previously on Steamy Amortentia…
«Tu» disse, rivolta al fratello. «abbiamo un
problema»
«Quale problema?»
Harry e Ginny si fissarono per un attimo, poi lui prese un respiro,
passandosi una mano tra i capelli.
«Non ci sono più antidoti a Hogwarts.»
Steamy Amortentia
Capitolo 4.
P.S. I love you
Neville aveva appena allontanato Hermione da Ron con la
scusa di aver trovato una particolarissima e ovviamente improvvisata iscrizione
in Rune dietro al letto di Seamus, quando lui si accasciò malamente su
uno dei divani della Sala Comune Grifondoro.
«Cosa facciamo adesso?!»
borbottò stancamente massaggiandosi gli occhi con una mano.
Ginny e Harry si scambiarono un’occhiata, non sapendo
bene cosa rispondere.
«Potremmo aspettare che Lumacorno
torni…» azzardò lui, poco convinto, «- in fondo sono
solo un paio di…-»
«NO!» gracchiò Ron, immediatamente.
«Voi forse non vi rendete conto di quanto sia difficile per me»
mormorò, funereo. Si mise le mani in tasca e s’imbronciò,
arrossendo.
«Ce ne rendiamo conto benissimo dal momento che non
riesci a tenerti i pantaloni addosso per più di cinque minuti di fila»
lui avvampò, non riuscendo a sostenere lo sguardo di rimprovero di sua
sorella. «Ma se non c’è proprio altra soluzione, dovrai
adattarti!»
«Potremmo prepararlo noi» tentò Harry,
passandosi una mano tra i capelli; lanciò un’occhiata alle scale
del dormitorio femminile per assicurarsi che Hermione non fosse già di
ritorno e si accasciò contro uno dei tavoli, spossato.
«Ma se facciamo schifo in Pozioni!» obiettò
Ron, infervorato.
Ginny gli lanciò un’occhiata sprezzante,
risentita.
«Parla per te» borbottò, incrociando le
braccia al petto. «…in ogni caso non
potremmo. Lavanda ha fatto degli errori durante la preparazione o Hermione si
sarebbe innamorata di lei invece che di questo bamboccio»
disse, ignorando l’occhiata sdegnata e offesa che le rivolse suo
fratello.
«E con questo?»
«Con questo abbiamo bisogno di qualcosa di più
che di tre studenti di cui due che rasentano l’insufficienza che tentano
di preparare un antidoto!»
La discussione morì lì, facendo cadere il trio
in un silenzio nervoso e cogitabondo.
«Siamo sicuri che Lavanda
abbia gettato davvero tutte le bocchette? Non converrebbe controllare? In fondo
è scema»
A quelle parole, gli occhi di Ginny lampeggiarono di
risentimento.
«Ha fatto l’errore di prendersi una cotta per
te, Ron.» disse lanciandogli un’occhiata piena di significato.
«Anche se questo è un ottimo argomento per sostenere la tua tesi
non vuol dire che sia stupida o non capisca quello che fa» il rimprovero
inaspettato di lei colse Harry e Ron di sorpresa.
«Ginny, Lavanda voleva stregare Ron…»
provò Harry ragionevole, ma l’altro scattò in piedi,
improvvisamente furente.
«Non vorrai difenderla, spero!» urlò,
fronteggiandola. «E’…è pazza…completamente! Non ha il senso della
decenza e pensa solo a se stessa e parla troppo…senza contare che…-»
«Come se ti fosse fregato qualcosa del suo senso della
decenza quando le infilavi la lingua in gola per far ingelosire Hermione!»
lo sguardo disgustato che Ginny gli rivolse, lo fece vergognare.
«Io non…» Ron aprì e richiuse la
bocca incapace di controbattere.
Ginny deglutì nervosamente tormentandosi una ciocca
di capelli fulvi, se possibile ancora più indispettita dal suo silenzio.
«Non ti importava che parlasse troppo, o che fosse
troppo appiccicosa o che pensasse solo a se stessa quando ti è servita
per i tuoi comodi.» fece una risata bassa, priva di ilarità. «Ora però è tutto diverso, no? Ora
è solo colpa sua, vero? Ron, parlando onestamente l’unico
colpevole di tutta questa storia sei solo e unicamente tu e questo lo sai
meglio di me.»
