Salve a tutti!
Prima di lasciarvi a questa piccola shot che avete
deciso di leggere aprendo questa pagina mi impegno a dire qualcosa!
xD
Prima di tutto...io sono Valeria, ovvero
SweetPandemonium e ho creato questo account per postare le Shot o altre storie.
Nel mio account ormai c'è il casino visto che scrivo un sacco -_-"
xD
Ripeto inoltre, tutte le volte che:
NIENTE DI QUELLO CHE SCRIVO è
VERO! [see, te piacerebbe! xD]
TUTTO COMPLETAMENTE INVENTATO E
NON è MIA INTENZIONE OFFENDERE NESSUNO!
[Si insomma, tutti fidanzati ecc ecc! xD]
Buona Lettura =)
Are we having just fun
yet?
Tutto era iniziato come un
gioco.
Tutto con un tour
spaventosamente lungo e stressante e con un paio di birre di
troppo.
Tutto con quella frase.
“Ci stiamo solo
divertendo”
Ma ora il tour era finito.
Michelle si incazzava ogni
volta che il suo ragazzo tornava a casa ubriaco.
Gli urlava: “Ma perché non
puoi fare come Matt? Vedi? Lui si sa controllare! Non come te, che sembri un
bambino!”
Brian faceva finta di
ascoltarla, simulando una faccia dispiaciuta, ma la maggior parte delle volte la
mandava a quel paese e usciva di casa, sbattendo la porta. Insomma, era l’unica
al mondo a non sapere che dopo una sbronza c’è un fottuto mal di testa da
panico?
Non era mai stato un problema.
Aveva sempre avuto un posto dove andare.
Casa di Jimmy. Johnny. Matt o
Zack.
Ma al ritorno da quel tour,
tutto sembrava cambiato.
Jimmy aveva la sua ragazza,
insomma, non lo voleva certo tra le palle.
Johnny, leggere
sopra.
Matt…Dio, andare da Matt per
sorbirsi la copia esatta della sua ragazza. Neanche
morto.
Zack…certo, lui gli avrebbe
aperto la porta, l’avrebbe invitato in casa e gli avrebbe offerto un aspirina ed
un bicchiere d’acqua. Non desiderava altro, al
momento.
Comunque non se lo chiese
neanche. Non si chiese se poteva andare da Jimmy, dato che era comunemente
conosciuto come il suo migliore amico, né se a Johnny avesse potuto dare
fastidio una sua improvvisata in piena notte.
Fu semplicemente quello che
fece. La strada che intraprese inconsciamente appena uscito da casa: quella che
portava a casa di Zack.
Si fece, inoltre tutto il tragitto sotto
l’acqua. Era un periodo no, per lui. Insomma, erano a Huntington
Beach, in California, pioveva una volta ogni due mesi, e lui, ovviamente, doveva
beccarsi quell’unico alluvione.
Arrivò a casa dell’amico con i capelli attaccati al viso e i vestiti
zuppi, andando a ripararsi velocemente sotto la
tettoia.
Si attaccò letteralmente al campanello, fregandosene altamente
dell’orario improponibile, ma Zack aprì la porta solo qualche minuto
dopo.
Si presentò alla porta con i capelli disastrati, tuta da casa e una
t-shirt slargata.
- Syn, ma che cazzo ci fai qui a quest’ora? – gli chiese, sorpreso e un
po’ scocciato.
- Ho litigato con Michelle. Mi dai asilo politico? – ritorse,
speranzoso.
Zack rimase serio e sbuffò – Entra cretino. È togliti le scarpe. Mi bagni
tutta la moquette – sibilò solo, togliendosi dalla porta per permettergli di
entrare.
- Che facevi? – chiese Brian, facendo quello che l’amico gli aveva
chiesto, anzi ordinato.
- Che cazzo di domande fai? Dormivo, è questo che fa la gente alle tre di
notte, di solito. – rispose, acido, andando verso la camera da
letto.
Ne tornò qualche secondo dopo con un asciugamano e glielo tirò addosso
poco delicatamente.
