Lola non si tocca
Questa
storia partecipa alla sfida "A box full of prompts" organizzata sul
gruppo Facebook "EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni" con
il prompt di apollo41
Fandom:
Avengers/Agents of SHIELD
Coppia: Clint/Phil,
eventuali accenni Steve/Tony.
Avvertimenti vari:
AU, violenza, crack, angst, fluff
Rating: almeno giallo
Prompt: Au in cui
Clint e Phil sono dei mafiosi e sparano alla spalla di
Phil perché lui è stato troppo lento. "When
did you get so old?" "Around the same time I realized I have a very
bad problem with letting you go"
Lola
non si tocca
Quel
posto era così dannatamente sporco che se fosse sopravvissuto allo
scontro probabilmente sarebbe morto comunque per qualche malattia dal
nome
impronunciabile, contratta anche solo respirando l'aria puzzolente di
quel
garage in disuso, pensò Phil “Vendicatore” Coulson, riparandosi dietro
un
rottame d’auto.
Si
erano ritrovati lì per regolare dei conti: la sua famiglia, quella
degli Shields, aveva diverse faccende in sospeso con gli Stoned. Si
erano
presentati due tizi, che in giro erano noti come il Capitano e l’Uomo
di Ferro,
ma quei due non erano normali: era stato certo di aver colpito il
Capitano
almeno due volte, eppure lui non aveva neanche accusato il colpo.
L'altro, l'Uomo
di Ferro, era inavvicinabile a causa della sua potenza di fuoco. Phil
non era
sicuro che fosse onorevole presentarsi a quel genere di scontro con un
AK-47,
ma non è che potesse farci molto. Quando Clint “Occhio di Falco”
Barton, il suo
compagno, aveva commentato che secondo lui era sleale, la risposta del
Vendicatore era stata: «Glielo dici tu, vero?»
E
così ora si ritrovava nascosto dietro un vecchio catorcio per
riprendere un attimo fiato. Stava davvero diventando vecchio, si disse.
Ma
evidentemente non era abbastanza vecchio da essere risparmiato dalla
sorte,
perché vide che l’Uomo di Ferro stava aggirando il suo nascondiglio.
Pensò
di evitare la sua raffica gettandoglisi in mezzo alle gambe per poi
coglierlo alle spalle, ma non fu abbastanza rapido: un dolore
lancinante alla
spalla sinistra gli disse che l'altro l'aveva colpito.
L’Uomo
di Ferro fece una battuta che Phil non sentì a causa del pulsare
del sangue nelle orecchie che copriva qualunque altro rumore. Sentì
invece
l'urlo del suo avversario quando Clint approfittò della sua
distrazione.
"Bravo" pensò Phil, con una punta di orgoglio, vedendo l’altro
lasciar cadere il fucile dalle mani e portare la sinistra al braccio
destro
"Punta al braccio armato"
«Tony!»
esclamò il Capitano, vedendo che il suo compagno si stava
allontanando dai due avversari per mettersi al sicuro.
«Sto
bene. Resta dove sei» rispose l'Uomo di Ferro, che a quanto pareva
si chiamava Tony, ma la sua voce era troppo flebile perché l'altro ci
credesse.
Il Capitano tentò di fare qualche passo nella direzione del suo
compagno, ma
cambiò idea quando un coltello lanciato da Clint trapassò la sua giacca
di
pelle, fissandola al muro. Dopo alcune imprecazioni, il Capitano staccò
il
coltello e lo gettò per terra, promettendo a Occhio di Falco che
l’avrebbe
pagata per avergli rovinato la giacca.
Intanto
Tony l’aveva raggiunto e i due Stoned uscirono dal garage,
giurando che si sarebbero vendicati. Il rombo di una moto confermò che
se
n’erano andati.
Clint
si avvicinò a Phil, scuro in volto. Prima di dire qualunque cosa,
compose un numero sul cellulare e chiamò. «Occhio di Falco» disse.
«No,
sono scappati»
«Il
Vendicatore è ferito»
«Sì,
può camminare»
«Me
ne occupo io»
Conclusa
la chiamata, si voltò verso Phil, che si era alzato in piedi ed
era poggiato a un pezzo di lamiera: «Ce la fai?»
