Draw my life
Questa
storia partecipa alla sfida "A box full of prompts" indetta dal gruppo
Facebook "EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni" con il
prompt di Zenya_59
Originale o fandom
(scelta libera)
Coppie: libero
Rating: libero
Avvertimenti: libero
Prompt: A è un
disegnatore, ha sempre disegnato un suo personaggio
cercando la perfezione. Quando non raggiunge i risultati che vuole, il
disegno
prende vita per parlare ad A
Draw
my life
Steve
Rogers sosteneva che l’unica cosa impossibile nella vita fosse
rappresentare fedelmente i propri sogni. Non che questo gli avesse
impedito di
continuare a provarci da quando aveva avuto un briciolo di abilità nel
disegno.
Un
uomo, gli occhi azzurri, i capelli scuri, sembrava così facile quando
lo si descriveva. Eppure, per qualche motivo, quando guardava i disegni
sapeva
per certo che non era ciò che cercava. Ogni volta che lo sognava gli
sembrava
un po’ diverso dall’ultima volta, un po’ diverso dall’ultimo disegno.
I
capelli potevano essere lunghi quasi fino alle spalle oppure corti. A
volte sorrideva, altre volte no, ma taceva sempre. A volte era vestito
da
militare, altre volte indossava una specie di tuta che Steve aveva
visto solo
in alcuni film di guerra. Di tanto in tanto, di solito quando aveva i
capelli
lunghi, aveva un braccio ricoperto da una specie di armatura a piastre
con una
stella rossa sulla spalla.
Ogni
volta che a Steve sembrava di aver colto la vera essenza del
personaggio, quella notte appariva nei suoi sogni con un particolare
diverso e
il disegnatore si convinceva di aver sbagliato ancora.
Un
giorno finì i fogli. Cose che capitano, agli album da disegno. Senza
un motivo razionale, però, Steve fu estremamente colpito
dall’avvenimento. Era
come se gli fosse vietato di disegnare quella figura su fogli che non
facessero
parte di quell’album.
Si
sedette al tavolo da lavoro e guardò di nuovo i disegni uno per uno.
Erano tutti diversi, pur essendo così maledettamente simili che a volte
non
sapeva neanche che dettaglio modificare dalla volta precedente.
Che
cosa avrebbe dovuto farne? Buttarli? No, forse qualcuno avrebbe
potuto vederli e non doveva succedere per nulla al mondo. Bruciarli?
Non sapeva
se ne avesse il coraggio.
«Che
ne dici se ci fermiamo qui?» disse una voce. Steve era solo a casa.
Si guardò intorno, preoccupato, ma non vide nessuno.
«Sono
nei disegni» disse ancora la voce. Steve guardò i fogli sparsi sul
tavolo e si accorse che uno dei personaggi si era mosso dalla posizione
in cui
era stato disegnato.
«Stai…
parlando?» chiese, dubbioso «Ok, sto sognando, giusto? Ma non mi
hai mai parlato neanche nei sogni, cos’è questa novità?»
«Non
stai sognando, Steve» risposero altri tre disegni. Più ancora del
fatto che i suoi disegni si muovevano e parlavano, era inquietante che
le varie
versioni del personaggio si palleggiassero le frasi completandole l’uno
per l’altro.
«Ci
è voluto parecchio tempo per finire l’album, eh?» commentarono due di
quelli vestiti da militare, con i capelli corti.
«E
così finisce qui» concluse uno di quelli in tuta, con una parte del
volto coperta da una specie di maschera e il braccio sinistro con
quella specie
di armatura.
«Cosa
vuol dire, finisce qui?»
«Hai
impiegato tutta la tua vita a disegnarmi, Steve» disse uno di quelli
in mimetica, camminando fino al bordo del foglio e sedendosi con le
gambe a
penzoloni dal tavolo. Steve si impedì di cercare di capire come fosse
possibile
e stette ad ascoltare «Da quando sono comparso nei tuoi sogni, sono
diventato
la tua ossessione primaria. Non una di quelle che ti rubano il sonno,
piuttosto
come una canzone che ti viene in mente ogni volta che non stai pensando
a
niente di preciso e ti rimane in testa finché non vai a dormire.
