Nel mio cuore qualcosa morì

di AlbaD___
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E l’Eterno disse:
«Che hai fatto?
La voce del sangue di tuo fratello
grida a me dalla terra.»
[Ge 4, 10]

«Mi chiamo Dan Scott,
ho ucciso mio fratello.»

 

PROLOGO



A differenza di quanto abbia preferito far credere all'intera comunità, non sono un bravo padre, un buon marito, un politico affidabile o un uomo di successo. Nonostante da sportivo abbia fatto della competitività la mia migliore alleata e della vittoria la mia massima aspirazione, alle mie spalle non ho accumulato altro che insuccessi. Contrariamente a quanto avessi immaginato, le decisioni prese mi hanno spinto in un'arrestabile spirale verso il basso. L'aver perso la dignità e l'unica donna che abbia mai amato, dopo aver rinnegato di essere padre, è nulla in confronto all'aver perso completamente me stesso, nell'istante in cui ho premuto quel dannato grilletto. Quando il proiettile ha trapassato il petto di Keith, conficcandosi nel suo cuore, ho posto fine anche alla mia vita. Ma sebbene queste quattro mura costituiscano la tomba nella quale sarò costretto a trascorrere il resto dei miei giorni, la mia memoria non sarà onorata e non verranno versate lacrime per me. La voce nella mia testa, che continua a dirmi non ci sia alcuna via d'uscita, forse si sbaglia, c'è un'unica via d'uscita. Se la mia non è più vita, allora non merito di averne una.

Sollevo gli occhi verso il soffitto e lascio che le parole di Keith si facciano largo tra i miei pensieri, "Andrà meglio", continuo a ripetermi. Dopo aver stretto un lenzuolo tra i denti, comincio a strappare il tessuto fino a dividerlo a metà. Poggio un lembo sul materasso, lego l'altro ad una trave del soffitto, facendo un doppio nodo, e con l'estremità penzolante formo un cappio della grandezza del collo. Salgo sulla branda, in punta di piedi poggio la testa all'interno del cerchio di stoffa e mi lascio andare, librando nell'aria. La pressione esercitata dalla fune attorno alla gola mi smorza il respiro e, prossimo alla perdita dei sensi, attendo di porre fine alla mia brutale esistenza, fin quando un sordo tonfo non mi riporta inesorabilmente alla realtà. Sul pavimento, accanto al mio corpo, giace il lenzuolo lacerato venuto giù dal soffitto. In preda alle lacrime comprendo di essere costretto a scontare la mia pena più severa.

Sono condannato a vivere.


(https://www.youtube.com/watch?v=5UlC8pnGWsw&feature=youtu.be)





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