My
OCD is clonking me in the head
Keep
knocking, nobody’s home, I’m sleepwalking
I’m
just relaying what the voice of my head saying
Don’t
shoot the messenger, I’m just friends with the...
I’m
friends with the monster
That’s
under my bed
Get
along with
the voices inside of my head
You’re
trying to save me
Stop
holding your breath
And
you think I’m crazy
Yeah,
you think
I’m crazy
Well,
that’s not fair!
(The
Monster-Rihanna Ft. Eminem)
Quel
giorno era ispirata.
Scriveva
tanto velocemente da strappare i fogli con le unghie dei piedi.
“Mortemortemortemortemorte!!!”.
Scriveva
e leggeva contemporaneamente, era senza penna ma si leccava la punta
dell'alluce e la mordeva per far uscire l'inchiostro.
E
per farsi male, soprattutto per quello.
“Questolouccidoquestolouccidoquestodevemorire!!!”.
Quando
aveva già riempito una pila alle sue spalle e il suo alluce
pulsava
rosso, sentì le sue gambe aprirsi e il suo corpo si
incendiò di
passione.
-Ahh!-
Alzò la testa fino a torcerla dietro la schiena e
agitò le dita
sotto la camicia di forza, incapace di resistere alla tentazione di
toccarsi.
All'apice
del piacere, però, si bloccò.
Esaminò
con gli occhi la stanza attorno a sé, senza trovare quello
che
cercava.
-Coshè
queshto?-
Si domandò abbassando la mano.
Non
veniva da lì dentro.
Veniva
da fuori.
Si
rimise dritta, cioè si diede lo slancio verso l'alto, ma con
troppa
forza e si trovò piegata in avanti.
Ci
mise un po' per capire di stare fissando il pavimento, e un altro po'
per capire che non era lì che doveva guardare.
Allora
si raddrizzò e si rivolse alla parete di vetro.
-Oh...
stai venendo a trovarmi... Lisa-chan!-
E scoppiò in una risata isterica.
-Scusami.-.
Lisanna
rialzò la testa.
Dopo
che Freed si era ripreso erano ripartiti subito, ma lei era rimasta
lì dietro, un po' per stare con Flare e un po' per non stare
con
Freed; ora Flare e Ginger dormivano sui due letti a scomparsa del
veicolo, mentre lei si era rintanata in un angolino.
Nessuno
aveva più parlato da quando si erano rimessi in strada, e
quel
pesante silenzio era stato interrotto dall'ultima persona che si
sarebbe mai aspettata: Freed.
-Ho
sbagliato a trattarti così. Credimi, non l'ho fatto
volentieri,
io... ultimamente ho problemi a organizzare le mie
priorità.-.
-Freed-san...-
Lisanna scosse la testa: -No, avevi ragione tu, la tua missione non
ti lasciava scelta, sono io che ho sbagliato a reagire in quel modo.
Mi dispiace, sul serio. Solo... beh, la prossima volta che vuoi
sapere qualcosa su me e sulle mie amiche chiedimelo prima, ok?-.
Freed
non rispose, e l'accenno di sorriso che la ragazza si era fatta
venire si spense rapidamente; poi, finalmente, un fioco: -Ok.- e
poté
tirare un sospiro di sollievo.
Ripensò
alle sue parole, “organizzare le mie
priorità”, e si
domandò se questo voleva dire che non sapeva più
riconoscere un
amico da un semplice obbiettivo; quasi a leggerle il pensiero, lui
riprese: -Se pensi che io sia diventato strano... dove stiamo andando
ci sono molti vecchi compagni, e alcuni sono cambiati più di
me.
Perciò ti consiglio di prepararti, Lisanna,
perché potrebbe non
piacerti.-.
La
ragazza abbassò gli occhi, era una cosa a cui aveva
già pensato, ma
il fatto che Freed la mettesse in guardia la preoccupava abbastanza.
Nell'ultimo
anno aveva perso i contatti, se così si poteva dire, con
molti suoi
vecchi amici, e si era chiesta molte volte come stavano.
E
ora le diceva che erano cambiati tanto da poterla sconvolgere.
Gettò
una rapida occhiata a Ginger, che scodinzolava sognante sul
materasso, pensando che almeno non potevano essere cambiati
così
tanto.
Non
sapeva ancora quanto si sbagliasse.
Il
corpo di Dan Straight giaceva
immobile al
suolo, con le gambe e le braccia aperte a croce e la bocca
spalancata.
Kinana
abbassò la pistola ancora fumante e la rimise nel fodero.
I
cinque cani la guardarono stupiti e lei rispose loro con
un'occhiataccia.
-Che
avete-kina? Se volete rendermi utile, portate fuori il cadavere.-.
-M...Ma...-
Balbettò Rocker.
Kinana
non poté non sorridere: ecco, qualunque cosa di buono
avessero visto
in lei era scomparsa, e ora la vedevano per l'unica cosa che era,
un'assassina a sangue freddo.
L'occhio
di Kinana ticchettò un paio di volte.
“Uh?”.
KLENG
La
ragazza trasalì.
-Impossibile!-.
Dan
aveva appena rizzato le gambe in aria.
-Kinana-sama!-
Esclamò allarmato Semas.
Con
uno slancio, il cavaliere si rimise in piedi, spolverandosi le cosce
come se fosse caduto accidentalmente.
“Non
può essere! L'ho colpito in fronte!”.