«Non è vero!» urlò lui concitato,
benché le sue orecchie arrossate riconoscessero il contrario.
«Lavanda sapeva benissimo che tra noi non c’era altro che-»
«Altro che cosa, idiota
insensibile?! Altro che lingua? Ron, tu stavi
insieme a lei! E questo implica ben
altro che una pomiciata per passare il pomeriggio. E per quanto stia antipatica
a tutti noi, per quanto ti avrei fatto molto più male dei canarini di Hermione
se solo ti avessi avuto sotto mano quando ho saputo di te e Lavanda, e per
quanto preferirei avere dei nipoti con un minimo di cervello piuttosto che
delle bamboline vestite di rosa che girano per la Tana, sei stato un vero e
proprio…stronzo!» pronunciò le ultime parole con talmente tanta
indignazione che il suo volto s’arrossò di rabbia e le sue mani
sbiancarono per il nervosismo con cui stava serrando i pugni.
«Non hai avuto il minimo rispetto né per
Hermione, né per Lavanda, non meriteresti neanche tutto l’aiuto
che ti stiamo dando per uscire da questa situazione…-»
«Bene! Allora smettila di aiutarmi se ti secca tanto!»
«Sai bene che non intendevo dire questo, stupido»
«Non chiamarmi stupido!»
«Sarebbe come smettere di
chiamarti Ron! Sono sinonimi!»
«Pssst…»
Un rumore strano attirò l’attenzione di Harry,
che si tirò immediatamente su dalla sua postazione, attento e in
ascolto.
«Non parlarmi così ragazzina, non ti
permettere!»
Ginny scoppiò in una risata cristallina.
«Ragazzina?! Questa ragazzina è molto più matura di te,
troglodita!»
«Psst…»
«Matura! Ah! Tu chiami matura una che cambia un ragazzo al mese per levarsi
Harry dalla testa?!»
«Ragazzi…» intervenne Harry, cercando di
capire la fonte del rumore.
Ginny si avvicinò pericolosamente a suo fratello,
ignorando il suo ragazzo.
«Con che faccia mi giudichi?!
Con che faccia mi rinfacci cose vecchie anni?!»
«Pssst!»
«Ragazzi!» tentò nuovamente Harry,
miseramente inascoltato.
«Con la stessa faccia con cui tu mi accusi di aver
usato Lavanda!»
«Non ho forse ragione?!»
«E io non ho
forse ragione?!»
«Nessuno dei miei ex fidanzati ha mai cercato di darmi
un filtro d’amore, fino ad ora!»
«Non è quest-»
«Ragazzi!»
la voce di Harry giunse talmente cavernosa alle loro orecchie, che istintivamente
chiusero la bocca e lo guardarono alienati.
Ginny fece per dire qualcosa, ma Harry alzò una mano
per zittirla. «Ascoltate»
«Pssst!»
Ron, Harry e Ginny si guardarono intorno, disorientati.
«OI! Qui!» la voce di Calì giunse
acuta e strozzata alle loro orecchie.
I tre si girarono e poggiarono il loro sguardo sulla figura
seminascosta della loro compagna di Casa.
«Calì, che stai…-»
«Zitto! Lavanda e Hermione
sono nei paraggi» bisbigliò,
avvicinandosi al gruppetto con passo felpato. «Ho una cosa per voi»
cercò un po’ nelle tasche ed estrasse una boccetta contenente un
liquido color ambra.
«L’antidoto!» cinguettò Ginny con
gli occhi illuminati, improvvisamente dimentica della discussione con Ron.
Calì annuì, facendo un sorriso nervoso mentre
si guardava intorno circospetta.
«E’ stata l’unica boccetta che sono
riuscita a salvare mentre Lavanda le gettava nel water» disse, facendo
una smorfia di disappunto. «Spero che basti, non sono
riuscita a fare di meglio» la porse a Ron, che la prese titubante.
«Sarà più che sufficiente, Hermione ha
mangiato solo un dolcetto»
Il volto di lei si rasserenò, sentendolo.