- Asciugati i capelli. Mi stai gocciolando sul pavimento. – disse,
guardandolo poi severamente con le braccia incrociate al petto.
Brian aggrottò le sopracciglia
ma sorvolò su quel comportamento.
- Non è che avresti
un’aspirina, o qualcosa del genere? – chiese poi, mentre si frizionava i
capelli.
- Cos’è, Michelle ha urlato
così tanto che ti è venuto mal di testa? – chiese l’amico, con tono
sarcastico.
Brian sbuffò – No, ieri ho
semplicemente alzato un po’ il gomito e quando sono tornato a casa, si è
incazzata. -
Zack ridacchiò divertito –
Brian, io ho alzato un po’ il
gomito, Johnny ha alzato un po’ il gomito. Tu e Jimmy eravate andati! –
puntualizzò.
- Oddio Zack, non sono venuto
qui per farmi fare un'altra paternale! – piagnucolò il primo chitarrista,
gettando l’asciugamano sul divano.
Il ragazzo dagli occhi verdi,
abbassò lo sguardo sul pavimento, con le braccia ancora strette al
petto.
- Allora…perché sei venuto
qui? – chiese, sussurrando.
Brian rimase sorpreso e senza
parole dal tono che aveva usato.
- Scusa, non pensavo di…si,
cioè, disturbarti. – disse,
abbassando un po’ la testa.
In effetti non ci aveva
neanche pensato al fatto che forse a Zack poteva dar
fastidio.
Zack scosse la testa, coscio
del fatto che Brian era sempre stato un duro di
comprendonio.
Sospirò e andò verso la cucina
– Ti prendo l’aspirina – disse semplicemente.
Brian lo seguì con lo sguardo
fino a quando non scomparve nell’altra stanza.
Si lasciò cadere sul divano e
sospirò, abbassando lo sguardo.
Chi è che voleva prendere in
giro?
Poteva mentire a Michelle,
poteva persino farlo con Zack…ma con se stesso sarebbe stata un’idiozia. Più
delle altre cose miliardi di idiozie che aveva fatto negli ultimi
mesi.
Sapeva benissimo perché era
andato proprio da lui a “chiedere asilo”.
Fece un profondo respiro e si
alzò, deciso a smettere di prendersi in giro.
Camminò con determinazione
verso la cucina, ma appena fece per solcare l’uscio della porta, lo fece anche
Zack e allora si scontrarono.
Il più piccolo aveva in mano
un bicchiere d’acqua, dove all’interno si stava sciogliendo la pastiglia, ma
ovviamente tutto il contenuto si sparse per terra e sulle loro
t-shirt.
- Cazzo Brian! Ma sei un
danno! – esclamò Zack, guardandosi la macchia sulla
maglietta.
- Oh cazzo, scusami! Volevo
raggiungerti di la! – si scusò il moro passandosi imbarazzato una mano tra i
capelli umidi.
Zack sbuffò e si asciugò le
mani bagnate sulla maglia, tanto il danno era già stato
fatto.
Quando però alzò lo sguardo si
rese conto di quanto fossero vicini.
Brian aveva gli occhi fissi su
di lui – Mi dispiace. – ripetè, quando si accorse che ora anche Zack aveva
l’attenzione su di lui.
Lui contrasse la mascella e
fece un passo indietro.
- Non fa niente. Ora però vado
a cambiarmi. – disse poi, facendo per sorpassarlo, ma Brian lo afferrò per un
braccio.
- Aspetta…-
sussurrò.
- Che c’è ancora? – fece
scocciato l’altro.
- Forse noi dovremmo…beh si,
parlare…- disse, sempre con tono
basso, quasi avesse paura che qualcuno potesse
sentire.
- Di cosa? – volle sapere
Zack, anche se sapeva benissimo quello a cui l’amico si stava
riferendo.
- Di quello che è
successo…durante il tour…- rispose comunque l’altro,
imbarazzato.
