La culla

di Kuruccha
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Note preliminari: Ambientata da qualche parte dopo la Notte 134. Morgiana!centric. Quello riportato sotto il titolo è il prompt da cui la storia ha preso vita e per cui devo ringraziare la mia cara Talpy. È solo una cosina, ma è una storia a cui voglio bene <3


 

La culla

 
"I have a dream, I hope it'll come true / that you're here with me and I'm here with you"
("Lava", dall'omonimo corto Disney)



 
È il fruscio delle coperte a svegliarla. La piccola stanza è ancora immersa nella penombra; l’unica apertura, una porta così bassa che bisogna chinarsi per passarci attraverso, è schermata da una pesante tenda di stoffa grezza.
C’è qualcuno accanto a lei, e tanto basta per convincerla a chiudere di nuovo gli occhi; non tutte le compagnie sono uguali, è vero, ma le notti che ha trascorso dormendo da sola sono molto meno numerose di quelle in cui ha dovuto dividere il letto con qualcuno - famiglia, tribù, stranieri o schiavi che fossero.
Famiglia, tribù, stranieri, schiavi, oppure amici.
È il fruscio delle coperte a svegliarla, ma è un sogno a farla riaddormentare; è l’idea che quelle coperte ruvide siano state lenzuola bianche, anche solo per qualche notte; è la convinzione che accanto a lei non ci siano altri schiavi, altri estranei, ma buoni compagni.
È il ricordo remoto del ginocchio di Aladdin premuto fastidiosamente contro la schiena, del profumo di Alibaba rimasto intrappolato sotto il tessuto. Del modo gentile in cui le accarezzava i capelli credendo che lei dormisse. È l’immagine della sua nuca scoperta, delle sue spalle che si facevano più ampie e robuste ad ogni settimana trascorsa. È il rimpianto di non aver mai allungato le braccia quel tanto che sarebbe bastato per cingerle con la scusa del sonno. È il dubbio - la speranza, piuttosto - che Alibaba l’avrebbe lasciata fare.
Si riaddormenta, e sono i forse a cullarla nel sogno.







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