Ero solo un bambino, piccolo ed ingenuo, e vivevo ancora in
un mondo fatto di sogni, dei miei sogni di fanciullo …
Eravamo solo noi, costantemente in viaggio, senza fissa
dimora.
A quell’epoca la vostra schiena mi pareva irraggiungibile e
la vostra forza immensa.
Ero solo un fanciullo timido e spaesato, che vi ammirava dal
profondo, vi venerava in gran segreto e vi amava come un figlio …
Ricordo tutto come fosse ieri, le vostre parole, il vostro
viso, il vostro abbraccio.
‘Padre perché ve ne siete andato?’ mi ritrovo a gridare di
fronte la vostra tomba. Un cratere immenso, dove sia il vostro corpo che la
vostra anima sono state divorate; ma non i miei ricordi …
Squarci di vita, d’infanzia, affiorano nella mia mente.
Vi rivedo innanzi a me, mentre mi fate scudo col vostro
corpo e mi intimate di restare al riparo.
La vostra schiena mi ha sempre protetto!
Ed è sporgendomi lentamente da essa che vi vidi all’opera.
Vidi la vostra mano destra risucchiare tutti gli youkai che ci davano la caccia.
Un sibilo orribile, delle grida agghiaccianti, la terra che
veniva squarciata e poi...
In un istante, quando chiudeste la vostra mano, silenzio,
irreale ed inquietante. Solo il vento osava aggirarsi nelle vostre vicinanze ed
il gelido sibilo non smetteva.
Non ebbi paura; voi eravate mio padre ... La vostra arma mi
aveva protetto.
Sorrisi ingenuamente, esultando per la vostra vittoria e con
l’orgoglio del figlio per un padre invincibile.
Ancora non sapevo ..…
Andammo dal vecchio Mushin, non mi
dicesti il perché, ma notai che serravi il tuo pugno destro più forte del
solito.
Il sibilo aumentava, ma ancora non capivo …..
Mi aggirai curioso come sempre per il tempio, mentre Hachi cercava di ritrovarmi.
Sono sempre stato bravo a svignarmela.
Trovai un pennello e dell’inchiostro. Il sommo Mushin doveva aver lasciato il lavoro a metà per ricevervi.
Non comprendevo il perché di tanta urgenza …..
Intinsi il pennello e disegnai un cerchio sulla mia mano
destra. Lo riempii di nero e nella mia mente, quella macchia informe divenne un
vortice uguale al vostro.
Mi immedesimai in voi, il mio eroe di sempre e vi corsi
incontro.
Vi mostrai il mio disegno, sorridendo e dicendovi che da
grande sarei diventato come voi, ma il vostro sguardo mi trafisse. Per la prima
volta vidi il terrore nel vostro animo e rabbia, tanta rabbia.
In pochi secondi mi ritrovai a terra, colpito dalla vostra mano,
il cui sibilo non cessava. Vi fissai imbambolato.
Ero molto, molto cieco …..
Le parole di quel giorno, il vostro rimprovero, sono ancora
impresse nel mio animo.
“Miroku, non farlo mai più!!!
Questo vortice, che desideri così tanto, è la NOSTRA maledizione, non c’è
orgoglio nel possederlo, solo disgrazia e dolore!!!!” mi gridaste addosso,
mentre per la prima volta vi vidi piangere.
Quel giorno fu l’ultimo che udii le vostre parole ed il
vostro abbraccio, mentre mi chiedevate PERDONO, ma io non sapevo il perché…
Smisi di essere fanciullo, divenni saggio e finalmente capii
…
Solamente quando vi vidi divorare dalla vostra stessa arma
invincibile, seppi quello che cercavate di dirmi. Capii perché mi imploraste di
perdonarvi.
La Vostra maledizione divenne la Mia!
Mi sentii uno sciocco quando il marchio di quella disgrazia
comparve, al posto del mio scarabocchio.
Avevo desiderato intensamente possederlo, ma il prezzo da
pagare fu la vita di mio padre.
Conquistai il vortice e la vita disgraziata che ora conduco.
Il bonzo strinse la mano dannata, che da quel giorno lo
segnò.
“Ucciderò Naraku, padre!!
Terminerò ciò che voi avevate cominciato!!” e in silenzio si allontanò dal
cratere deciso a compiere il suo destino.
Fine