Prologo
[
e quando non verra’ mattina, restero’ accanto a te
e quando
il buio si avvicina, se succede pensa a me]
Tiziano
Ferro
(salutandoti
affogo)
Peter
Pevensie
guardava le file interminabili di ombre che si trovavano nel campo
nemico.
Sarebbe stato difficile questa volta vincere, ma come sempre ce
l’avrebbero
fatta. Sorrise incoraggiante a Edmund, che stava indietro di lui,
evidentemente
teso. Salutò Susan, a capo degli arcieri, con la mano. Lucy,
per fortuna, stava
a Cair Paravel. Fissò le creature di Narnia pronte ad un suo
qualsiasi ordine.
Tornò a fissare le linee nemiche, determinato a farsi valere.
– creature di Narnia!
- chiamò.
E Narnia rispose, con un urlo
di guerra alto e assordante. Dall’altro capo del campo le
ombre urlarono
qualcosa nella loro lingua stridula.
– per Narnia! – urlò Peter
lanciandosi all’attacco. Gli
abitanti di
Narnia si fecero strada a suon di spade tra le Ombre. Peter
puntò subito
all’Ombra che sembrava essere il capo di un plotone. Gli
andò incontro urlando
nel frastuono della battaglia. A Peter sembrò di andare a
rallentatore, anche
se in realtà tutto scorreva molto veloce. Appena gli fu
vicino l’Ombra mormorò
una formula magica e lui cadde da cavallo, ma si rialzò
subito. S’affrontarono
a colpi di spade e, quando il ragazzo perse la spada, prese a
difendersi con lo
scudo. Infine anche lo scudo volò via.
Il giovane
arretrò, e sperò che Edmund se la cavasse meglio
di lui.
Arretrò di nuovo e inciampò in un sasso. Prima di
toccare terra, il ragazzo,
sentì
l’Ombra mormorare
una parola
strana e quando toccò il suolo tutto divenne buio. Una
freccia cadde a pochi
centimetri dall’Ombra, e Peter Pevensie non c’era
più.
Susan
Pevensie
scrutava astiosa l’orizzonte, l’arco stretto in
pugno. Vide Peter salutarla e
ricambiò il saluto, sperando di sembrare convinta. Sentiva
che non sarebbe
stata una guerra come le altre. Peter partì
all’attacco, e si perse nella
mischia, come Edmund. Si girò verso Cair Paravel e
mandò un bacio a Lucy,
affacciata alla finestra. Tornò a comandare gli arcieri
della sua squadra.
–Pronti? Mirate… tirate! – molte frecce
presero in pieno le Ombre. Susan
vide Peter in difficoltà. Decise di aiutarlo.
–
Mirate… tirate! – ma il
suo tiro non fu perfetto come al solito, perché aveva visto
Peter sparire,
inghiottito dalla terra. Inizialmente non ci credette, ma vide
l’Ombra con cui
aveva combattuto andarsene. Il cuore prese a batterle furiosamente nel
petto.
–Peter!-
affidò il comando a Tumnus e scese nel campo di battaglia.
Spintonò
tutto e tutti e arrivò al punto in cui Peter era scomparso.
Rimase lì, ferma
mentre tutto il resto correva furiosamente, come nel centro della
battaglia.
Poi sentì una stretta gelida sulla spalla. Si costrinse a
reagire e si liberò
velocemente di questa, per poi fronteggiare l’Ombra a cui
apparteneva. A
distanza ravvicinata però le frecce non sono mai servite a
molto e presto Susan
si ritrovò senza alcuna arma. Sentì il freddo
passarle nella ossa e congelarla,
tanto che non riusciva a muoversi. Cercò con lo sguardo
Edmund, sperando in un
possibile aiuto, e lo vide intento a fronteggiare un’Ombra
molto più grossa di
lui, ma il ragazzo sembrava prevalere. La sua nemica
s’avvicinò, e Susan fu
convinta di vedere un ghigno nel buco nero che era la sua faccia. Provò
a reagire, ma fu del tutto in utile. Il
mantello dell’Ombra e s’avvolse intorno a lei.
Susan sentì il freddo e poi ci
vide nero. Il mantello dell’Ombra s’aprì
rivelando il vuoto più assoluto. E
Susan Pevensie non c’era più.
Lucy
Pevensie
raccolse il bacio della sorella e continuò a fissarla. Non
voleva cercare né
Edmund né Peter, per paura. Vide Susan affidare il comando a
Tumnus. Che
cosa stai facendo? Si
domandò, seguendo con lo sguardo la
sorella, ora ferma in mezzo alla battaglia. Vide il suo combattimento
con
l’Ombra e vide il mantello di quest’ultima
avvolgersi intorno a lei. Poi vide
che non c’era più e scoppiò in lacrime.