«Ron, io…» esitò, guardandolo negli
occhi. «…mi dispiace. Per Lavanda, dico.
Avrei dovuto avvertirti»
«E’ tutto a posto» mormorò solo,
arrossendo appena, lanciando a Ginny un’occhiata di sottecchi.
«E’ una fortuna che Lavan…-»
«Sei qui! Scusami se ci ho
messo tanto, Neville proprio non si convinceva che i segni dietro al letto di
Seamus erano tutt’altro che Rune»
Hermione percorse così velocemente i metri che la
separavano da Ron che lui fece appena in tempo a mettersi l’antidoto in
tasca prima che lei gli saltasse al collo, abbracciandolo entusiasta.
Calì guardò la scena, sentendosi colpevole
dello sguardo afflitto di lui.
«Hermione, che ne dici di andare a bere qualcosa nelle
cucine?» propose subito Ginny, ben decisa a mettere la parola fine a
quella situazione.
«Oh, è una grande
idea! Viene anche Ron?»
Ginny fece per dire qualcosa, ma lui fu più veloce.
«Sì, Hermione. A dire
il vero andiamo solo io e te che ne dici?» Ron
non guardò nessuno eccetto il volto arrossato di lei, ma riusciva a
percepire gli sguardi apprensivi di Harry e Ginny su di sé.
Sentì le sue guance arrossarsi dall’imbarazzo.
«Come sei dolce! Mi
piacerebbe tanto!» l’espressione
sinceramente felice di lei lo fece sentire se possibile ancora peggio.
Cosa sarebbe successo quando lei sarebbe tornata
l’Hermione di sempre?
Quando avrebbe smesso di amarlo?
Ron s’impose di non pensarci o avrebbe gettato
l’antidoto fuori dalla finestra.
Lui sapeva che a quel punto non sarebbe bastata la
caparbietà di questa Hermione tanto innamorata di lui a salvarlo dalla
furia di Ginny, ma Ron sentì egoisticamente che
ne sarebbe valsa la pena, anche solo per un paio di giorni ancora, anche solo per
un paio d’ore ancora.
Sospirò, mesto, mentre Hermione lo prendeva per mano
e lo conduceva fuori dal buco del ritratto.
Scomparvero velocemente, lasciando Harry, Ginny e
Calì immobili e nervosi, come non li si era
visti mai.
«Siamo sicuri che sia una buona idea farlo fare a
Ron?» mormorò Calì, preoccupata. «Insomma…ha
l’aria di voler davvero molto bene a Hermione. Davvero molto molto.»
Harry prese un respiro, passandosi una mano tra i capelli.
«Penso che sia una cosa che debba fare lui, sì»
«E se decidesse di non darglielo?»
azzardò Calì, arrossendo per la sua stessa considerazione.
Ginny le scoccò un’occhiata gelida.
«Non essere ridicola.» disse, stizzita. «Mio fratello ama molto più Hermione che se
stesso. E’ un idiota insensibile e immaturo che ha sempre torto…- ma farà quello che è giusto per
lei alla fine»
E questo era quanto.
*
Got a secret
Can you keep it?
Swear this one you'll save
Better lock it, in your pocket
Taking this one to the grave.
Secret – The Pierces
«Ron, perché cammini così
lentamente?»
«Niente Hermione»
Il pomeriggio era tranquillo per i corridoi di Hogwarts.
Il sole filtrava ancora dagli enormi finestroni impolverati,
e pochi studenti erano in giro chiacchierando in piccoli gruppi.
Ron pensava che era da tanto che
non c’era un’atmosfera così tranquilla nell’aria.
«Sai, mi piace quando dici il mio nome»
La voce di Hermione arrivò quasi ovattata alle sue
orecchie.
«Davvero?»
Lei annuì, sorridente.
«La tua voce diventa dolce quando lo dici, anche
quando sei furioso»
Suo malgrado, Ron sorrise.
Non si era mai accorto di cambiare tono, ma si sentì
che c’era un fondo di verità nelle sue parole.
«Hermione» provò, senza riflettere.
«Her-mio-ne. Hermione.
