Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo
di lucro.
Prefazione.
La morte, nella maggior parte dei casi, arriva inaspettata.
Dolce, flebile, quasi come un sussurro. Porta via le nostre speranze, i
nostri sogni. Ma a volte, la morte, porta il
riposo dove la vita non ha regalato altro che sofferenza, angoscia ed
eterna tristezza. Avete mai immaginato di incontrarla? Che fattezze
avrebbe? L' immaginate come un entità astratta o
con aspetto quasi umano? Una donna o un uomo? Sinceramente non mi sarei
mai posto queste domande. Per me, la morte, era qualcosa di conosciuto,
era in ogni giorno della mia vita. La vedevo portare via
bambini, anziani, familiari e amici. La morte era come un lupo affamato
che doveva essere evitato a tutti i costi. Se si vuole sopravvivere.
Mai avrei creduto, invece, di vedere con i miei occhi la morte prendere
forma. Di poterla sentire e toccare. La morte, che terrorizza anche il
più crudele e vile degli uomini. Lei.
Non è niente, non è nessuno. È morte.
Lei è Wanheda. Colei che comanda la morte. Colei che ha la
forza di distruggere ogni cosa e ogni persona, colei che vede i morti.
Wanheda, pensavo, fosse solo una leggenda, una storia che si racconta
per terrorizzare gli uomini. Non poteva esistere un essere del genere.
Comandare la morte? Neanche Heda aveva mai avuto un potere simile.
Eppure stava proprio lì. Davanti a me, di spalle, si ergeva
in tutta la sua oscura figura. Le spalle larghe, i capelli color del
sole, figura possente che si sta per abbattere sul mondo intero.
Quel giorno, sotto una pioggia fitta, incontrai la morte. Ma invece di
intrappolarmi insieme a lei, la morte mi aveva appena salvato.
<< Questo non è il momento adatto Titus
>>
<< I clan si stanno allontanando! Devi ricomporti e
rafforzare la tua posizione sui confini! Non possono assolutamente
mettere in discussione la tua parola! Quello che dici è
legge! >> tuonò Titus.
<< Io sono Heda! Loro sono i miei sottoposti e faranno
come dico io! >> rispose la ragazza.
<< Lexa, devi tornare al nostro piano. L'amore
è una debolezza. Se continuerai a pensare al passato tutti
non faranno che considerarti debole! >> si
avvicinò cercando di guardare negli occhi la ragazza.
<< Basta. Ho capito, Maestro >> la ragazza
si allontanò dal suo consigliere.
Mentre usciva dalla stanza privata della ragazza, Titus
sussurrò:
<< Ti serve un aiuto che io non sono più in
grado di darti, mia giovane Heda >>
Titus si recò nel suo santuario. Lì vi era
conservata tutta la storia del suo popolo. I muri della sala erano
decorati con vari disegni, che raffiguravano le leggende, pilastri
della loro cultura.
Titus si fermò dinnanzi ad una figura in particolare e disse:
<< Ho paura che mi servirà il tuo aiuto
>>
Note dell'Autrice:
Salve a tutti! Questa è la prima FanFiction che
pubblico, dopo tanto tempo a pensarci su, finalmente mi sono decisa a
pubblicare un mio scritto. Scrivere è una mia semplice
passione e mi scuso se troverete degli errori! Mi auguro che la mia
storia vi piaccia. Sarei molto contenta di leggere la vostra opinione e
i vostri consigli e critiche, così da poter migliorare.
Buona Lettura.
Kristen.
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