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*note
importanti a fine capitolo
When
you are Strange
«When
you’re strange Faces
come out of the rain When
you’re strange No
one remembers your name.»
GIORNO
3 - PROLOGO
Mormorii
e passi; mormorii e passi strascicati erano udibili nella lentezza
ordinaria e precaria della clinica, con un forte odore di
disinfettante che andava coprendo l'intero piano, dall'entrata fino
alla fine del corridoio. L'entrata era formale, basilare, con una
porta color marmo bianco verniciata da poco e le pareti con qualche
crepa, ma di buon materiale di fabbrica. E da essa ci si addentrava
immediatamente nel corridoio lungo una ventina di metri, angusto e
freddo, come ogni altro appartamento nella periferia di Gotham City,
immerso nella semioscurità e a cui si affacciavano tutte le
stanze del piano terra adibite per i pazienti. La luce filtrava nel
piano terra dalle finestre come uno spauracchio, fuoriuscendo
raramente quando non pioveva. E nel mesto abitudinario rumore di
sottofondo, dato dagli infermieri e dai pazienti, erano come un tuono
quei passi frenetici e martellanti che percorrevano il corridoio con
crescente ansia e disarmonia. Passi di stivali di un uomo che non si
arrestava e che niente aveva a che fare con quel posto. Jason Todd
filava dritto fino al raggiungimento dello studio della Dottoressa
Leslie Maurin Thompkins, il quale si trovava esattamente dopo il
lungo corridoio, volgendo a sinistra. Non bussò, entrò
semplicemente con malcelata tensione: “Dov'è?”
Chiese, puntando prima lo sguardo sulla donna anziana che era alla
scrivania e poi, resosi conto di essere risultato troppo aggressivo,
sui vari attestati di medicina che aveva. “Buongiorno.”
Si ritrovò a dire la Dottoressa, sprecando inchiostro dalla
penna calligrafica sfuggitale di mano con l'entrata brusca del
ragazzo che le si era parato di fronte. Si alzò dalla
scrivania, inforcò gli occhiali e lo guardò in volto
forse un po' più del dovuto. Poi non chiese di cosa stesse
parlando... perché sapeva esattamente di chi stesse
chiedendo. “Seguitemi. Bruce Wayne ha portato qui il ragazzo
il pomeriggio di tre giorni fa.- Iniziò chiudendo la porta del
suo studio dopo che il giovane ne fu uscito con lei. -Ma essendo un
pericolo per gli altri e... beh, per se stesso, abbiamo dovuto
sedarlo e metterlo dopo il corridoio principale, ora...” “In
isolamento.” Constatò Jason, mentre seguiva l'anziana
Dottoressa con disappunto, lasciandosi alle spalle il lungo
corridoio, qualche infermiere perplesso e lo studio della donna. “Sì.
-Ammise lei, controllando alle sue spalle se il ragazzo la stesse
seguendo verso quel corridoio che andava snodandosi in due direzioni.
-Dobbiamo prima fare una terapia d'urto e renderlo inoffensivo, poi
potremmo passare a ricomporre la...” “Sembra si stia
parlando di una lavatrice. Stiamo parlando di...” “...A
ricomporre la sua mente. - Sospirò la Dottoressa Thompkins,
rassegnata ad essere interrotta. -So che sono parole dure quelle che
dico, ma dovete credermi: le dico perché sono al corrente
della gravità della situazione e perché in questo
lavoro ho messo ogni risorsa che ho.” “Ma certo,
certo.- Jason si mise le mani in tasca, ciondolando leggermente
dietro la figura della Dottoressa. -Cosa mi aspetto che mi dica un
Dottore?!” Si interpellò sarcasticamente, sebbene non
riuscisse davvero neppure a sorridere dentro quel posto, così
soffocante e troppo vicino ad un manicomio, anche solo per l'odore
insulso di disinfettante che gli bruciava la gola. Avevano preso
il corridoio interno nella direzione est della clinica, sulla destra
del piano terra, mentre il silenzio fra i due era sceso poiché
niente di più avevano da dirsi. Un altro paio di metri sul
pavimento lucido e grigio e giunsero ad una porta chiusa a chiave e
rinforzata con acciaio. “È qui, stanza 24bis.
-Sentenziò l'anziana Dottoressa, aprendo con un mazzo di
chiavi la porta, facendo scattare le tre serrature. -Potete fargli
visita ogni giorno, a qualsiasi ora e quando non sarete
impossibilitati... dalle strade di Gotham,
perciò come mi ha chiesto Bruce Wayne vi lascerò una
copia delle chiavi dell'entrata e di questa stanza. Ma per le
prime settimane non sosterete di più d'un quarto d'ora.”
E non esistevano repliche, Jason Todd lo comprese immantinente,
ritrovandosi ad assentire col capo prima ancora di averlo pensato. Un
po' come quando a dieci anni Batman gli diceva che c'era un lavoretto
da fare e non c'era acciacco, febbre o stanchezza che teneva: una
risposta positiva era d'obbligo per lui, rimuginò. Si passò
una mano sul volto, poi sui capelli neri in cui un ciuffo leggero di
capelli bianchi era ben visibile e, alzando leggermente le spalle
incurvate, spinse la porta. Prima di entrare però gli si
insinuò un dubbio, come uno spillo nel cranio, così si
ritrovò chiedere un'ultima domanda alla Dottoressa: “Bruce
Wayne ti ha detto chi sono?” “No. Ma mi ha detto che
un ragazzo con una 'J' sulla guancia si sarebbe fatto senz'altro vivo
per vedere il paziente. -Lo indicò in faccia.- E quando Bruce
Wayne cerca di fare il misterioso con me è perché la
faccenda riguarda Batman e i suoi pettirossi.” Jason annuì
di nuovo, questa volta più mestamente per poi lasciare la
donna sulla soglia. La porta fece rumore e fu l'ultimo, ovattato,
suono che sentì prima di guardare negli occhi Tim Drake.
♦•♦•♦•♦
Note
d'autrice: Questa
è una fanfiction incentrata sui giorni di degenza
di Tim Drake in
clinica, dopo essere stato MANIPOLATO
e aver avuto un LAVAGGIO DEL CERVELLO da
parte del Joker
come
si può vedere in “Batman Beyond – Il ritorno del
Joker”. (Per maggiori informazioni:
http://batmananimateduniverse.wikia.com/wiki/Joker_Jr.
) Tale clinica è della Dottoressa Thompkins (amica e
confidente di Alfred e Bruce Wayne sin dalla più tenera età,
almeno secondo i fumetti. La quale SA che Bruce è Batman.) È
“What if” perché ho messo in mezzo Jason Todd, il
secondo Robin -divenuto Red
Hood-
Le vicende che racconto sono, essenzialmente, dopo che il Joker è
presunto
morto, Tim è
rinchiuso nell'istituto, Bruce lo lascia alle cure della Thompkins
mentre Jason Todd è a Gotham dopo i fatti di “Under the
Red Hood”. Avvertimenti:
L'età
di Tim, avendo voluto inserire Jason Todd redivivo, l'ho alzata a 16
anni.
Il
titolo è una canzone dei Doors che, a mio parere, riprende
bene il 'non essere' Tim Drake-Joker JR.
Approdo
in queste lande con una fanfiction - sperando vi piaccia e -se
volete- vi prego di lasciarmi un commento, esprimendo ciò
che pensate! ♥
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