Hermionehermione. Sai, è vero» le rivolse un’occhiata giocosa a cui lei
rispose raggiante.
«E a te piace come dico il tuo nome, Ron?» chiese dopo un po’,
una speranza palpitante a illuminarle il volto.
Lui sentiva che non avrebbe dovuto risponderle.
Cosa sarebbe successo quando lei sarebbe tornata normale?
No, non avrebbe dovuto risponderle, decisamente.
«…Sì» Ron si morse la lingua nel
momento stesso in cui la sua ammissione gli ruzzolò fuori di bocca.
Ma in fondo era sincero, no? E la sincerità va
premiata, Hermione lo dice sempre.
«Sì» ripeté, più sicuro.
«Il tuo tono saccente e acuto è accattivante, soprattutto quando
mi urli addosso e mi minacci con canarini posseduti»
Ron sospirò soddisfatto: era una risposta abbastanza
da lui. Ed era stato sincero.
Certo, aveva omesso di dire che adorava la sua voce, che
l’avrebbe riconosciuta tra milioni, che l’aveva riportato indietro
dalla morte quando era stato avvelenato, che ora che sapeva cosa si provava a
sentirla sussurrata nell’orecchio non se ne sarebbe
più voluto separare, ma andava bene lo stesso.
Hermione avrebbe saputo che gli piaceva la sua voce e questo
era un gran passo avanti in ogni caso.
«Oh, te li meritavi quei canarini, Ronald»
commentò lei, imbronciandosi. «E riguardo
al tono acuto e saccente, mi ami anche per quello, no?
«Soprattutto per quell-»
Merda.
Coglione d’un
Weasley.
Quello sì, che era un dettaglio da omettere.
Un segreto che avrebbe fatto meglio a portare nella tomba
per continuare ad avere quel tanto agognato quieto vivere dopo tanti dolori.
Ron si girò scioccato verso di lei, il suo volto
paonazzo e i suoi occhi esplicitanti terrore.
Hermione ora lo fissava meravigliata e sorridente,
imbarazzata e raggiante. Senza preavviso lo abbracciò forte mormorando
un flebile ‘Oh Ron’
commosso.
Stringendola contro di sé, lui sperò
ardentemente che nel tragitto fino alle cucine qualcuno sarebbe
andato ad ucciderlo molto violentemente.
Incapace di trattenerla e di trattenersi, si lasciò
baciare sulle labbra sentendosi male quasi fisicamente quando Hermione si
staccò da lui e prendendolo per mano riprese a camminare.
Quando arrivarono alle cucine, Ron aveva serie
difficoltà di respirazione.
«Ron, tesoro, stai bene?»
Lui annuì teso, staccandosi da lei con un gesto
secco.
«Ho molta sete. Tu non hai
sete? Io ho molta sete» la sua voce era
tremante, roca, nervosa.
Hermione gli rivolse un’occhiata preoccupata; fece per
dire qualcosa, ma lui non glielo permise.
«Tu ora siediti lì,
okay? Preparo tutto io» la trascinò quasi
di peso verso una sedia, ignorando le occhiate allarmate degli elfi domestici e
le soffocanti attenzioni di Dobby, che aveva
intenzione di esaudire tutte le richieste possibili degli amici strani di Harry Potter Signore.
Ron chiese due bicchieri di succo di zucca e di nascosto da
Hermione versò in entrambi l’antidoto, in
modo da non poter correre il rischio di sbagliare calice.
Lei sarebbe stata
orgogliosa di questo inatteso colpo di genio, si disse, se una volta conclusa questa storia lei gli
avesse parlato ancora.
Fece un sospiro e si girò verso di lei; le porse uno dei
bicchieri e lei si alzò per avvicinarsi.
«Grazie» sorridendo Hermione prese il calice e
lo alzò verso di lui in segno di brindisi.
Ron la guardò portarsi la coppa alle labbra; una
strana fitta all’altezza dello stomaco lo fece quasi smettere di
respirare.
Ancora pochi secondi e sarebbe
tutto finito.
Hermione si sarebbe ricordata di quello che lui le aveva
detto e per la vergogna non gli avrebbe più parlato.
Grandioso.
Una prospettiva davvero allettante.