Poi
Dan rialzò la testa e Kinana per poco non sbiancò.
In
mezzo alla fronte aveva una grossa ferita da cui grondava sangue fino
al pavimento, ma lui aveva ancora quell'enorme sorriso stampato in
volto.
“Quella
ferita... è come se l'avesse colpito una palla da
biliardo!”.
E
infatti ai suoi piedi, ora che guardava meglio, c'era una sfera di
metallo insanguinata e bruciacchiata.
Allora
capì cos'era successo, ma la spiegazione era assurda, anche
per un
mago!
-Come...
come diavolo hai fatto???-.
Dan
brandy la gigantesca lancia con cui era entrato e che aveva buttato
durante il combattimento contro i cinque.
-Kinana-tan,
sapevo che oltre che bella sei anche intelligente! Ho usato la mia
Habaraki
per ingigantire il proiettile, e come una ragazza colta come te
saprà, l'aumento di massa implica una riduzione della
velocità!
Così il proiettile non mi ha ucciso, ma mi ha solo fatto
male da
morire! Ma un dolore come questo non è niente rispetto al
fulmine
che ho sentito quando ti ho vista per la prima volta!!! L-O-V-E!!!-.
Kinana
strinse i denti, cercando di pensare alla prossima mossa.
“Una
lancia che ha il potere di ingigantire gli oggetti! In effetti mi
pareva di aver visto un lampo... deve averla usata anche contro la
porta, però non sapevo esistesse un aggeggio del
genere!” Fissò
di sottecchi lo scudo che era ancora per terra, chissà
quello che
magia aveva...
-Ehi,
dannato!- Ringhiò Semas: -Non pensare di averla vinta
così!-.
Kinana
allungò una mano: -No, fermo!- ma si era già
lanciato all'attacco.
Con
un rapido colpo di punta Dan lo ferì al ventre e lo stese.
Il
cavaliere ghignò ma Yeager lo bloccò per le
spalle.
-Wild
Four!- Urlò Rocker.
-Attacco
triplo!!!- Lui, Warcry e Novally si lanciarono addosso a Dan, ma
questi piegò le gambe e, inaspettatamente, fece una capriola
in
avanti, portandosi dietro un incredulo Yaeger.
SBAM
Yeager
si schiantò a terra, schiacciando Rocker, mentre Dan si
rialzò
sogghignando.
Gli
ultimi due cani rimasti indietreggiarono stupiti, e Dan
lanciò in
aria la sua lancia; Novally e Warcry alzarono istintivamente lo
sguardo, e il cavaliere con uno scatto sovrumano li afferrò
per la
testa e li sbatté al suolo, stendendoli sul colpo.
Poi
afferrò al volo la lancia e le sorrise come prima, mentre il
sangue
usciva a fiotti dalla sua fronte.
“Certo,
se l'Esercito ha mandato solo lui deve essere molto forte!”
Pensò
Kinana mettendosi in guardia.
“Ma
forse posso sfruttare il suo strano atteggiamento nei miei confronti
a mio vantaggio...”.
Tossicchiò,
poi strinse le mani dietro la schiena e lo fissò con
l'occhione
dolce.
-Dimmi,
signor cavaliere...-
Fece dimenandosi tutta come un pesce fuor d'acqua: -Perché
è venuto fin qui a cercarmi-kina?-.
Come
si aspettava Dan ci cascò in pieno, forse anche
più di quanto
sperasse, perché al getto di sangue frontale si aggiunse
quello
nasale.
-Kinana-tan!!!
Anche tu hai capito il legame che c'è tra noi!!! L-O-V-E!!!-
E si
mise di nuovo in posa.
“Che...
patetico! E pensare che all'inizio mi piaceva!”.
Quindi,
con voce più sensuale: -Kina...
che ne dici se mi rispondi e poi passiamo un po' di tempo da
soli?-.
-AH!!!-
Dan era paonazzo e Kinana quasi poteva vedere l'armatura in mezzo
alle gambe deformarsi: -IL REGNO MI HA AFFIDATO LA MISSIONE DI
RIPORTARTI INDIETRO E FARTI TORNARE DALLA NOSTRA PARTE!!!
PERCIÒ,
MIO AMATO ANGELO, CHE NE DICI DI SEGUIRMI E SCAPPARE NEL NOSTRO NIDO
D'AMORE???-.
-Quale
nid... ehm...
allora che ne dici di precedermi tu e poi ti seguo-kina?-.
-SÌ!!!
SÌ!!! LO VOGLIO!!!-.
“Mica
gli ho chiesto di sposarlo...”.
-...CIOÈ
NO!!! MI HANNO DETTO CHE SEI UNA DIAVOLA SEDUTTRICE E CHE NON DEVO
FIDARMI DI QUELLO CHE MI DICI!!!-.
-Ah,
te l'hanno d... Ah,
ti hanno detto questo? Sai che sono solo menzogne, io non farei mai
nulla del genere-kina...-.
-IO...
IO...-.
Kinana
sorrise sotto i baffi.
“Sii
fiero di avermi fatto usare la mia ultima spiaggia... certo se quei
cinque fessi fossero stati ancora svegli non mi sarei mai sognata
di...” Poi notò con orrore che non erano svenuti,
ma stavano
sdraiati a fissarla con occhi spalancati.
“Me...Merda!”
Pensò arrossendo.
Fortunatamente
i cinque smisero lasciando il posto a un'espressione spaventata.
