Vivere 2, ovvero amicizia significa esserci di alida (/viewuser.php?uid=62551)
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Ho letto tante drabble, ff...ecc... riguardanti Severus
Piton. Alcune molto belle.
Mi sono accorta, però, che troppo spesso finiscono con il
lasciarmi l'amaro in bocca, perchè Sev è sempre
condannato alla sofferenza.
Non per colpa di chi scrive, se non della Rowling!
Lui è fermamente convinto di essere la causa della morte di
"Santa Lily"! (ovviamente il termine "santa" è usato in
senso
ironico e non vuol offendere nessuno, nè essere blasfemo, se
a
qualcuno dovesse dar fastidio, lo cancellerò).
Allora visto che in nessuna ff ho letto ciò che avrei voluto
leggere, ho deciso di scrivere ciò che non ho mai letto e,
considerate le richieste ricevuto, ho fatto di più: ho
incastrato questa nuova idea nel continuo di "Vivere".
Fino a poche ore fa non sapevo cosa avrei scritto, poi è
successo un avvenimento raro: mi sono messa a cucinare e da un sughetto
di pomodori freschi è nata quest'idea.
Credo che questo sugo sia stata la goccia che ha fatto traboccare il
vaso che era pieno da molto tempo, ma è stato messo in
bilico da
"Almond" di Pervinca Potter 97.
Come sempre spero di non deludervi, di avere il tempo di aggiornare
quotidianamente e di rispondere a tutte le vostre recensioni.
Ecco a voi: Vivere 2 ovvero amicizia vuol dire esserci.
Ho scritto OOC, perchè credo che un Severus IC non
riuscirò mai a presentarvelo.
CAPITOLO 1
Giganti e strane creature
Erano trascorse poche settimane da quando il mondo magico aveva
sconfitto Voldemort. La nube si era sciolta nelle profondità
del
Lago nero e Hogwarts aveva riaperto i battenti. Harry,
quell'anno, non avrebbe frequentato, ma comunque gli era stato
consentito rimanere nella sua camera comunicante con l'infermeria. Del
resto il bambino non aveva una casa e, anche trovando qualcuno che
volesse ternerlo con sè, Harry non era pronto ad
avere
fiducia nel prossimo. L'unica persona con cui aveva instaurato un
rapporto umano di fiducia e rispetto era Severus Piton.
Il professore di Pozioni era completamente guarito dalle ferite
riportate dopo l'incontro con il leoncino dei Grifondoro, ma Harry non
potè fare a meno di notare come l'inizio del nuovo anno
scolastico avesse reso l'uomo nervoso. Naturalmente il bambino non
avrebbe chiesto niente, sia perchè non era certo di trovarsi
nella posizione di poter chiedere, sia perchè sapeva che
tutti
avevano un segreto che qualche volta, a ripensarci, fa soffrire e lui
non voleva che Severus stesse male.
Quello che dispiaceva maggiormente ad entrambi era che i sotterranei si
trovavano molto distanti dall'infermeria e perciò Piton,
andandoci, non poteva fingere di trovarsi lì per
un caso e
Harry doveva affrontare tutte le sue paure per percorrere i lunghi
corridoi, che ancora gli incutevano timore.
Silente, dopo lo Smistamento, aveva avvisato gli studenti che nella
scuola era presente un bambino non frequentante le lezioni, che
perciò non indossava nessuna divisa e non apparteneva a
nessuna
Casa, e chiedeva loro, qualora lo incontrassero, di non spaventarlo e
di non parlargli con aggressività.
Ciò aveva suscitato molta curiosità tra gli
studenti che si chiedevano chi fosse quel bambino.
Alcuni ipotizzavano fosse il parente, magari il figlio, di qualche
insegnante, altri che fosse un bambino anormale e deforme, altri ancora
che fosse un malato mentale e perciò non era opportuno
provocarlo. I più curiosi erano quelli del settimo anno, i
più intimoriti quelli del primo.
Le parole del preside, che sarebbero dovute servire per rendere la vita
di Harry più tranquilla durante l'anno scolastico, avevano
scatenato uno smisurato interesse nei suoi confronti.
