Dato
che ho il blocco dello scrittore, fino a che non mi viene in mente
come continuare la mia FF di One Piece(sto quasi pensando di
cancellarla e riiniziarla a scrivere a dire il vero) mi sono dedicata
alla traduzione di una cortissima fanfiction (due capitoli) di
DejectedBlithe (in cui vero nome, per concessione dell'autrice, è
Ashley) su FanFiction.Net. I personaggi sono Anna Marie Raven(Rogue)
e Remy LeBeau(Gambit) che, se il pubblico non lo sapesse, nella
storia del fumetto sono delle specie di eterni fidanzati, che fanno
si un po' di tira e molla, ma che si amano profondissimamente(Marvel
e Wikipedia docet). Personalmente non ho mai approvato che non
avessero inserito Gambit nei primi tre film degli X-Men e che Rogue
avesse quell'assurdissima relazione con Bobby (Uomo-Ghiaccio), così
mi sono rifatta e ho messo questa bella storia a far gioire chi se ne
interesserà. Per la cronaca: nella versione in originale(sia
della FF che del fumetto), Gambit parla inglese con un fortissimo
accento francese. Io, che adoro il francese anche se non sono capace
di parlarlo, ho francesizzato l'italiano di Gambit e messo qualche
francesismo qua e là. Spero che non ci siano problemi di
comprendonio per questo. Buona lettura.
Avrebbe
dovuto sapere che sarebbe accaduto. Non sapeva ancora se presto o
tardi, ma lui non avrebbe più potuto sopportare questa
situazione ... non avrebbe più potuto sopportare lei. Era
stata lei, la sua mutazione, la sua testardaggine, e i suoi muri. Gli
avrebbe dovuto dire di no la prima volta che le aveva chiesto di
unirsi a lui e i suoi amici.
Aveva
visto tutti i segni d'avvertimento di quello che stava per accadere.
La maniera in cui Bobby girava sempre intorno a Kitty, sempre
trovando una maniera di toccare qualche parte della sua pelle nuda
sia che fosse la sua spalla o la sua mano. Come una stupida li aveva
ignorati. E ora osservava come il suo fidanzato era diventato tanto
intimo con un'altra ragazza.
Da
quando aveva baciato David e da quando aveva deciso di lasciare casa
sua, si era abituata ad essere solitaria e tenere gli altri sotto
controllo per la paura di toccarli e distruggere le loro vite come
aveva fatto con David, proprio per questa ragione aveva adottato il
nome di Rogue. Ma Bobby aveva guardato oltre la sua mutazione e aveva
deciso di cominciare una relazione con lei anche se non poteva
toccarla.
Desiderava
più di ogni altra cosa andare nella sua stanza, urlare,
maledirlo, piangere, ma non riusciva a distogliere gli occhi dalla
scena sotto di lei. Era una di quelle cosa che accadono nelle novelle
romantiche da due soldi che teneva nascoste. Cose che desiderava
Bobby avesse fatto a lei, confortarla e allontanare il suo dolore.
Stava facendo tutte quelle cose, ma ad un'altra ragazza e questo
faceva male, immensamente.
Si
stavano baciando.
Ce
l'aveva fatta. In una moltitudine di sensazioni, Rogue era finalmente
riuscita a distogliere gli occhi da quella scena e marciare furiosa
verso la hall con le lacrime che minacciavano di uscire, fermandosi
solo quando il pensiero della Cura le entrò in testa.
Il
professore era stato l'unico ad averle dato qualche reale speranza
riguardo ai suoi poteri. Dopo che aveva assorbito Logan la loro prima
notte lì, sapeva quello che lui aveva detto riguardo alla
possibilità di toccare qualcuno di nuovo ma come il professore
le ricordava sempre, nulla era impossibile. Loro ne erano una prova
dopotutto. Con il suo aiuto e quello di Jean aveva lentamente
imparato a costruire uno scudo mentale, qualcosa che ora non sarebbe
più stato capace di creare appieno.
Faceva
male pensare a Jean, a quello che era diventata, a Scott, e al
professore. Come Xavier, Jean l'aveva aiutata prima della sua
scomparsa. In un certo senso, si era abituata a considerare la
professoressa come una sorella maggiore e Scott come un fratello. Lui
sapeva cosa significava avere a che fare con un “dono”
incontrollabile e talvolta, solo lui sapeva come confortarla quando
lei si sentiva triste.
Ma
ora se ne erano andati.
Onestamente
Rogue non sapeva se continuare a vivere al maniero. Tutto era diverso
ora. Le sue speranze se ne erano andate con il professore e gli
altri. Forse la Cura era la soluzione. Forse non la risposta che
aveva ottenuto da Tempesta, ma poteva esserlo per lei. Non lo faceva
nemmeno per Bobby oramai, ma per un futuro che poteva avere con
qualcun'altro.
Una
settimana fa, Tempesta aveva informato la scuola sulla Cura. “Non
c'è nulla da curare,” aveva costantemente ricordato a tutti
gli altri, specialmente a lei. Ma non poteva non sentirsi diversa.