Ecco,
dovevano aver capito che poi li avrebbe uccisi... uh... ma che...!
La
punta della lancia si illuminò, eppure i suoi occhi
continuavano a
essere due cuoricini.
-Sono
spiacente, Kinana-tan!!! La mia missione è più
importante dei miei
sentimenti!!! Perdonami, il nostro amore non ha futuro!!! Cerca di
dimenticarmi!!!-.
La
ragazza non riuscì nemmeno a metabolizzare la frase che un
raggio
verde la investì.
Le
pareti intorno a lei iniziarono a crescere... e anche il cavaliere, e
anche i cani... e anche i suoi vestiti!
Si
trovò improvvisamente al buio, coperta da strati di fibre
nere.
Quella
lancia non si limitava a ingrandire!
Emerse
dagli abiti e ne ebbe conferma: l'aveva rimpicciolita.
-D...Dannazione!-
Esclamò.
-Come
hai osato...- Poi si accorse di come i sei la guardavano.
Abbassò
lo sguardo e si rese conto del fatto che, se i vestiti erano rimasti
grandi, questo voleva dire che...
-Kina!-
Si coprì con una mano il seno e con l'altra in mezzo alle
gambe,
arrossendo fino a fumare.
-C-C-Che
hai fatto??? M-M-Me la pagherai!-.
Dan
le si avvicinò a quelli che per lei erano grandi passi,
sorridendo
come un cretino eccitato.
-Ehi!
Stammi lontano, pervertito!!!- Urlò mentre la sua ombra
minacciosa
la oscurava e la sua mano si allungava verso di lei.
-No!-
Alzò il braccio e fece sollevare la polvere dal pavimento
sotto i
piedi del ragazzo, facendolo cadere all'indietro.
-Urgh!-
Gemette battendo la nuca.
“Ben
ti sta, razza di...” Con la coda dell'occhio libero
(fortunatamente
la benda era rimasta) vide che i Wild Four si erano rialzati e la
guardavano sbavando come... beh, come cani.
-E
ora cosa avete-ki...- Abbassò il viso.
Alzando
il braccio aveva scoperto le tette.
-...na.-.
Una
volta, da serpente, Cobra l'aveva fatta accidentalmente cadere in una
vasca di crotali maschi in calore; ora si sentiva più o meno
così.
-N-no...-
Stridette la sua voce, mentre lei si affrettava a ricoprirsi
piegandosi su sé stessa per offrire meno spettacolo
possibile.
-No!!!
Giratevi o vi seppellisco vivi!!! Non osate guardarmi in questo
stato!!!- Se fosse un ordine o una supplica non lo sapeva nemmeno
lei, ma funzionò, perché quelli si voltarono
immediatamente; così
corse su per la gamba di Dan, che era svenuto per la botta, e
arrivò
fino al suo viso; lì sollevò forzatamente una
delle sue palpebre e
appoggiò una mano sul suo occhio; facendo in questo modo,
però, non
solo si era scoperta, ma si era piegata in avanti rivolgendo il
sedere verso i cinque cani, che pregò Ikusatsunagi
non avessero l'idea non tanto improbabile di sbirciare.
-Svegliati!
Svegliati subito, stronzo di latta!!!- Urlò infuriata e
terrorizzata.
Dan
gemette e la sua pupilla si illuminò.
-Kinana-t...
WOHO!!!- Kinana si dovette aggrappare al bulbo del ragazzo per non
cadere, cosa non facile perché i piedi scivolavano sulla sua
fronte
insanguinata, mentre questo sussultava e cercava di rimettersi in
piedi.
-Rimani
seduto oppure ti sbriciolo l'occhio!!!- Sbraitò stringendo
le mani
ed iniziando ad inaridirle.
Dan
allora si fermò, ma così facendo
riuscì a mettere ben a fuoco la
ragazza su di lui, che ormai era quasi scivolata sulla sua cornea:
così cacciò un urlo, girò le pupille e
smise di muoversi.
L'ultimo
sussulto la fece cadere, e si rialzò ancora confusa; solo
dopo
qualche secondo si rese conto del fatto che il ragazzo era svenuto.
Il
nervo sul suo occhio pulsò fin quasi a scoppiare per la
lenta
consapevolezza che la stava invadendo.
-Ehi...
aspetta un attimo... se lui ha perso i sensi, allora...-.
-ARGH!!!
SVEGLIATI SUBITO!!! DEVI FARMI TORNARE NORMALE!!! FARMI TORNALE
NORMALE!!!-.
Nessuna
risposta.
-NOOOOOOOOO!!!-.
Non
si era resa conto di essersi addormentata fino a quando non si era
risvegliata.
Eppure
la vita che aveva rivissuto in quella breve illusione non poteva che
essere un vano ricordo o un blando sogno; ma come poteva accettarlo
mentre poteva finalmente lasciarsi andare tra le braccia di Mira o
riposare insieme al suo fratellone?
Non
era la prima volta che si dimenticava in quel modo del suo presente,
e non era solo perché mentre si dorme il sogno si confonde
con la
realtà, ma anche perché, da un anno a questa
parte, la realtà era
diventata così incredibile da sembrare essa stessa un sogno,
anzi,
un incubo.
In
ogni caso si era svegliata perché l'Espada si era fermato.
-Freed-san?-
Mugugnò ancora assopita.
-Siamo
arrivati a Crocus.- Disse la sua voce da dietro la parete di ferro.