«Ce
la faccio» rispose Phil «Dobbiamo solo fermare il sangue»
Clint
annuì e strappò un lembo della propria camicia, ignorando le
proteste di Phil: «Non hai sempre detto che sto meglio senza?»
Phil
sorrise debolmente e si lasciò fasciare la spalla, stringendo i
denti per non far vedere che stava provando dolore, poi guardò fisso
Clint,
studiandolo con gli occhi.
Passò
le dita della mano destra su un taglio che l'altro aveva sul
braccio: «Tu stai bene?»
Clint
guardò a malapena la ferita, liquidandola con un leggero sbuffare:
«Sicuramente meglio di te»
Cominciarono
lentamente a camminare verso il portone scardinato del
garage.
«È
stato un buon colpo» disse Phil «Un'ottima mira»
«Ehi,
mi chiamano Occhio di Falco per un motivo!» sorrise Clint.
Poco
prima di uscire, Occhio di Falco trattenne Phil per un braccio e lo
fece sedere su un pneumatico rovesciato. Dall’entrata filtrava un po’
di luce,
che gli permise di controllare in che stato fosse la spalla dell’altro:
«Sopravvivrai. In camera poi te la sistemo»
Phil
annuì, ma non disse niente e Clint si rese conto che la ferita
doveva fargli molto più male di quanto l’altro non dicesse. E inoltre
si vedeva
che era stanco.
«Andiamo,
la macchina non è troppo distante»
Un
passo alla volta, raggiunsero la Chevrolet Corvette del ’62. Anche
nella penombra notturna dei lampioni fulminati, il rosso della macchina
brillava
come un faro. A Clint venne da ridere pensando a tutte le volte che
aveva
rischiato di essere strangolato da Phil per aver anche solo ventilato
l’ipotesi
di cambiarla o dipingerla. «Lola. Non. Si. Tocca» scandiva l’altro,
mentre
Occhio di Falco gli ripeteva ridendo che non l’avrebbe mai fatto.
Aprì
la portiera del passeggero. Phil lo guardò aspettandosi di vederlo
salire. Clint lo guardò di rimando, facendogli segno con il mento di
sedersi.
«Ma…»
cercò di protestare debolmente Phil.
«Tu
non guidi» rispose Clint, con un tono che avrebbe ridotto il
Vendicatore al silenzio anche in condizioni normali, figurarsi in
quella
situazione. Occhio di Falco tese la mano e si fece dare le chiavi
dell’auto,
poi salì in macchina e mise in moto.
Durante
tutto il viaggio, Phil non aveva detto una parola. Clint soffriva
tremendamente a stare in silenzio, ma non aveva voluto disturbarlo. Si
era
preoccupato, però, quando si era accorto che Phil si stava
addormentando.
«Phil»
lo chiamò «Phil, non devi dormire. Mi senti? Resta con me, segui
la mia voce. Ti racconto una barzelletta, qualunque cosa, ma non
dormire»
«Ok»
sorrise Phil «Non dormo. Ma niente barzellette, ti prego»
«Cos’hai
contro le mie barzellette?» finse di indispettirsi Clint
«Ehm…
niente» rispose il Vendicatore, anche se la sua voce diceva tutto
il contrario «È solo che… non sono proprio dell’umore giusto»
«Sì,
certo» rise Occhio di Falco «Beh, intanto siamo arrivati»
«Ci
è voluto di meno che all’andata o è una mia impressione?»
«Beh»
rispose Clint «Non ho fatto tutta la strada ai trenta all’ora, per
forza ci è voluto di meno»
«La
tua battuta non mi tocca» disse Phil con aria offesa «Io sono al di
sopra di queste critiche»
«Scendete
dalla macchina, Vostra Maestà» rise l’altro «Vi devo
accompagnare nella suite»
Seduto
su una sedia, uno straccio in mano da stringere per sfogare il
dolore, Phil sopportava il lento lavoro che Clint stava portando a
termine
sulla sua spalla.
«Mi
vuoi dire cos’è successo esattamente?» chiese Occhio di Falco, mentre
disinfettava e ripuliva la ferita.
«Ho
pensato di evitare gli spari dell’Uomo di Ferro passandoci sotto, ma
non mi sono abbassato abbastanza in fretta e mi ha preso lo stesso»
Clint
si fermò, distolse lo sguardo dalla spalla di Phil e lo portò sul
suo viso. Alla luce bianca del lampadario della loro camera, il suo
compagno
sembrava invecchiato di vent’anni in una notte. Per la prima volta,
Clint notò
per davvero le occhiaie che gli segnavano gli occhi e le rughe sulla
fronte.
