Let's marry in the space station.
Quella mattina si era alzato, sentendo il suono della notifica del
cellulare. Cosa si era perso?
Iniziò a scorrere i messaggi, Jumin che continuava a
schiavizzare Jaehee, Zen e il suo ego smisurato, Yoosung e le sue
partite a LOLOL. Tutto sembrava essere nella norma. Poi lesse i suoi messaggi.
Messaggi che parlavano della sua relazione perfetta con l'albino, di
quanto fosse contenta di poter essere finalmente riuscita ad
incontrarlo, uscendo da quell'appartamento dentro cui era segregata.
Sapeva che stava mentendo.
Sapeva che in realtà, non appena si erano visti, lei era
scoppiata in lacrime tra le braccia di lui, esprimendo tutta la sua
frustrazione, il suo dispiacere nell'averlo illuso e di essersi
propriamente illusa.
Sapeva che in realtà tra lei e il ragazzo non c'era niente.
Sapeva tutto. Zen
glielo aveva detto.
Con gesti veloci digitò sull'apparecchio che aveva tra le
mani, scrivendo l'ennesima battuta su Elizabeth 3rd, l'amatissima gatta
di Jumin. I commenti sprezzanti degli altri membri della compagnia non
tardarono ad arrivare, e lei espresse la sua opinione con un semplice
"Dovresti smetterla di tormentare quella povera gatta.". Sorrise
amaramente tra sé, ricordando quando, fino a una settimana
prima, chattavano tranquillamente, scambiandosi battutine penose, e di
come lei ridesse a quelle.
Si sentiva un povero disperato, o forse lo era: troppo codardo per
dichiararle il suo amore, per dirle che l'aveva osservata dall'inizio,
che si era innamorato di lei da subito, nonostante non sapesse nemmeno
il suo nome.
Era stato lui a rovinare tutto, iniziando ad ignorarla, a non
rispondere più alle sue chiamate o ai suoi messaggi.
Dopo aver chiuso la chat andò sul suo profilo, cambiando
stato, e sostituendo alla dedica per la sua adorata Elly una serie di 0
e 1, un codice binario che per l'ennesima volta gli ricordavano quanto
fosse stupido.
Si vestì e uscì di casa, doveva andare al
supermercato dato che, come aveva notato la sera prima, il cibo in
quell'appartamento iniziava a scarseggiare, ed era meglio approfittare
di quel momento in cui non aveva del lavoro da svolgere.
Comprò tutto ciò che gli serviva e dopo aver
pagato alla cassa si affrettò sul percorso verso casa.
Qualcosa, però, lo distolse completamente dai suoi pensieri,
facendolo fermare all'istante. Qualcosa, o per meglio dire qualcuno.
Lei era lì, ferma al semaforo in attesa che diventasse verde
e poter attraversare. Aveva il volto chinato sul cellulare, la frangia
che le cadeva sugli occhi e i lunghi capelli castani sciolti sulla
schiena. Ogni tanto accennava un sorriso, rivolto chissà a
chi. A quel pensiero sentì lo stomaco stringersi, aveva
appena avuto un attacco di gelosia? Si chiese perché,
dopotutto era stato lui a far freddare il loro rapporto.
Le lanciò un ultimo sguardo carico di malinconia, per poi
girarsi e continuare sulla sua strada.
Un urlo squarciò l'aria tranquilla di quella strada, un urlo
pieno di disperazione, un urlo in cui riconobbe la sua voce chiamare il
suo nome.
« LUCIEL! »
Si voltò appena in tempo per vederla correre verso di lui e
gettarglisi addosso, aggrappandosi alla sua maglia e iniziando a
piangere.
Lui era rimasto immobile, totalmente paralizzato. Non sapeva cosa fare,
doveva allontanarla da lui ancora una volta? Oppure accoglierla
gentilmente, ascoltare i suoi problemi e consolarla? Prima che il suo
cervello potesse anche solo elaborare una possibile soluzione, lei
iniziò a dire una serie di numeri. Era un susseguirsi di 0 e
di 1, che uscivano dalla sua bocca uno dopo l'altro, senza sosta.
Riconobbe in quella sequenza il codice binario che aveva messo come
stato nemmeno un'ora prima, e non poté fare a meno di
sorridere.
Quando finì di recitare il codice la ragazza si
ritrovò priva d'aria, inziando a respirare a fatica anche
per i singhiozzi.
« Smettila di ignorarmi! - disse dopo aver ripreso un po' di
fiato - Smettila di allontanarmi da te! Smettila, smettila, smettila!
»
Continuava a piangere, stringendo con maggiore forza il tessuto rosso
della maglia di lui.
« Sposiamoci... Sposiamoci in una stazione spaziale!
»
Fu quell'ultima frase a far scattare qualcosa in lui, qualcosa che lo
fece muovere verso di lei, che lo portò a stringerla fra le
sue braccia in maniera quasi bramosa. E lei ricambiò
quell'abbraccio con la stessa disperazione e voglia di tenerlo stretto
a sé, spingendosi poi alla ricerca delle sue labbra.
Si baciarono, il loro primo bacio, una miscela di dolcezza e passione
che inebriò i sensi di entrambi.
Non era bravo a dimostrare i suoi sentimenti con le parole, era un uomo
cresciuto senza amore, convinto fino ad allora di non meritarne, ma
adesso si era reso conto che forse non era così, che se
fosse effettivamente scomparso qualcuno se ne sarebbe accorto, lei se ne sarebbe
accorta, perché lei era lì, poteva toccarla,
stringerla a sé, sentire che non era solo una mera illusione.
Adesso i pezzi del puzzle combaciavano, non c'era più
bisogno di messaggi criptati, lei sarebbe stata al suo fianco, gli
avrebbe sempre tenuto la mano durante il cammino della loro vita, non
avrebbe perso la speranza, perché sapeva che, da quel
momento in avanti, lui non l'avrebbe più lasciata sola, e
lui sapeva che lei avrebbe fatto lo stesso.
Angolo Autrice
Breve fanfiction dedicata a Luciel e MC di Mystic Messenger, senza
molte pretese, avevo bisogno di sfogare tutto il dolore che questo
personaggio fa provare con la sua storia, nonostante non abbia ancora
giocato la sua route...
Per scrivere questa ff mi sono leggermente ispirata alla sigla del
gioco, che personalmente adoro. Onestamente non sapevo dove inserire
questa storia, dato che nella sezione dei videogiochi non è
presente il fandom di Mystic Messenger, tantomeno nella categoria degli
anime, quindi la metto qui nei manga/anime vari e risolviamo il
problema (?)
Se notate qualche errore non esitate a dirlo, provvederò
subito a corregere. Sperando che ci sia qualche altro fan di questo
fantastico gioco,
LoveStory214