Tempesta non era quella che non poteva andare avanti senza toccare
nessuno. Non era nemmeno lei quella che non poteva avere una normale
relazione con un uomo o altri o essere una madre addirittura.
Presa
la sua decisione, Rogue era intenzionata ad andate in camera sua,
impacchettare le sue cose quando una voce profonda l'aveva
improvvisamente allontanata dalla sua corrente e frenetica idea.
“Dove
stei endonde cherie e posso
onormi a toi?”
Rogue
alzò gli occhi al cielo e spergiurò in un bisbiglio. Di
tutte le persone che avrebbe potuto incontrare fino a quel momento
doveva essere per forza Gambit, auto-soprannominatosi “Ragin
Cajun”. Nella sua prima settimana da loro aveva litigato con
Tempesta e uscito non solo con Jubilee, ma anche Tabitha e Hisako.
Aveva perfino flirtato con lei un paio di volte ma aveva sempre
rifiutato le sue avances solo per via di Bobby. Il Cajun era un
assoluto amante dei giochi che trasudava sesso. Era di bell'aspetto e
sapeva di esserlo.
“Che
cosa vuoi, Gambit?” Rogue fece un lungo sospiro.
“Non
est questo il mooodo
di tratare un compagno de squedra, non te pere?” rispose,
avvicinandosi a lei.
Schernendolo,
Rogue si mise a sedere: “Da quando saresti un compagno?”
“Mi
ferissci Roguey ma lo saai, non mi dispiascerebbe essere nella tua
squedra.” Gambit sorrise compiaciuto. Tutto quello che diceva,
aveva un suono così tanto osceno.
“Sei
un maiale” se ne venne fuori Rogue.
Tutto
quello che ottenne fu che il sorriso di Gambit si allungò
ancora di più, si avvicinò di un'altro passo e lei si
allontanò di un altro. Nient'affatto dissuaso, il Cajun si
avvicinò furtivo alla ragazza notando, solo alla fine, i suoi
occhi lacrimosi. “Che è susscesso Rogue?”
“Nulla”
mormorò, allontanandolo da sé e sfrecciando nella
cucina.
Confuso,
Gambit era sul punto di seguirla quando notò la scena fuori
dalla finestra. Subito dopo, srotolò una risma di maledizioni.
Bobby Drake era un imbecille. Fin dal primo giorno che era alla
scuola era rimasto attratto dalla Bella-del-Sud,
semplicemente nota come Rogue. Era uscito con talmente tante ragazze
solo per togliersela dalla testa ma non aveva funzionato.
Onestamente, non gli importava che lei non potesse toccare nessuno,
Gambit amava semplicemente starle intorno. Aveva un atteggiamento
ostinato, collerico, una lingua tagliente e anche, a onor del vero,
un modo di fare un po' da stronza alle volte. Ma era anche
compassionevole e fredda con gli altri solo perché li
proteggeva da sé stessa tenendoli lontani.
Gambit
la seguì immediatamente nella cucina. Lei aveva uno sguardo
privo di espressione su un bicchiere d'acqua. Odiava vederla in
quello stato. L'aveva detto prima e l'avrebbe ripetuto almeno un
migliaio di volte, Bobby Drake era un imbecille. Non c'era nemmeno
bisogno della sua empatia per capire che era ferita.
“Allora,
chere, conosco un
autentico ristorante Cajun. Che ne disci se noi deux
andiemo a mangiarsci qualcosssa?”
chiese in maniera casuale.
Lei
sbuffò: “Non sono interessata”
Prendendo
posto accanto a lei, insisteva. “Andiemo Roguey, ti farebbe bene
uscire dalla villa per una notte”
“E
dove mi porteresti, Gambit? Non posso toccare nessuno e probabilmente
non potrò mai. Perché insisti nello scocciarmi a
chiedermelo quando so perfettamente cosa vuoi. Tutti voi ragazzi
volete una sola cosa.” Rogue dette aria a tutti i suoi sentimenti
rinchiusi, brutalmente, alzandosi in piedi dalla sua sedia.
Gambit
sapeva che era triste, così ignorò le sue dure parole.
Provò a mettere una mano sulla sua spalla, ma lei se la
scrollò di dosso. “Rogue, Bobby dovrebbe essere chiamato
Ghiacciolo, ecco che coss'é, un boy scout. Trooopo immeturo
per occuparrsi di una donna come toi,
cherie”
“Eppure
potrei fidarmi di un boy scout. Non dovrebbero essere leali?”
ghignò in risposta.
Gambit
si maledì, ma non voleva scoraggiarsi. “Nessuno est
perfetto cher. Come
ho scià detto Rogue, Bobby est un
ragasso che non potrrebe sapere che farre avec a femme
comme toi, cherie. Tu
hai bissognio di un uomo”
“Ed
eccoci, chi ti credi di essere. Ti ho visto in giro con altre ragazze
Gumbo.”
Gambit
alzò un sopracciglio per via del soprannome ma lo ignorò.
“Alors mi avevi
notato, eh?”