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Una mattina Harry decise di uscire all'aperto a prendere un po' d'aria
e leggere un nuovo libro regalatogli da Minerva. Parlava di "Animagus"
cioè persone che si trasformano in animali. Le immagini
erano
bellissime si potevano vedere uomini grassi diventare scoiattoli dalle
guance gonfie e donne magre prendere le sembianze di aristocratici
gatti. Diventare Animagus era difficile e per lo più si
nasceva
con queste doti... il libro era interessante ma qualcosa lo distrasse.
Si alzò in piedi e, tenendo in mano il regalo, con gli occhi
mise a fuoco l'immagine davanti a sè: un uomo enorme con la
barba lunga avanzava seguito da piccole creature. Subito Harry
cominciò a correre, attraverso il prato, poi il cortile,
infine
entrò a scuola e si ritrovò davanti alla porta
dell'infermeria: chiusa!
Provò ad aprirla, ansimando per lo spavento, ma non ci fu
niente
da fare. Allora lasciò cadere a terra il libro e con tutte e
due
le mani spinse verso il basso la maniglia, ma ancora niente.
Le
lacrime cominciarono a scendere lungo le guance arrossate mentre Harry
continuava ad urlare: "Apriti! Apriti!".
Intanto le lezioni erano finite e gli studenti cominciavano ad uscire
dalle aule. L'infermeria non era di passaggio ma qualche studente
Corvonero sentì le urla e, memore dell'esperienza d'agosto,
avvisò i professori. Minerva e Severus si precipitarono
all'infermeria e trovarono Harry per terra, che stringeva a
sè
un libro, e piangendo continuava a ripetere "Apriti!".
Severus lo raggiunse. Prima che gli studenti potessero arrivare prese
la bacchetta e con un "Alohomora!" aprì la porta e condusse
il
bambino dentro l'infermeria con l'aiuto di Minerva.
Harry tremava e singhiozzava ma in braccio a Severus, si
tranquillizzò.
Il professore gli accarezzava i capelli e tenendolo stretto a
sè gli chiese: "Harry, cosa è successo?".
"C'era un uomo gigante con strane creature, venivano tutti verso di me!
Sono scappato, ma quando sono arrivato qui, la porta era chiusa!"
rispose il bambino.
"Dov'erano quest'uomo e le creature, Harry?" domandò Minerva
con un tono di voce dolce.
"Fuori!".
"Sei sicuro che non fosse Hagrid con dei ragazzini? Sai, quest'anno
insegnerà Cura delle creature magiche" continuò
Minerva.
Harry si zittì, e fece mente locale. Poi indicò a
Severus la finestra e lui lo condusse vicino. In quel momento Hagrid e
le strane creature dei Grifondoro e dei Serpeverde stavano
attraversando il cortile!
Inutile dire che Harry si sentì terribilmente a disagio. Il
professore sollevò una mano e, dandogli una
piccola pacca di consolazione sulle spalle, sentì il piccolo
irrigidirsi.
"Ehi! Calmo, calmo. Non ti devi preoccupare, non ti farei mai del male.
Lo sai che siamo amici, no?" disse l'uomo mentre Minerva li osservava
compiaciuta.
"Saremo amici per sempre?" chiese Harry.
"Certo!" rispose Severus "E' una promessa!". Queste ultime parole gli
gelarono il sangue nelle vene. Le aveva già dette a Lily e
poi l'aveva tradita! Era diventato un Mangiamorte! Aveva rivelato la
profezia a Voldemort! Chiuse gli occhi e inspirò
profondamente.
Harry, nella sua ingenuità, pensò di aver ferito
il professore non replicando e subito aggiunse: "Te lo prometto
anch'io! Saremo amici per sempre".
Severus riaprì gli occhi, nelle sue orecchie c'erano ancora
le parole di Lily "Saremo amici per sempre, promesso!", e per un attimo
non potè fare a meno di pensare che non era stato il solo a
tradire la loro amicizia.
La voce di Minerva lo riportò alla realtà: ".....
perciò siamo d'accordo, Severus. Avviserò io
Albus, che trascorrerai il resto della mattinata con Harry. Ci vediamo
più tardi".
"A più tardi" ripetè lui, mentre Harry salutava
con la mano.
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Per chi è inciampato in questa storia, sappia che
è il seguito di "Vivere".
Primo capitolo, un po' breve. Serve a ri-immergerci nella storia.
Cercherò di fare meglio domani!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio a chi è passato di qui!
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