Direção) Helped
me deal with you (Você / Precisa / Proteção) So
for now our days are through (Me diga a verdade)
E
mentre ci pensava, Ichigo cantava. Aveva imparato a memoria quel
testo, erano bastati pochi giorni per imprimerlo a fuoco nella sua
mente. Raccontava di lei, lo aveva capito fin da subito. E non le
importava che qualcuno potesse sentirla, non importava che potesse
stonare o che non rendesse giustizia a quelle voci grintose e sporche
– perché Ichigo, di sporco, aveva solo
la sua coscienza.
(Direção
/ Proteção) So for now our days are
through (Me diga a verdade / Direção / Proteção) So
for now our days are through
Nothing left Nothing
rests Nothing grasp
Avrebbe
voluto sapere la verità in passato, avrebbe voluto ascoltarsi
e mandare al diavolo il folle piano a cui era stata costretta a
partecipare, ma ormai era troppo tardi e non le rimaneva niente,
assolutamente niente che non fosse il rimpianto.
Era
inutile domandarsi come sarebbe andata se avesse agito diversamente,
ormai era tutto perduto, andato per sempre.
Never
underrate the man with nothing left inside Never underrate the man
with nothing left inside
Ichigo
gridò quelle due frasi con violenza, fin quasi a scorticarsi
la gola.
Si
sentiva vuota. Non c'era più nessuna possibilità che
Kisshu tornasse da lei, era un sogno troppo stupido e irrealizzabile.
Ichigo
chinò il capo e, mentre la canzone ricominciava da capo, lei
riprese a cantare, il viso inondato da un fiume inesorabile di
lacrime.
Le
lacrime di chi non ha più niente dentro.
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