- Non è successo nulla. Ci
stavamo solo divertendo, no? – disse, strattonando il braccio per liberarlo
dalla sua presa.
Avrebbe voluto usare un tono
sicuro, distaccato e superficiale.
Tutto quello che gli uscì fu
insicurezza malcelata.
Brian sospirò – Avanti Zack,
ero ubriaco…- disse, appoggiandosi al muro e raccogliendo le braccia al
petto.
- Usi sempre la solita
scusa…aggiornati. – commentò acidamente l’altro, distogliendo lo
sguardo.
- Zack, per favore, mi
dispiace okay? Ma…arrabbiati pure ora, ma non sono pentito di quello che ho
fatto. – rispose, mettendosi dritto e guardandolo con sguardo dispiaciuto e
preoccupato.
Se fosse stato in Zack si
sarebbe tirato un pugno dritto in un occhio, senza
dubbio.
- Neanche io. – rispose invece
Zack, con un sussurro, sorprendendolo.
In quel momento Brian scollegò
il cervello. Non ne aveva più bisogno. Era giunto alla sua conclusione e
sembrava la più giusta a cui sarebbe mai potuto
arrivare.
Come quando alla fine di un
equazione matematica tutti i risultati coincidono, senza alcuna percentuale
d’errore.
Allungò una mano e toccò
delicatamente con le sue dita quelle bianche e fredde di
Zack.
Il ragazzo guardò
immediatamente le sue dita che lo accarezzavano, poi alzò lo sguardo e vide che
Brian lo stava guardando, pronto a leggere nei suoi occhi qualsiasi possibile
reazione.
Vi lesse solo sorpresa e
ansia.
Non se ne preoccupò e fece un
passo verso di lui, poi un altro, gradualmente.
Quando gli arrivò a pochissimi
centimetri di distanza la sua mano aveva ormai stretto con sicurezza quella di
Zack che non aveva fatto alcun movimento per interrompere o approfondire quei
lievi contatti.
Non fece nulla neanche quando
Brian sporse lentamente e cautamente la testa, per poter accarezzare con le sue
labbra quelle del compagno.
Vi lasciò un piccolo bacio,
poi un altro leggerissimo.
Aveva gli occhi aperti e
ancora fissi in quelli verdi di Zack. Aspettava, aspettava che facesse qualcosa.
Avvicinarlo o allontanarlo. Qualsiasi cosa.
Dopo qualche altro secondo di
indecisione però la mano libera del chitarrista più piccolo si poggiò
velocemente sul suo collo e premette con forza le labbra sulle
sue.
Finalmente! Fu l’unico pensiero che fece Brian, prima
di ricambiare il bacio con altrettanta foga.
Quando si allontanarono
avevano entrambi il fiato corto.
Brian osservò le guance
arrossate del ragazzo davanti a lui e le labbra gonfie ed invitanti. Le avrebbe
baciate di nuovo se non avesse avuto bisogno di un secondo per riprendere le
proprie funzioni respiratorie.
Sorrise leggermente e come
effetto condizionato lo fece anche Zack.
Quei sorrisi però, durarono
solo qualche secondo.
- Ci
stiamo ancora solo divertendo Brian? – chiese Zack, appoggiando il naso
al suo.
Brian lo baciò nuovamente. Un bacio veloce ma carico di tutti
i sentimenti che voleva esprimere.
- No, penso proprio di no,
sai? – rispose semplicemente, sorridendo.
Zack fece un leggero sorrise e
lo baciò con foga e desiderio.
Beh, perché proprio di questo
si trattava. Desiderio.
Beh, diciamo che si stavano anche divertendo.
Okay...
Sono tornata alle SynXZack, perchè amo questa coppia!
*_*
Questa fic forse ha poco senso, non ha una trama
specifica ma mi è semplicemente venuta così! Ascoltando How You Remind Me dei
Nickelback! *_* xD Mi è piaciuta perchè è dolce! <3
xD
Fatemi sapere cosa ne pensate okay? Nel bene e nel male!
-//-
Bacioni
Vale