-Di...
di già?-.
-Hai
dormito tutto il giorno, Lisanna.-.
“Uh?
Tutta la notte? Non me n'ero resa conto!”.
Si
guardò intorno e vide che Ginger ronfava ancora, mentre
Flare era
seduta sul materasso e fissava il pavimento.
-Flare-san?-.
Flare
non si mosse, sembrava dormire anche lei, se non fosse che ondeggiava
costantemente con le dita e stava troppo immobile.
Lisanna
aggrottò le sopracciglia, era da ieri che non parlava con
lei, e
francamente non sapeva cosa dirle.
Gli
sportelli della stanza si aprirono e la luce la abbagliò,
costringendola a strabuzzare le palpebre; quando riuscì a
riaprirle
vide che Freed le faceva cenno di uscire, così si
rialzò e scese
dall'Arrancar.
Sobbalzò
nel vedere il palazzo reale elevarsi davanti a lei in tutta la sua
sontuosità; guardandosi attorno capì di essere
nel Campo Marzio,
l'enorme zona dietro al palazzo dove si allenava la Squadra
Reale: plotoni di maghi correvano attorno a un circuito rettangolare,
poco più in là maghi arcieri si esercitavano nel
campo di tiro,
dietro di loro maghi combattenti si sfidavano nella lotta libera
senza magia, e ancora così fin quasi all'orizzonte.
Lisanna
fece “oh” con la bocca, non aveva mia visto tanti
maghi tutti
insieme, e sembravano tutti molto più forti di lei! Non
poteva non
sentirsi un po' fuori posto, e tutto
quel rumore la scombussolava.
-Freed-san!-
Urlò per farsi
sentire: -Perché
siamo qui???-.
Freed,
che stava aiutando le altre due a scendere, fece per risponderle, ma
si bloccò in un sorriso quando vide qualcosa alle spalle
della
ragazza.
Lisanna
si voltò e vide una grossa figura umanoide avvicinarsi a
lei; era
controluce, e all'inizio la scambiò per un uomo corpulento,
ma bastò
uno scintillio della sua armatura e l'ondeggio della sua chioma rossa
per farla ricredere istantaneamente.
-Erza!-.
Ora
che era così vicina poteva distinguere la croce gialla sul
pettorale
e il simbolo di Fairy Tail tatuato poco sotto la spalla destra, e
subito le si gettò tra le braccia in un impeto di gioia.
-Che
bello rivederti!-.
Sentì
le braccia metalliche della rossa ricambiare l'abbraccio, erano
fredde sulla sua schiena ma calde sul suo cuore.
-Sono
felice anch'io, Lisanna.- Rispose lei con calmo affetto: -È
passato
così tanto dall'ultima volta, sei cresciuta molto!-.
Non
era la prima volta che glielo dicevano, doveva essersi alzata molto
nell'ultimo anno. Di solito non le importava, ma sentirlo dire
proprio da lei era tutt'altra storia: per Erza aveva sempre nutrito
un grande rispetto, era sempre stata una colonna portante nella sua
vita alla gilda, lei ferma e determinata come una roccia ma dolce e
comprensiva come una sorella, perciò alle sue orecchie quel
“sei
cresciuta” era il più grande complimento che
potesse farle.
-Tu
invece sei rimasta la stessa.- Disse staccandosele a malincuore: -Mi
sembra ieri che... ma che dico, mi sembrano secoli!-.
Erza
piegò la testa in un caldo sorriso.
-Oh!-
Fece poi: -Hai un occhio giallo!-.
Lisanna
sobbalzò, ma Erza non sembrava dispiaciuta o intimorita,
tutt'altro.
-È
una nuova moda? Ooooh, sembra divertente! O forse stai facendo un
cosplay?-.
-No,
io...-.
-Stai
facendo un semaforo?-.
Lisanna
trasalì, poi scoppiò a ridere.
Quella
proprio non se l'aspettava, si era dimenticata di quanto Erza potesse
essere ridicola a volte!
Erza
mise le mani ai fianchi e tornò a sorriderle fraternamente.
-È
bello saperti sana e salva.- Poi spostò gli occhi dietro di
lei: -Ma
tu sei...-.
Lisanna
si voltò e vide che fissava incredula Flare, che al solito
abbassò
il volto imbarazzata.
Ancora
più stupita guardò Ginger, che invece distolse lo
sguardo con una
smorfia schifata.
-Capisco...
immagino che abbiamo molte cose da dirci...-.
Lisanna
ridacchiò un po' a disagio, poi Freed la superò e
sembrò volersi
allontanare.
-Uh?-.
Freed
alzò la mano in cenno di saluto e se ne andò a
grandi passi, senza
aggiungere altro.
-Ma
che gli è preso?-.
-Sai
com'è fatto quando si tratta di lui.-
Rispose Erza incrociando le braccia: -Per lui niente è
più
importante.-.
-Lui...
intendi Laxus-san?-.
Erza
annuì gravemente.
Lisanna
sobbalzò.
-Ho
sentito delle voci in giro... è vero che... che...-.
Si
bloccò, sperando che Erza la interrompesse per rassicurarla
e per
dirle che no, che erano tutte storie, che Laxus non avrebbe mai fatto
una cosa del genere; invece la risposta fu quella che temeva.
-Sì.
Dieci mesi fa, Laxus ha distrutto una città con i suoi
fulmini.-.
