La tavola calda era in stile "America
anni 50" ed era gestito
da due diversi proprietari: il primo (cuoco e addetto
all’accoglienza) era un
grosso cinghiale di nome Ramon, socievole, un po' volgare, ma mai
scortese; il
secondo (alla cassa) era la vera mente del gruppo, il koala Jarrod, che
dietro
l’aria ebete celava una mente più che brillante,
d’animo gentile e affabile,
sapeva far quadrare sempre i
conti, senza
mai cercare il facile risparmio; d’altronde la tavola calda
Eucalyptus era una
delle più rinomate di Down Town.
Ad uno dei tavoli, vicino ad una
delle ampie finestre,
sedeva nervosamente una tenera e testarda coniglietta, la quale stava
torturando, sbocconcellandolo, il suo pasticcio di carote, ma senza
mandarne
giù un boccone.
Poi ci fu il classico scampanellio
della porta, segno di un
nuovo cliente.
Jarrod guardò con aria
da finto-ebete, continuando a masticare
le sue foglie di eucalipto, sorrise leggermente capendo chi era il
cliente.
Anche Ramon gettò il
grosso e unto muso fuori dall’angolo
cottura e, con un grugnito, indicò al nuovo cliente il
tavolo dove si consumava
la “tragedia” del pasticcio di carote.
La volpe, con l’uniforme
d’ordinanza tirata a lucido e quei
Ray Ban d’aviatore calcati sul muso alla maniera del
seduttore, si avvio verso
il punto indicato con calma e pacata pazienza, lasciando defluire il
tempo dai
suoi pensieri.
Sia Ramon che Jarrod dovevano molto a
quella volpe e alla
coniglietta al tavolo; infatti anni a dietro Ramon era stato un
luchador
clandestino che non aveva voluto perdere un incontro truccato, finendo
così per
irritare tipi affatto irritabili, ma il pronto intervento della coppia
coniglio/volpe gli aveva salvato la pelle, lasciandolo solo con una
zanna rotta,
da quel momento Ramon entrò in collaborazione con la polizia
e seguì corsi di
cucina per crearsi un diverso futuro; invece Jarrod era stato vittima
di
un’incidente stradale in cui era rimasto paralizzato e aveva
perso uno dei suoi
figli, datosi all’alcolismo fu salvato anche lui da un triste
destino in una
cupa prigione per aggressione a pubblico ufficiale, in quanto la volpe
preferì
non denunciare il koala.
Poi Jarrod e Ramon si incontrarono ad
uno dei corsi di
cucina e divennero prima soci e poi amici per la pelle, trascorrendo le
vacanze
tutti insieme con le rispettive famiglie.
Quando Jarrod vide la volpe sedersi
al tavolo, si preparò a
gustarsi lo spettacolo, perché quei due erano un
meraviglioso spettacolo di
acrobazia linguistica e di stoccate verbali degne dei migliori
duellanti, ed
era per questo che certe volte si “scordava” di far
loro pagare qualcosa; tanto
si sarebbe rifatto con il gonzo successivo, che credendo il koala
rimbambito,
avrebbe cercato di fare il furbo, rimanendo invece scornato.
“Buongiorno”
disse la volpe con fare sornione, togliendosi i
Ray Ban scuri d’aviatore.
In risposta ebbe solo un sordo
mugugno.
Si schiari la gola e
riprese:” Buongiorno Judy.”
“Ti ho sentito Nick, non
sono sorda.” Brontolò la
coniglietta.
“Ci credo, con quelle
orecchie.” La sparò là la volpe.
Ma alla battuta non seguì
né un commento sarcastico e né una
risposta piccata, solo un sordo silenzio.
Il Koala rimase sorpreso, quando
cominciava lo spettacolo.
Nick non si lasciò
smontare, né tento la carta della volpe
buona.
“Judy, lo sai che potrei
denunciarti per molestie.” Disse
lui
Judy sollevò il musetto e
lo guardò incuriosita.
“Ma si guarda quel povero
pasticcio, come lo stai
molestando.” Ribatté la volpe, trattenendo a
stento il riso.
Anche Judy abbozzò un
timido sorriso e poi, vedendo arrivare
il piatto di Nick, si preparò alla ribattuta.
“E tu, invece?”
