Reckless things

di 365feelings
(/viewuser.php?uid=54908)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Titolo: Reckless things
Fandom: The Raven Cycle
Coppia: Blue/Gansey
Rating: safe
Genere: sentimentale, un po' angst, fluff
Avvertimenti: mossing moments, slice of life, headcanon
Prompt: Blue/Gansey: Blue non riesce a dormire e, ancor prima di accorgersene, sta già componendo un numero.
"Blue?"
"Portami via"
Note: se non erro anche questa era stata scritta per una delle iniziative del gruppo fb We are out for prompt

è tutto un po' vago per evitare spoiler di BLLB (la ragazza che mi ha lasciato il prompt non lo aveva ancora letto), però cronologicamente si colloca proprio tra BLLB e TRC. Mi sono collegata all'altra Blue/Gansey che ho scritto, I meant to call Congress, but your number is one off. Infine mi sono vagamente ispirata a Drive di Halsey e a una citazione della saga che non trovo più e forse, a questo punto, mi sono solo sognata.


 
Le persone fanno cose sconsiderate quando sanno che stanno per morire.
Ha perso il conto di quante volte glielo hanno ripetuto o lo ha fatto da sola, come mantra, fino alla nausea.
Le persone – Gansey – fanno cose sconsiderate quando sanno che stanno per morire.
Le persone, Gansey: non lei. Lei non può, lei non deve, lei — «Portami via», gli ha detto e lui lo ha fatto. Nemmeno per un istante ha pensato che si sarebbe rifiutato e ora si odia per la propria debolezza.
Riportami a casa.
Lo pensa solamente. Non va bene, non va per niente bene. Forse se lo pensa con più intensità, forse allora riuscirà a dirlo, quindi riprova.
Riportami a casa riportami a casa riportami a casa pausa prima che faccia qualcosa di davvero molto stupido – davvero ti ucciderebbe se ora ti baciassi?
Ancora nulla, solo silenzio nell'abitacolo e la notte che preme oltre i finestrini della Camaro.

Gansey ferma la macchina su uno spiazzo da cui si vede la città. Henrietta è piccola e lontana. Anche i loro problemi, all'improvviso, sembrano piccoli e lontani da lì.
Blue è ancora nervosa e di cattivo umore, però ora va un po' meglio, ha un po' meno voglia di fare cose sconsiderate.
«Mary Quant».
È la prima volta che Gansey parla da quando ha risposto al telefono.
«Raccontami di Mary Quant».
«Raccontami di – oh».
«L'hai citata quando –».
«Sì sì, ricordo» lo interrompe e si sistema meglio sul sedile per stare più comoda «Barbara Mary Quant. Nasce nel '34 in un sobborgo di Londra da genitori gallesi. A sedici anni va via di casa e nel '55 apre la sua prima boutique. È un successo immediato».
Senza quasi rendersene conto ha iniziato a rilassarsi e il cattivo umore a dissolversi.
«Comunque la minigonna. Si dice che ne sia stata l'inventrice» riprende «La lancia facendola ad indossare a Twiggy –».
«Twiggy?»
«Sì, Twiggy. Lesley Hornby all'anagrafe. Ma veramente non ti insegnano nulla in quella scuola privata in cui vai».
«Potresti aggiornarmi tu, però» le dice, come le ha detto quando l'ha sentita citare Mary Quant e non sapeva chi fosse.
«Vedremo» replica trattenendo un sorriso «Ora però torniamo».

Il mattino seguente ha ovviamente sonno. Seduta sul bordo del letto e ancora in pigiama si passa una mano sul volto cercando di scacciare la stanchezza.
«Fatto cose sconsiderate?» chiede Noah.
La risposta è un grugnito che si spegne contro il cuscino.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3534931