Sentirlo
in giro era già terribile, ma sentirlo da Erza era
devastante.
-Com'è
possibile? Laxus non è quel tipo di persona! Deve esserci un
errore!-.
Erza
si circondò il mento con due dita, mettendosi a riflettere.
-No,
lui stesso ha confessato e ha voluto farsi rinchiudere. Non sappiamo
cosa gli sia successo, ma non ha più parlato da allora,
anche
se...-.
Scosse
la testa.
-Non
è il caso di parlarne in un posto come questo, e immagino
che tu e
le tue amiche sarete stanche. Seguimi, ti porterò nei tuoi
nuovi
alloggi.-.
-Aspetta
un attimo, non ho tempo per questo!- Lisanna le mostrò la
lettera
che teneva in tasca: -Devo andare dalla principessa e...- Si
sentì
mancare e si sbilanciò in avanti, venendo prontamente presa
da Erza.
-Non
preoccuparti, ora pensa a riposarti, questi ultimi giorni sono stati
duri per te.-.
Lisanna
non era d'accordo, ma Erza la strinse a sé e le
accarezzò i
capelli, riuscendo così a calmarla.
Lei
stava bene, nonostante il freddo metallo Erza era così
morbida, e la
stanchezza ricominciava a farsi sentire; oltretutto non si era
svegliata ancora completamente, perciò le venne naturale
chiudere le
palpebre anche solo per riposare gli occhi; così
in un attimo era caduta addormentata tra le braccia dell'amica.
-LOOOOOOOOOOOOOOOOOOVE!!!-.
Per
qualche strana ragione più lei affondava il coltello
più lui urlava
“love”.
Avrebbe
urlare “ah” o “ti prego
smettila”, non “love”, proprio
no.
Così,
ancora più infuriata, estrasse la lama e gli
ringhiò contro; lui,
legato per bene allo schienale sedia, sorrise smagliante, mentre il
sangue dalla fronte gli colava sui denti.
-Stronzo
di un cavaliere, perché non urli???- Sbraitò.
-Io
sto urlando, Kinana-swan! Urlo il profondo sentimento che
LOOOOOOOOOOOOVE!!!-.
Niente,
anche lì non funzionava, doveva essere un tic, tipo il suo,
che tra
l'altro non le lasciava tregua: più si incazzava,
più le pulsava
l'occhio e più si incazzava ancora.
-Ne
ho le palle piene-kina!!! Non sono mai stata umiliata tanto in vita
mia!!!-.
Gli
ficcò la pistola in mezzo ai denti che si erano aperti in un
sorriso
smagliante a quello che per lui era un fantastico panorama e tolse la
sicura con un secco CLICK.
-Cosa
dovrei farti per fartela pagare, eh??? Cosa???-.
-Kinana-sama...-.
BANGBANGBANGBANGBANGBANGBANGBANG
Una
raffica di proiettili in mezzo ai capelli zittì Rocker e gli
altri
quattro.
-E
voi altri-kina.- Soffiò a denti stretti: -Avete tre secondi
per
dimenticarvi completamente quello che avete visto, altrimenti...-.
-Cosa?
Ma noi...-.
Alzò
nuovamente la pistola, minacciando Dan con l'altra, e iniziò
a
contare; tanto non li avrebbe uccisi.
Beh,
non tutti almeno.
-Tre...-.
-Eek!
Aspetti, come facciamo a...-.
Solo
qualcuno.
-...due...-.
Rocker
impallidì e scosse la testa più volte.
-Lo
sto dimenticando!!! Lo sto dimenticando!!!-.
-Dimenticando!!!
Dimenticando!!!- Fecero eco i Wild.
Kinana
levò l'altra pistola dalla bocca di Dan e la
puntò contro il mago,
prendendo bene la mira.
Il
ciccione quasi quasi lo risparmiava.
-...uno...-.
-Ah!-
Urlò il cavaliere: -Kinana-tan, sono arrivati anche gli
altri!-.
No,
facciamo una cosa alla Assassin's Creed, niente testimoni, anche tra
gli altri.
-...zer...-.
Uh?
Gli altri?
-Quali
al...-.
BOOM
Non
era possibile.
No,
non era proprio possibile.
Era
ridicolo, anche se lo vedeva coi suoi occhi non poteva essere.
Non
poteva.
-È...
è uno scherzo, vero?-.
Di
fianco a lei, Erza rimase impassibile, a braccia incrociate.
Non
era uno scherzo.
Lisanna
accarezzò il vetro con le dita, come se sperasse di
raggiungere in
qualche modo la pelle della ragazza lì dentro.
Boccheggiò,
la gola le scoppiava.
-Erza,
non... lei non... come può...-.
-L'abbiamo
trovata così.- Rispose lei: -Era stata rapita durante una
missione e
quando l'abbiamo ritrovata era... questo.-.
Lisanna
la guardò cercando una qualsiasi altra spiegazione, ma Erza
non
gliene fornì alcuna, né parlò
più.
Non
ci riusciva, come lei d'altronde.
Tornò
a guardare la ragazza, sbigottita come se si fosse appena alzata dal
letto, e vide che si era messa seduta a fissare il pavimento, dandole
la schiena.
-Lo
fa spesso. La aiuta a pensare e a rimanere...- Erza faticò
per
trovare la parola: -lucida.-.
Lucida?
Perché diceva questo? Da cosa doveva rimanere lucida? Cosa
le stava
accadendo? Cosa stava accadendo alla sua amica???