“Sei
incredibile, spero che tu lo sappia.” Rogue alzò gli occhi
al cielo saltellando verso un ripiano.
Sorridendo,
si unì alla gara per il ripiano. Afferrando l'ultima pesca, ne
prese un morso prima di dire:
“Vedi,
non l'hei negato. Non est problemma
se non riesci a toglierrmi gli occhi de dosso, lo capisco. Diable,
perfino io non
rieesco a togliermi gli occhi de dosso quando mi guardo allo
specchio.”
Quel
discorso meritava un'altra alzata di occhi al cielo. Prendendo la
pesca, Rogue lo allontanò dal ripiano. “Come se la cosa mi
interessasse” e con questo, dette un morso alla pesca.
Gambit
era rimasto ipnotizzato a guardare sia il succo della pesca che
colava giù giù dalle guance di lei sia a guardarla
mentre si leccava le dita appiccicose. Non era la prima volta, da che
Rogue ne era coinvolta, che Gambit si ritrovò geloso di un
pezzo di frutta. Niente da fare. “Mon Dieu. Cosa
non farei per essere quella pesca in questo momento.” dichiarò
con voce roca.
Rogue
dovette combattere per non arrossire. Bobby non scherzava mai come
Gambit aveva fatto fino a quel momento. Invece, storse il naso in
segno di disgusto. “Sei ripugnante.”
“Quello
che tu chiammi ripugnonte, io sempliscemente lo considero
apprezzamento del sesso opposto.” canzonò.
“Come
dicevo, sei ripugnante, topo di palude perverso.”
“Le
tue doolsci parrole mi stanno scioliendo il cuore, mon
topino di fiume.” piazzò
una mano sul cuore.
Gettando
il nocciolo, replicò, “Che peccato, speravo di averti
sciolto qualcos'altro, topo di
palude.”
“Ouch.
Questo fa mele, cher.”
rispose. Passando una mano tra i capelli, disse, “Chiamami Remy.”
“Remy
eh, è adatto ad un topo di palude come te.” Rogue li rivolse
un piccolo sorriso e presto un confortante silenzio venne a calarsi
tra i due. Entrambi persi nei propri pensieri.
“Dove
sonno tuti? C'est un
po' tropo silensioso per essere venerdì.” disse Gambit dopo
un po', non era mai stato per i silenzi, specialmente se in compagnia
di una donna come Rogue.
“Già”
replicò Rogue malinconicamente “di solito Scott cercherebbe
di ritrovare tutti minacciandoli di portari giù nella Danger
Room e Jean, lei starebbe dietro di lui, a volte imitandolo oppure a
farci l'occhiolino. Lei era l'unica che riusciva a farlo rilassare.”
Gambit
avvertì subito il suo cambiamento. Alzandosi dal pavimento si
mise al suo fianco e provò, per la seconda volta, di poggiare
la sua mano sulla sua spalla. Questa volta lei glielo permise.
“Ancora
non ci credo che se ne sono andati” mormorò Rogue,
accoccolandosi nel suo abbraccio. “Erano delle brave persone. Scott
e il professore non si meritavano quello che li è accaduto e
in special modo a Jean. È ancora difficile credere che sia
stata lei.”
“Non
est Jean, Rogue. Cette femme est una
disgrassia con le memorie di Jean. La verra Jean Grey non avrrebbe
mai fatto cuello che ha fatto al professorre figurrarsi a Scott.”
Gambit strinse le sue braccia intorno a Rogue.
“Le
cosse andranno meilleur, vedrai.
Non hai bissogno di cuella Cura, riuscirai a controllare i tuoi
poterri cher, ne sonno
sicurro.”
“Io
non la penso così.” mormorò.
“La
notte est sempre più
buiiia subito prrima dell'alba, Rogue.”
Rogue
scoppiò a ridere. “Hai appena citato Alfred dall'ultimo film
di Batman?”
Ridacchiando,
il Cajun rispose. “Est possible, ma
comme noti ci sta
perfettamente, non te pere?”
Scuotendo
la testa e con un enorme sorriso sul volto di Gambit, Rogue scrollò
il braccio e saltò giù dal bancone della cucina.
Timidamente, disse, “Grazie Remy.”
“Est
stato un piascere Rogue” rispose
“A propossito, la mia offerta est sempre
valida se lo vuoi.”
“Oh,
non credo,” stava dicendo Rogue quando notò il volto di
Gambit mortificato. Era stato solo per un secondo ma la ragazza era
certa di averla vista. Non voleva che questo istante potesse
diventare chissà quale momento. Tentò una possibilità.
“Sono qui da molto tempo e conosco qualche luogo molto meglio del
tuo aspirante ristorante Cajun che dici di conoscere.”
Sorridendo,
Gambit la seguì nel garage.
“Oh,
un'ultima cosa Remy.”
“Qu'est-ce
que Roguey?”
“Smettila
di chiamarmi con questi stupidi soprannomi, ho un nome, sai?”
“C'est
vrai, e cualle sarebbe?” le
chiese, senza aspettarsi che lei gli rispondesse.
“Marie.”
sorrise.
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