Cominciò divertita:” Non pensi a quale
povero animale hanno ucciso per fare il tuo panino? Sai, potrebbe
trattarsi di
omicidio e anche cannibalismo.”
Nick addentò il suo king
double cheeseburger e rispose:” è
carne sintetica, la creano in laboratorio. Coniglietta
ottusa.” Ribatté lui
divertito.
“Ma forse, volpe acuta (e
calcò su volpe acuta), non sai che
usano anche il genoma delle volpi, per insaporire il tutto. Ergo,
cannibalismo.”
Nick fece finta di sputare il panino
e rispose con fare
falsamente melodrammatico:” Me, misero. Me, tapino. Chi ho
mangiato, quale
parente, un cugino, un fratello o uno zio.”
Poi masticò e fingendosi un intenditore concluse:”
Ma certo è la zia Talia.”
Judy rise divertita e
cominciò a mangiare con voracità il
suo pasticcio.
“Fai piano Judy, o ti
andrà di traverso.” Poi
si accorse della fretta che stava
dimostrando:” Fai piano Judy, che ti è andato
qualcosa di traverso e lo voglio
sapere.”
Ma la coniglietta si era
già alzata, e a Nick non restò che afferrarle
bruscamente la zampa, ferendola leggermente.
“Scusa.” Disse
con voce sincera, per poi riprendere il tono
canzonatorio:” Dove va signorinella, quando le capita di
restare accanto a un
così fascinoso esemplare di volpe.”
Judy rise, si pulì la
ferita con il tovagliolo e infine
rispose:” Non tanto affascinante da farmi scordare i miei
impegni.”
Improvvisamente Nick si
rabbuiò e assunse un tono serio:”
Judy, tu mi hai invitato e ora mi dirai che cosa succede.”
“O cosa?” Fece
lei con tono di sfida.
“O farai la fine di questo
panino.” Rispose, addentando il
panino e facendosi colare dalle fauci un rivolo di ketchup come se
fosse
sangue.
Judy rise e
ribatté:” Va bene, resto! Ma non ti montare la
testa, non sei così fascinoso.”
“Strano.” Disse
lui come se si fosse sentito punto da
quell’affermazione:”
Eppure Zootropolis non la pensa così”
“Solo mezza.”
Rinfacciò sarcastica Judy, a cui fece eco una risposta
fintamente piccata di Nick:” Carotina mi sento profondamente
offeso, facciamo
almeno il 75 %, no?”
Jarrod fu richiamato alla
realtà dal ringhio sordo di un
lupo siberiano:” Insomma, ho da tornare al lavoro.”
Jarrod squadrò il grosso
lupo siberiano con aria fintamente
ebete, ma in realtà totalmente infastidita; sebbene vestisse
in gessato blu
elegante, ma leggermente frusto, il grosso lupo non poteva essere uno
dei
ricchi di Down Town, tutt'al più una guardia del corpo/
autista.
Jarrod lo fissò ancora,
giusto per stuzzicarlo un po’ di più
e poi sputò il bolo di foglie nella sputacchiera e parlò in
modo lento e
mieloso:” Benvenuto alla tavola calda Eucalyptus, serve un
tavolo?”
“No! Sono qui per
pagare.” Sbottò ringhioso il lupo
Il koala lo fissò ebete e
lentamente afferrò alcune foglie
di eucalipto e se le mise in bocca, masticandole lentamente.
“Pagare.”
Ripetè disperato il lupo
Pagare. Era quello che stava
già facendo, Jarrod gliela
stava facendo pagare per la sua sgarbatezza.
Poi, continuando a
masticare:” Per il menu happy meat fanno
12,75.”
Il grosso lupo rabbioso
calò sul bancone una banconota da 10
e una da 5.
Il koala batté alla cassa
e poi passò lo scontrino.
“E il resto?”
Latrò ringhioso il lupo
“Mancia.”
“Cosa?...
Io vi denunciò. Il mio capo è un
grosso avvocato,
vi spolperemo anche le ossa.”
Jarrod cominciava a scocciarsi di
quel cliente, in realtà
odiava i lupi, perché li riteneva dei boriosi bulli, senza
palle quando
venivano messi all’angolo.
“Regolamento ez. 25:17
“[https://www.youtube.com/watch?v=pop96_miUxI].
Concluse:” Buona giornata.”
IL grosso lupo doveva conoscere il
regolamento, perché se ne
andò uggiolante.