Ma non c’era nessun’altra soluzione, no? Ron
analizzò velocemente tutte le possibilità e alla fine ammise che
no, proprio non ce n’erano.
«A-aspetta»
mormorò nonostante tutto.
Lei gli rivolse un’occhiata stranita.
«Che succede?»
Lui esitò, evitando di guardarla negli occhi.
«Senti, scusa, va
bene?»
«Scusa per co-» le
labbra di lui si poggiarono sulle sue, non permettendole di finire la frase.
Dopo un primo momento di sorpresa, Hermione rispose fremente
al suo bacio, ma lui si era già allontanato, rosso in volto e con
un’espressione mesta a scurirgli gli occhi.
In fondo non gli avrebbe parlato più comunque dopo,
no?
Almeno non avrebbe mai rimpianto il fatto di non aver avuto
abbastanza fegato per baciarla di sua spontanea
volontà.
«Alla tua salute» borbottò, mandando
giù l’intero contenuto del bicchiere in un solo sorso.
Hermione si portò una mano sul cuore, ancora scossa.
Senza pensarci avvicinò il calice alle labbra e bevette sotto lo sguardo
di lui.
Ron rimase a guardarla; dapprima lei sorrise, ma dopo un
attimo la sua espressione pian piano si affievolì, mentre la
consapevolezza si faceva strada nella sua memoria.
«Sei tornata normale?» chiese
titubante, poggiando il bicchiere nel lavandino.
Hermione si accasciò sulla sedia, annuendo aritmicamente
con la testa.
«Santo cielo…» alzò lo sguardo su
di lui e Ron ebbe la certezza che lei si ricordasse perfettamente di tutto
quello che era successo in quelle ore passate.
«Ron, io…-»
«Non dire niente, okay,
Hermione? Va bene così»
In fondo di che poteva lamentarsi? Lei lo aveva amato, per
un po’.
Non di sua volontà, ma lei lo aveva amato.
Solo in quel momento però lui si accorse che non gli
sarebbe mai bastato.
Abbassò lo sguardo e si mise le mani in tasca,
indietreggiando. Sentì un bisogno selvaggio d’aria o, lui ne era
certo, non sarebbe riuscito ad affrontarla mai più.
«Penso che…andrò un po’
fuori»
Hermione scattò in piedi e fece per dire qualcosa, ma
lui era già uscito dalla cucina senza darle la possibilità di
fare nulla.
to be
continued…
Ed eccoci qui :)
Vi avevo detto che il
capitolo era quasi pronto, e infatti eccolo qui!
Purtroppo non sono sicura
che da questo momento in avanti gli aggiornamenti saranno tanto tempestivi.
In ogni caso spero che il
capitolo vi sia piaciuto e vi annuncio per le
conclusione della fan-fic manca solo il prossimo cap + un piccolo epilogo.
Intanto ringrazio
infinitamente Gioem106, Lill,
robby, ruka88, eli weasley, videlina 95, SoReLLiNaMaLfoY, Rowena Ollivander, dragondream,
EDVIGE86, mem, Angel86, Hermionina,
Nonna Giuly Weasley, BigIlly
e Bride162 per aver commentato lo scorso
capitolo e per tutti gli in bocca al lupo che mi avete dato per la
Maturità! Grazie mille =D
Per rispondere a Hermionina, devo
dire che l’idea della NC-17
mi aveva sfiorato xD poi
però ho pensato che Ron non approfitterebbe mai di Hermione filtrata com’è. E’
l’unico motivo per cui alla fine ho abbandonato l’idea C:
Ultimo ma non ultimo,
piccolo N.B. su Ginny: penso che nel
corso dei capitoli avrete notato che la mia
Ginny è decisamente simile a Mamma Weasley più di quanto probabilmente
non sia nei libri. Avevo bisogno però di questa sorta di esasperazione
del suo carattere per avere la possibilità di farle fare a Ron la lavata
di capo che si merita u_u!
Ginny non è dalla
parte di Lavanda, ovviamente, ma in un certo senso vige una sorta di
solidarietà femminile.
:D
Che altro posso dire,
spero tanto di potervi scrivere presto!
Baciottos <3