Per la prima volta, non liquidò tutto dicendosi che Phil era stanco.
«Cristo,
Phil, quand’è che sei diventato così vecchio?» chiese,
passandogli con delicatezza le dita sul viso. Phil fermò la sua mano
stringendola con la propria e la portò alle labbra, accarezzandone il
dorso con
il proprio respiro.
Quando
Phil parlò, Clint sentì le sue labbra muoversi a contatto con la
sua pelle: «Dev’essere stato più o meno quando ho realizzato che ho un
grosso
problema a lasciarti andare»
«Lasciarmi
andare?» ripeté Clint, allontanando la mano «Vuoi… Vuoi
fermare tutto questo?»
«Non
lo voglio e non lo vorrò mai, Clint» rispose «Ma dovrò farlo»
Clint
non riusciva neanche a pensarlo: «Ma perché?»
«Perché
sono vecchio. Perché tu sei giovane e non voglio incatenarti. Non
voglio doverti guardare un giorno e pensare che sei rimasto accanto a
me senza
volerlo solo perché ti sentivi in dover di farlo» Clint fece per dire
qualcosa,
ma Phil non lo lasciò parlare «E non dire che piuttosto te ne andresti
perché
non è vero. Tu hai una vita davanti, Clint. Io sono lento, un giorno di
questi
la pallottola potrebbe non beccarmi alla spalla. Tu potresti non
riuscire a
salvarmi. E allora troverei un po’ di sollievo, pensando che non ti ho
rubato
una parte della vita solo per il mio egoismo»
Clint
rimase in silenzio per diversi minuti. Abbassò lo sguardo sulla
ferita di Phil e finì di ricucirla, poi esplorò con gli occhi ogni
singolo
centimetro della pelle del suo compagno che era esposta, salendo dal
bacino
fino al viso. Quando infine ebbe raggiunto gli occhi e incatenato lo
sguardo di
Phil con il proprio, iniziò lentamente ad avvicinare il proprio volto
al suo.
Sarebbe
stato un movimento impercettibile, se non
fosse stato l’unico in quella stanza immobile. Con una lentezza quasi
esasperante, Clint continuò
ad avvicinarsi
finché non rimasero che pochi millimetri a separare le loro labbra e lì
si
fermò.
Phil
aveva lo sguardo
disperato di chi cerca con tutte le proprie forze di fare la cosa
giusta anche
se non è ciò che vorrebbe. Solo che Clint sapeva, e ne era certo, che
quella
non era la cosa giusta da fare.
Phil
avvicinò appena le
labbra a quelle di Clint, incapace di resistere a quel bacio accennato
ma
interrotto, ma l'altro si allontanò.
«Ecco,
non ci riesci neanche
tu» disse Clint «Non capisci? Io non posso lasciarti fare questa cosa.
Non
posso permettere che tu mi lasci andare. Cosa faccio io senza di te?»
«Clint...»
cercò di obiettare
Phil, ma non convinse neanche se stesso e tacque.
«Hai
presente Lola?» chiese
Clint «Hai presente quando io accenno al fatto che potremmo cambiarla o
almeno
riverniciarla e tu ti trattieni a malapena dallo strangolarmi? In quei
casi tu
mi dici che Lola non si tocca. Stammi a sentire: Noi non si tocca,
esattamente
come Lola, chiaro?»
Phil
lo guardò fisso negli
occhi del colore del ghiaccio e annuì: «Chiaro, grazie»
Clint
rise di quel
ringraziamento e lo baciò, facendo finta di non notare che le guance di
Phil
erano umide.
N.d.A:
Questa è la mia prima Phlint e devo ammettere che non shippo questi
due, ma amo entrambi i personaggi e una scusa per scrivere su di loro è
sempre ben accetta :)
Ringrazio tantissimo apollo41 (l'unica ad aver mandato dei prompt
Phlint in quest'occasione) anche perché il prompt è favoloso e la mia
mente è già partita per la tangente con una long in quindici volumi.
Grazie di essere arrivati fin qui e fatemi sapere che ve ne pare!
Che gli dèi siano con voi!
-Magic
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