D’altronde ormai erano in
pochi a non conoscere tale
regolamento il quale permetteva ai gestori dei locali di trattenere il
resto se
inferiore a 2, 50.
Jarrod si accorse che non
c’erano più clienti sul punto di
finire, così rivolse le sue attenzioni alla coppia al tavolo.
Non si era perso niente per fortuna,
niente di rilevante.
Nick aveva capito che c’era
un problema e aveva capito anche
che Judy si era pentita di averlo invitato e ora stava cominciando il
lento
lavorio di erosione per farle sputare il rospo.
“Judy, ti prego, non fare
lo scorfano brontolone.” Mugugnò
Nick:” Che hai?” Chiese, afferrandole il muso e
facendole cioppi cioppi (la
cosa che lei odiava di più al mondo)
“Nick?”
sbottò lei infastidita
“Cosa?” Chiese
con fare vagamente innocente
“Nick?”
“Ho capito.” E si
avvicinò, per sussurrare malizioso:” Certe
cose le facciamo a casa, giusto?”
Si divertiva a stuzzicare Judy con
quelle battute ambigue, soprattutto
per vedere la reazione di Judy.
“Oh, per tutte le carote in
salmì. Nick finiscila.”
La sua carotina in fin dei conti
aveva in certe cose una
mentalità un po’ più chiusa.
“Allora, qual è
il problema, carotina.” La buttò lì
Nick,
prima che Judy avesse il tempo di riprendersi dalle sue insinuazioni
ambigue.
Judy si arrese, piantò i gomiti sulla
tavola e si preparò a
parlare.
Nick assunse l’espressione
più seria e si preparò ad
ascoltare
“Ieri mia sorella June ha
portato a casa il suo compagno.”
“Oh” Fece stupito
Nick:” e dove sarebbe il problema?”
“Che lei è una
lepre.” Rispose Judy
“Credevo che fossi
più aperta di mente,” Ribatté Nick, con
una velata frecciatina
“è contro
natura.” Disse Judy
“Allora anche noi non
potremmo essere amici.” Ancora
un’altra frecciatina
“Che
c’entra?” Judy sbuffò:” Siamo
amici, mica una coppia.”
“Caspico.”
Concluse Nick, cercando di smorzare i toni, d’altronde
non gli sembrava il momento più adatto ad affrontare una discussione
così complessa e
Judy non sembrava pronta ad accettare una sorella lesbica.
Si alzarono e si avviarono alla cassa.
Ramon sgusciò fuori e
salutò con grugnito gentile, mentre
Jarrod sorrise bonariamente e disse:” Offre la
casa.”
Ma mentre Nick si stava avviando alla
porta, il koala lo
richiamò:” Volpe, la casa offre solo alla
coniglietta, per te sono 7, 85.”
Nick ritornò alla cassa,
ma mentre stava per pagare, il
koala lo fermò:” Falla andare, credo che per oggi
l’hai sufficientemente
stuzzicata.”
Nick sorrise e ringrazio con un cenno
del capo il koala.
Passarono cinque minuti e Nick si
avviò alla porta.
“Comunque fanno sempre
7,85.” Disse il koala
Pagato, Nick ritornò in
centrale e strada facendo rispose al
telefono.
“Pronto, Gideon
dimmi?”
“Glielo hai
detto?” Domandò Gideon
“Cosa?” Chiese
Nick, facendo il vago.
“Di noi, di me e di te. Del
nostro matrimonio. Che vogliamo
lei come testimone?”
“Abbiamo avuto dei casi
complicati per le zampe.” Mentì
Nick:” me ne sono scordato. Ma giuro che lo faccio.”
“Promesso?” gli
chiese Gideon
“Parola di scout”
Concluse Nick e chiuse il telefono.
Il suo pensiero corse a Judy. In fondo
era come tutti, anche
la mente più aperta aveva delle idee proprie e se non
accettava qualcosa si
chiudeva a riccio. E pure lui aveva le sue riserve, non potendo
sopportare gli
animali con il riporto.
No, Judy non era ancora
pronta… forse un domani, ma per ora
era meglio evitare.
Sospirando Nick si avviò
sotto i raggi del meriggio, radioso
con i suoi Ray Ban da conquistatore, che in fondo, non nascondevano
null’altro
che un animo fragile.
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