INSEGNARE IL GENTIL SESSO
“Salve amico, come stai? Sono giunto quivi appresso perché so che schifo fai nel trattar con l’altro sesso: se il mio aiuto accetterai, farai meglio sin da adesso; quindi ascolta il tuo senpai e l’amor farà il suo ingresso”.
“Ciao senpai, che gran sorpresa! È un piacer vederti sano, ti son grato per l’impresa nella qual mi darai mano; dalle donne è assai incompresa, ed è proprio un fatto strano, la mia grande e dunque estesa conoscenza in campo umano”.
“Bene Stein, stai molto attento, procediam con le questioni, poi riguardo all’argomento sarai meglio dei campioni. Cominciamo a ritmo lento: cosa fai se a balzelloni lei ti arpiona in gran fermento e si toglie i pantaloni?”
“La ricopro di carezze, le do baci onesti e franchi, con milioni di accortezze le massaggio i nervi stanchi... Dopo tutte ‘ste dolcezze, le accarezzo i seni bianchi... E dicendole sciocchezze le seziono cosce e fianchi”.
“... Franken Stein, che gran macello! Non sai proprio come fare, per fortuna, è questo il bello, sono qua per aiutare. Tra le gambe c’è un martello, dovrai pur saperlo usare, che lo scopo è usare quello, mica vivisezionare”.
“Se possiedo un corpo casto il motivo quindi è certo, ed ammetto, duole il tasto, d’ignoranza son coperto; ma non colgo il tuo contrasto, come posso essere esperto in un campo tanto vasto se una donna non ho aperto?”
“Sei più ingenuo di mia nonna, così ingenuo fai paura: devi aprirla sì una donna... Senza bisturi e sutura! Devi usare la colonna che non chiamo per censura, ed alzata la sua gonna, dritto nella selva oscura!”
“Sai, capisco il tuo concetto, se con sforzo mi concentro, ma pur dopo ciò che hai detto non m’invoglia entrarle dentro. Tu alla donna palpi il petto, io la taglio, cucio, sventro: siamo dunque un duo perfetto che per sempre farà centro”.
“Forse in fondo hai pur ragione, anche se non sei normale: se ti dai alla dissezione farò a meno di un rivale. È finita la lezione, ed è andata alquanto male; e la tua valutazione è al di sotto delle scale”.
“Non mi importa, camerata: grazie a te sentitamente per l’oretta qui passata a parlare amabilmente: la lezione l’ho imparata, ed è già soddisfacente. Ti sezionerò in nottata”. “Cos’hai detto?”. “Proprio niente”. |