Solo
che quando tu vai a dormire io sono sempre lì. A volte non mi vedi,
lo sai, ma io ci sono sempre. Ammiro molto la costanza con cui hai
continuato a
disegnarmi per tutti questi anni. Non ti sei neanche accorto che sono
cresciuto
con te»
La
figurina seduta indicò un altro disegno, uno dei primi e dei più
giovani, che continuò il discorso al posto suo: «Se guardi me e guardi
gli
altri, ti accorgi di tutto il tempo che è passato. Ero un ragazzino
quando tu
eri un ragazzino e sono diventato grande con il passare del tempo,
proprio come
te. Chissà, forse se ti fossi fidanzato stabilmente avrei trovato
anch’io una
fidanzata»
«Non
credo che l’avrei disegnata» rispose Steve.
«Lo
penso anch’io» replicò uno di quelli con il braccio metallico.
«In
ogni caso» riprese la parola quello seduto sul bordo del tavolo
«Abbiamo
trascorso un bel pezzo di vita insieme, Steve, e ancora tu non sai
nulla di me.
E la parte divertente è che neanch’io ne so nulla. Sono un prodotto
della tua
immaginazione, tutto ciò che so di me è ciò che tu mi hai permesso di
essere
nei tuoi sogni e nei tuoi disegni»
«E
parliamoci chiaro» continuò una delle figure con i capelli lunghi e lo
sguardo più tenebroso «Non è che sia poi molto»
Steve
era incredulo: «Mi stai dicendo che non sai chi sei?»
«Per
nulla» rispose uno dei più giovani «Ma in effetti detto da me suona
un po’ come un adolescente in crisi»
«Steve»
disse quello seduto, che sembrava essere uno dei più eloquenti «Abbiamo
condiviso un sacco di momenti. Ho visto parte della tua vita nei tuoi
sogni e
ti posso assicurare che avrei tanto voluto farne parte in modo un po’
più
attivo. Ma è andata così, che cosa posso farci?
L’album
è finito e anche questo viaggio insieme. Non ci vedremo più»
«Ma
perché?» Steve era confuso «Non voglio che vada così»
«Tu
hai una vita» ribatté l’ultimo disegno della serie «Mentre io –noi–
siamo solo disegni e immagini del tuo subconscio. Non puoi e non devi
pensare
solo a noi in ogni tuo secondo libero. Trova qualcuno con cui
condividere le
tue giornate. Non deve essere per forza amore, può essere anche
soltanto amicizia.
E vedrai che arriverà un momento in cui tu aprirai una scatola, tirerai
fuori
il nostro album e lo farai vedere a quella persona. Non aspettiamo
altro»
«No»
disse Steve «Non voglio»
«Purtroppo
non puoi farci nulla» disse quello seduto, alzandosi e
tornando nella posizione in cui era stato disegnato «Arrivederci, Steve»
Le
figure poco a poco si immobilizzarono nelle pose originarie e Steve,
con un sospiro, cominciò a raccoglierle tutte insieme. Si accorse di
star
piangendo appena in tempo per evitare che le lacrime cadessero sui
fogli.
Aveva
la certezza che si sarebbe presto sentito molto solo.
C’è un
disegno che non ho mai fatto
vedere a nessuno. Si tratta di un album intero, per la verità, non un
solo
disegno. Si tratta della raccolta dei miei tentativi falliti di
disegno. La
maggior parte sono costituiti da un unico personaggio. Ho provato in
tutti modi
a ricreare la figura che vedevo nei miei sogni, ma c’era sempre
qualcosa che
non andava. Ti andrebbe di vederlo?
N.d.A:
Ho adorato questo prompt. Davvero bellissimo. Anche se era generico,
quando l'ho letto ho pensato che non poteva non essere su Steve. Spero
che sia piaciuto anche a voi, in ogni caso grazie per aver letto!
Grazie anche a Zenya_59 per il prompt e in generale a Charlotte e
Christine che hanno organizzato la sfida.
Che gli dèi siano con voi!
-Magic
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