Improvvisamente
lei rialzò la testa e si guardò intorno come a
cercare qualcosa;
poi abbassò bruscamente il capo e sembrò
assopirsi.
Lisanna
si avvicinò al vetro, in attesa della sua prossima mossa.
Doveva
aver abbassato troppo la guardia, perché quando l'altra si
buttò
bruscamente all'indietro per poco non le prese un colpo.
-Ah!-.
Si
girò e, pancia e viso a terra, iniziò a
strisciare verso di lei.
Lisanna
indietreggiò intimorita, e fece appena in tempo,
perché in pochi
secondi l'altra aveva raggiunto il vetro e si era rimessa in piedi
come un balzo; ma, forse accidentalmente o forse apposta, si diede
troppo slancio e finì a ciondolare con la testa all'indietro.
Lisanna
deglutì, orrendamente incantata da quella vista, e
sussultò quando
lei si diede una forte spinta in avanti e iniziò a cozzare
la fronte
sul vetro.
-Ferma!-
Allungò la mano verso la vetrata ma Erza le
afferrò saldamente il
polso.
-Aspetta!
Anche se lei non può vederci né sentirci qui
dietro, un rumore così
vicino lo percepirà!-.
-Ma
io...- Ma Erza l'aveva già mollata e aveva distolto lo
sguardo
rassegnata, e all'albina non rimase altro che rimanere zitta a
guardare.
TUMP
TUMP TUMP
-Noia!
Noia! Noia!-.
TUMP
-Noia...-.
Strisciò
in basso strusciando il viso contro il vetro fino a inginocchiarsi.
-Questo
corpo è una noia... è piccolo e insignificante...
ma io dentro non
sono piccola e insignificante... non lo sono... vero?-.
A
quest'ultima parola saettò in alto un occhio seminascosto
tra i
capelli azzurri, e Lisanna fu certa che si stesse rivolgendo a lei;
che l'avesse udita urlare? O forse aveva sentito la sua presenza? Era
l'occasione giusta per parlarle, eppure ancora una volta la sua voce
si rifiutava di uscire dalle sue labbra, che emettevano solo ansimi.
Forse
era quell'occhio a sconcertarla, tanto bestiale e inumano, tanto
simile al suo...
Provò
il forte impulso di scappare, ma anche stavolta Erza la
fermò per il
braccio.
Sconvolta
cercò una spiegazione, e fu ancora più sorpresa
nel vedere che
anche lei, solido pilastro della sua vita, sembrava impotente, con il
viso tirato, le palpebre chiuse e i denti stretti.
-Erza...-.
-Non
ce la faccio più.- Erza si mise l'altra mano sopra gli
occhi,
massaggiandosi le tempie fino a calcarle.
Se
per Lisanna quella era una vista sconcertante, per Erza, che la
vedeva ogni giorno, doveva essere massacrante.
-Non
ce la faccio più a guardarla così.-.
Quella
intanto aveva cambiato posizione: si era messa in piedi e aveva
piegato la testa di lato, fissando davanti a sé come
ipnotizzata,
ricordava un po' Flare.
Lisanna
si trovò a fissarla negli occhi.
Erano
chiari e profondi, e il suo volto era ingenuo come quello di un
bambino quando scopre una cosa nuova.
Ma
erano anche vuoti, come se fossero senza fine, e desolati
dell'umanità che un tempo lei aveva più di tutti.
Ed
erano irritanti, molto irritanti.
Una
sensazione di rabbia la assalì all'improvviso e la costrinse
a
ringhiare contro la Cambiata dietro il vetro, mentre il desiderio di
entrare e sbranarla pur di farle cambiare quell'espressione
fastidiosa si faceva rapidamente strada tra la sua mente.
Tanto
quella non era più la sua amica, quella era un demone che
stava
indossando la sua pelle, perciò che male c'era a levargliela
di
dosso?
Erza
dovette capire che qualcosa non andava e la chiamò
preoccupata, ma
lei non le rispose e invece si avventò contro il vetro
colpendolo
con i pugni.
-Che
cosa le hai fatto??? Che cazzo hai fatto alla mia amica, mostro???-
Urlò.
-Che
cosa le hai fatto???-.
Lei
continuò a guardarla come assopita, come se non la sentisse.
-Rispondimi,
demone! Che cosa hai fatto a Levy???-.
Lei
inclinò di più la testa, facendo oscillare i suoi
capelli, no, non
i suoi,
quelli di
Levy,
quei bei ricci azzurrini che ora erano sporchi della sua anima
fetida.
-Lisanna!-
Erza la riscosse per calmarla, ottenendo invece una spinta.
Perché
tutti quanti si mettevano di mezzo??? Perché non la
lasciavano fare
giustizia??? Perché subito dopo si fingevano suoi amici???
-Ridammela!!!
Ridammela!!! Ridammi la mia amica!!!-.
Levy,
no, il mostro nel corpo di
Levy
socchiuse le labbra di
Levy e
parlò con la voce di
Levy:
-Io...-.
-Stai
zitta!!! Stai zitta stai zitta stai zitta!!! Non osare parlare con la
sua voce!!!-.
-Lisanna,
torna in te!- Un'altra spinta e Erza cadde a terra, smettendola
finalmente di parlare, almeno lei.
Tornare
in lei? Era già in lei, come non lo era da molto tempo! E lo
sarebbe
stata di più se avesse potuto azzannare quel collo e far
uscire il
demone dalla sua amica!!!