Non pensò nemmeno un istante ad
un’allucinazione perché ormai sapeva bene che a
Narnia poteva veramente
succedere di tutto. Si guardò disperata in torno. E adesso cosa faccio? Si
chiese disperata. Poi rivide lo sguardo di Susan, rivolto ad un ragazzo
coi
capelli corvini. Edmund. Poteva chiamare Edmund. Peter era meglio non
disturbarlo, e oltretutto non lo vedeva nemmeno più. Corse
fuori dalla stanza,
infrangendo l’ordine impostole da Peter, ma ora aveva ben
altro a cui pensare.
Scese la scale di getto e arrivò al portone senza fiato.
Riposò una attimo
prima di ricominciare a correre. Cercò Edmund nel campo di
battaglia e lo vide.
Gli corse incontro:
-
Edmund!! – lui si voltò di scatto, dimenticandosi
per un momento dell’Ombra con
cui stava combattendo. L’Ombra ne approfittò e lo
colpì al fianco, prima che
lui la trafiggesse. La raggiunse.
– Lucy! Peter
t’aveva detto di stare dentro! –
- ma Ed…
Susan è scomparsa. – rispose piangendo.
– come scomparsa?
-
- c’era un ombra e
poi, il mantello, e non c’era più
–singhiozzò
sconvolta. Il fratello maggiore la guardò con tenerezza.
–
Vedrai che la ritroviamo… ora torna dentro, ok? Guarda,
t’accompagno – la
ragazzina annuì, rassicurata. Iniziarono a correre verso il
castello, mano
nella mano. un’Ombra si fiondò su di loro.
–Accidenti
– mormorò il ragazzo.
–Lucy, corri
dentro, qui ci penso io – disse sbrigativo alla sorellina
che continuò a correre. Lucy però
inciampò nell’orlo del vestito, a pochi metri
dal portone. Si rialzò faticosamente: le faceva male la
caviglia, che stava
diventando in fretta rossa e gonfia. Un’Ombra le si
avvicinò. Ma prima che
quella potesse raggiungerla una spada la trafisse. Lucy,
pensò che fosse
Edmund, ma quando l’Ombra cadde, rivelò il corpo
snello di una ragazza bionda
che Lucy non aveva mai visto. La ragazza, la caricò sul
proprio cavallo la
portò fino al castello, poi la poggiò per terra.
–qui sarai al
sicuro, Regina Lucy –
le sorrise. Come faceva a sapere chi era? La giovane fece per andarsene.
– Aspetta! – le urlò.
Lei si voltò. –non so chi sei, e per adesso non
voglio saperlo, ma tu sai chi
sono io e saprai anche chi sono i miei fratelli. - la
giovane annuì. – allora aiuta Edmund –
disse prima di svenire tra le braccia di una giovane guaritrice.
Edmund
stava combattendo furiosamente contro un Ombra,
ma non riuscì a prevalere, come era sempre successo fin ora.
Cadde, sentì un
dolore fortissimo al fianco e vide la sua spada volare lontano.
– Accidenti –
mormorò di nuovo. La spada del nemico stava per calare su di
lui quando tra lui
e la lama si sovrappose una giovane dai capelli biondi, che trafisse
l’Ombra in
un paio di minuti. Battuto
da una ragazza? Si disse
incredulo
fissando la sua misteriosa salvatrice. Lei si voltò e
l’aiutò ad alzarsi, per
poi farlo sedere sul cavallo. Edmund si rese conto solamente dopo che
non aveva
ancora trovato Susan.
–
Ehi, tu, aspetta un attimo! Devo ancora cercare mi sorella!
L’ho promesso–
-Cercare la Regina Susan ora
è inutile. -
- come cavolo fai a sapere
che mia sorella si chiama Susan? -
- so molte cose -
- ma tu chi sei? -
la ragazza lo
fulminò con lo sguardo.
– le spiace se la
porto senza altre interruzioni al castello? Aslan ha già
ordinato la ritirata –
e in effetti, l’esercito si stava ritirando. Il leone dorato
s’avvicinò a
loro.
–lascia
che porti io Re Edmund,
Selene
-
la ragazza annuì,
e Edmund non poté fare a meno di notare il brivido che
aveva percorso la schiena di lei quando Aslan aveva parlato. La giovane
sparì
tra le mura del castello
Buongiorno
miei prodi
narniani!! Cosa ne pensate di questa mia nuova fanfic?? Aspetto le
vostre
recensioni!!
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