Una via di mezzo

di Mikirise
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Una via di mezzo





 
Se mi fossi sdraiato a terra e avessi osservato abbastanza a lungo una formica o un fiore, magari avrei potuto carpire alla natura qualcuno dei suoi segreti. Così, per Natale, avrei potuto regalare al pater la pace dell'anima.
L'enigma del solitario, Josein Gaarder






 

Prologo



Steve guarda il bigliettino e veramente non riesce a capire. Aggrotta le sopracciglia e lo sfiora con le dita, sentendo la superficie liscia della carta e del nastro adesivo.

Quasi lo immagina. Lo immagina a scrivere e ad attaccare il foglietto, come un bambino che non ha mai smesso di essere, in realtà. Magari lanciava sguardi veloci verso la sua camera, ed è possibile che volesse essere fermato. Da Steve. Steve non si è svegliato, però, è lui ha continuato a nascondere, a scrivere. Forse ci riesce a capire qualcosa. Ma non vorrebbe.

È attaccato alla controcopertina del suo libro di Arte Contemporanea, quel bigliettino. Ed è diverso da un post-it sul frigo, con uno smile e un P.S. È diverso dalla caffettiera accesa la mattina e l'odore del caffè per tutto l'appartamento. Non è un sorriso quello sul suo viso.

 
  1. Io non sono mio padre e a volte penso tu mi veda come Howard.
No, non c'è nessuno smile. Non sembra un buon messaggio da buongiorno.




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