-Io...
potrei...-
Riprese quella, fregandosene del resto.
-Stai
zitta!!!-.
-Io
potrei... come si dice... farti... ecco, farti la stessa... la
stessa... come si dice...-.
TUMP
Stupido
vetro che non si rompeva!!! Dove cazzo era la porta???
Il
demone schioccò le dita.
-Io
potrei farti la stessa domanda! Così si dice, sì,
la stessa
domanda...-.
Lisanna
si bloccò e la trucidò con lo sguardo, soffiando:
-Che... stai...
dicendo...-.
Levy
appoggiò il viso sul vetro e si leccò le labbra.
-“Che
cazzo hai fatto alla mia amica, mostro?”-.
Mostro.
Mostro.
Mostro.
Quella
parola fu una doccia fredda, fu come risvegliarsi da un torpore e
trovarsi a pieni nudi sulla lava.
Si
guardò intorno, la vista si era appannata e distingueva a
malapena i
colori.
Che
cosa le era successo? Aveva di nuovo perso il controllo? Come aveva
potuto...
Notò
una chiazza rossa per terra che non sembrava dovesse esserci nel
grigio del pavimento.
Una
macchia... forse della vernice... oppure dei...
Capelli!
Erza!
Erza,
ora la vedeva bene, era accasciata a terra e si massaggiava la nuca
con una smorfia dolorante in volto.
-Erza-san!
No! Io non...-.
La
ragazza si precipitò dall'amica e la aiutò a
rialzarsi; non appena
riuscì a rimettersi in piedi, però, Lisanna
indietreggiò
velocemente.
-Non
preoccuparti...- Mugugnò Erza.
Lisanna
si trovò con la schiena contro il vetro, e sentì
Levy borbottare
qualcosa; si voltò d'istinto e si trovò ancora
una volta a guardare
gli occhi penetranti e assassini della Cambiata.
-Hai
fatto male ai tuoi amici... sei davvero un mostro, allora...-.
Quelle
parole le trapassarono il cuore, e scappò fuori
dalla stanza.
-Porca
merda!-.
Kinana
sparò una raffica contro la parete che, già
inclinata, si distrusse
in mille pezzi; il soffitto vibrò, ma se aveva resistito a
una
cannonata un colpetto del genere non poteva fargli molto.
-Urgh!-
Attorno a lei i Wild Four si rialzarono intontiti.
-Kinana-sama,
che sta succedendo?-.
A
rispondere fu Dan, che si rimise in piedi con un balzo.
-Ah!
I miei compagni sono arrivati!-.
TUNF
Kinana
lo stese con il calcio della pistola.
“Le
Mosche dell'Esercito! Maledizione, sapevo che non potevano aver
mandato solo lui, ma che mi seguissero fino a qui...”.
-Voi
idioti, ascoltatemi-kina! Saltate attraverso il muro, lì
c'è
l'Espada che ho rubato tempo fa, è carico di armi,
prendetelo e
andate!-.
-Cosa?
E lei, Kinana-sama?-.
-Tsch!
Devo liberarmi di questi tizi, o mi daranno il tormento in eterno!-
Kinana impugnò l'altra pistola e si avvio verso la porta
distrutta.
-Voialtri
vi consiglio di scappare il più lontano possibile, e di
trovarvi
qualcun'altra a cui correre dietro-kina!-.
-Ma...-.
“Sì,
lo so, non riuscirò mai a sconfiggerli tutti da sola!
Pazienza,
fuggire sarebbe impossibile!”.
Si
bloccò e inspirò profondamente.
“E
comunque, anche se sono fregata...”.
Kinana
si girò verso i cinque ragazzi.
-Kinana-s...-.
“...proprio
non riesco a non sorridere!”.
-Tranquilli,
me la caverò!-.
Si
voltò, pensando tra sé e sé quanto
fosse penoso che si fosse
rammollita in quel modo, e fece per muovere un passo, ma si
trovò un
paio di mani giganti sopra le spalle.
-Ma
cos...-.
In
un attimo si trovò catapultata in aria oltre la parete, in
caduta
libera da due piani di altezza.
Scorse
per un attimo i cinque cani che si mettevano in posa e Rocker al
centro che alzava il pollice vittorioso, dopodiché con un
paio di
capriole in volo atterrò sul tettuccio dell'Espada.
“Idioti!”
Pensò alzando lo sguardo nel vano tentativo di intravedere
qualcosa.
“Che
cazzo gli è preso-kina??? Beh, se pensano che
tornerò ad aiutarli
si sbagliano di grosso, già l'ho fatto una volta e mi hanno
perseguitato! Figurati se mi perdo un'occasione del genere per
filarmela!”.
Piegò
le gambe per saltare giù, ma all'ultimo si sentì
mancare le
ginocchia e si massaggiò la fronte.
“Non
posso credere a quello che sto per fare...”.
-Ehi,
cretini!- Urlò: -Non fatevi uccidere, o giuro che vi
ammazzo-kina!!!-.
Patetica,
davvero patetica; addirittura le sembrò di sentirli ululare
in
risposta, dio se era caduta in basso...
Ma
almeno ora si era tolta lo scrupolo, e montò subito nel
furgone,
partendo in quarta.
Si
asciugò il sangue che le colava da sopra l'occhio buono,
trovando un
profondo taglio al posto del sopracciglio; per lo meno con una botta
del genere il tic le era passato.
