III. Problema!
“Mamma?”
Entrata nella camera da letto di Doris e Metin, lascio che
la porta sbatta alle mie spalle.
“Ci sei? Ti devo parlare.”
La stanza è deserta. Strano, avrei giurato che mia
madre fosse qua.
“Cacchio mi tocca pure aspettarla.” Mormoro a
mezza voce.
Mi lascio cadere sul lettone matrimoniale, venendo
così investita da uno spiffero gelido. Ora che ci faccio caso, questa
stanza è un freezer.
Di fronte a me la porta del balcone è aperta, e oltre
ad essa, noto solo ora il sederone di mia madre galleggiare in aria.
“Mamma! Che stai facendo?” Grido alle sue
natiche.
Da dietro le cosce ossute spunta la testa bionda di Doris,
che finalmente si accorge di me.
“Ah, sei tu Carotina. Cosa c'è?”
“Puoi venire qua per favore? Non posso confidarmi con
il tuo sedere.” Le dico, infastidita.
Lei ripone sbuffando l'annaffiatoio decorato da foto
variopinte, e torna in casa chiudendo le ante del balcone.
“Dimmi. Cosa turba la tua vita di adolescente?”
Mi chiede, sedendosi accanto a me.
Singhiozzo, insofferente ai suoi modi da psicologa hippy, ma
non perdo tempo prima di sfogarmi e raccontarle tutto. Per quanto sto male al
momento, potrei addirittura parlarne con Metin.
“Lo sapevi che Cem non ci è andato con la
prostituta?” Dico, cercando di iniziare dal principio. Dopotutto era
stata lei a raccontarmi questa storia, bisogna che si senta almeno un po' in
colpa.
La sua reazione però non è esattamente quella
che mi aspetto; prima di iniziare a parlare fa il suo tipico sguardo di
compatimento.
“Amore, so che è difficile da accettare, ma
devi cominciare a fartene una ragione. Sappi che il mondo non gira come
vogliamo noi e negare l'esistenza dei fatti negativi che ti turbano, non
è un modo per stare meglio. Devi affronta...”
“Mamma,” la interrompo brusca “ dico sul
serio. Cem mi ha spiegato che è andato davvero nel quartiere a luci
rosse per incontrarsi con una di quelle, ma che non ha fatto niente
perchè ha pensato a me tutto il tempo.” Finendo di parlare mi cede
la voce, si addolcisce mentre gli occhi mi si appannano fastidiosamente.
Mi mordo un labbro vedendo lo sguardo di Doris, ora
seriamente intenerito e dispiaciuto.
Lei mi accarezza la nuca, scuotendo i braccialetti, e mi
schiocca un bacio in fronte.
“Mi spiace tesoro. Tutti noi commettiamo degli errori,
e questo è stato uno dei tanti, in fin dei conti solo un
fraintendimento. Vedrai che capirà.”
Abbasso lo sguardo, evitando il suo.
Vorrei tanto credere alle materne parole consolatorie,
peccato però che lei non sappia il resto della storia, non parlerebbe
così altrimenti.
Ora sento di nuovo il magone attanagliarmi le vie
respiratorie e il solito pungente fastidio agli angoli degli occhi, e mi rendo
conto di non avere le forze per vuotare il sacco.
Proprio non riesco a spiccicare parola, terrorizzata
dall'eventualità di ri-scoppiare a piangere.
Semplicemente rimango in silenzio tra le sue braccia,
finché lei decide di andarsene per dare una mano a Yagmur con la cena.
E ora cosa cavolo faccio?
Fine del capitolo! Ebbene sì, questo è cortissimo, poiché è più che altro un capitolo di
transizione ^^ Beh, che dire... inserire anche Doris nella storia era
doveroso, anche se è un po' complicato caratterizzarla...
Grazie a chi ha letto, chi legge e chi leggerà! E
soprattutto grazie a chi ha messo la storia nei preferiti e nei seguiti! =D
Alla prossima!