In
ogni caso doveva rifornirsi di nuovo di armi, e c'erano un paio di
posti dove poteva andare.
Riaprì
gli occhi, aveva caldo.
Era
strano per lui avere caldo, ma non gli dispiaceva affatto, anche se
non sapeva dire perché.
Forse
perché gli piaceva provare sensazioni nuove, forse
perché gli
piaceva sentire il sudore sulla pelle.
Forse
era per lei.
Si
mise seduto, appoggiandosi allo schienale e tirando un lungo sospiro.
Bella
come nuova sensazione, ma anche sfiancante.
Di
fianco a lui, il sinuoso corpo nascosto tra le lenzuola, Sayla
dormiva profondamente, con i capelli che le ricadevano sul viso e che
si spargevano sul cuscino come una macchia nera.
Si
soffermò a guardarla, prima le sue curve che aderivano
sudate alle
pieghe delle lenzuola e poi il suo bel viso, rosso e imperlato e
stranamente sereno, come se l'erotica prestazione di poco prima non
l'avesse provata; mah, sarà stata l'abitudine.
Interruppe
per un attimo i fiochi respiri e borbottò qualcosa, forse un
nome.
“Kyouka-sama”,
sicuramente.
Perché
Natsu era sicuro che durante tutto il tempo Sayla aveva pensato alla
sua adorata Kyouka; era anche questo il motivo per cui aveva
accettato di farlo con lei (anche se forse era meglio dire che
l'aveva costretta), bastava guardarla per capire come le mancava, lei
e il fare sesso con lei.
Per
Kyouka non poteva farci molto, ma poteva soddisfare la sua fame di
sesso, che la stava logorando. Era un po' una fortuna che lei fosse,
come avrebbe detto un pervertito, una “macchina per
scopare”,
cioè una bisessuale sfrenata. Anche se era chiaro che le
piacevano
di più le donne, soprattutto Kyouka, ma forse per lei
provava
qualcosa di più di semplice attrazione; boh, per essere
bella Kyouka
era bella...
Sayla
parlò di nuovo, stavolta però ad alta voce.
-Master...-.
Natsu
sussultò e distolse lo sguardo, mentre sentiva le guance
diventare
calde, e stavolta di un calore spiacevole.
Come
aveva già avuto modo di osservare, Sayla era una ragazza
molto
bella, ma solo allora la cosa iniziò a imbarazzarlo.
Improvvisamente
gli venne l'impulso di accarezzarle i capelli e stringerla a
sé, non
seppe perché, né come riuscì a domarsi.
Forse
erano i residui di poco prima, o forse era...
-Ah!-
Si tirò istantaneamente indietro, stropicciandosi gli occhi
per la
sorpresa.
Per
un attimo i capelli della ragazza erano diventati... no, forse era
meglio dire che li aveva
visti diventare
di un altro colore più... più...
Deglutì
a vuoto.
Era
passata, aveva avuto solo un'allucinazione e niente di più,
però...
Strinse
con forza il polso destro fino a farsi male, poi se lo
esaminò
davanti agli occhi.
Quella
non era stata un'allucinazione, quel brillo rosa l'aveva visto; e poi
ancora quel brutto presentimento, come se ci fosse qualcuno alle sue
spalle.
Dunque,
voltarsi poteva essere pericoloso, non temeva tanto di essere ferito
quanto di far scappare la presenza, perciò si
limitò ad alzare la
temperatura della sua schiena a 70 °C.
Nessun
urlo, nessun gemito, niente di niente, si girò.
Zero
vittime, uno schienale bruciato.
-Natsu...
sama?-.
Sayla
si rialzò, fissandolo assonnata e confusa.
-Tranquilla,
va tutto bene.- La rassicurò lui.
Inizialmente
sembrò calmarsi, poi però trasalì e
diventò rossa come un
peperone; si girò dall'altra parte e si nascose sotto le
lenzuola.
-Master...
Natsu... io... cioè... non volevo... io...-.
E
che, si sentiva imbarazzata? Un po' tardi...
-P...P...P...-.
E.N.D.
la guardò incuriosito, ma che stava dicendo?
-...Punizione...-.
“Santo
Zeref...”.
In
piedi sull'altura, con il vento che gli scompigliava i capelli con un
soffio leggero, Rustyrose si sistemò gli occhiali,
osservando
attentamente lo spettacolo sotto di lui come un falco la sua preda.
Se
esisteva l'inferno era così che se lo immaginava: un enorme
braciere
che rischiarava la notte attorno a lui, alto come una colonna
babelica, da cui si sentiva attratto come una falena dalla luce.
Come
lui, tanti piccoli puntini si stavano radunando attorno a quel fuoco
e lo osservavano incantati; eppure eccone uno che si stava
allontanando rapidamente, topo in mezzo alle formiche.
Alzò
il braccio e immaginò di puntarlo con una pistola, prese
bene la
mira, sparò, e del topo non rimase che cenere bruciacchiata,
carne
per qualche serpente di passaggio.
Metafora
bizzarra, dato che il topo era anche un serpente.
Angolo
dell'autore
Così, a sfregio, un altro capitolo. Più che altro
una certa "ora notturna" me la immagino a caricare e ricaricare la
pagina in attesa di un nuovo capitolo.
Cioè, dovrei essere a studiare ma...
Vabbeh, alla prossima XD!
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