Carina. Tremendamente
carina. Questi
erano i pensieri di un certo avvocato difensore, mentre osservava la
sua
partner e assistente, con addosso un vestito da streghetta tutto
fiocchi e
merletti. Sebbene Maya avesse ormai diciannove anni pieni, lui
continuava a
trovarla dolce e adorabile. I tratti del viso erano certo maturati, ma
le
rimaneva ancora quell’espressione infantile che amava. Quando
metteva il
broncio, quando pensava, quando le brillavano gli occhi per un nuovo
caso.
Phoenix Wright, a ventisei anni compiuti, non riusciva a vedere la
ragazza come
un’adulta a tutti gli effetti. Con quel cappello da strega
fasciato da un
vistoso fiocco lilla, il vestito pomposo nero pieno di merletti viola e
il viso
fanciullesco marcato di un lieve ombretto scuro ai lati degli occhi e
un
rossetto bordeaux. Maya Fey era carina.
«Ehi
Nick, tutto bene?»
La
ragazza gli stava sventolando una mano davanti il volto,
con un sorrisetto furbo dipinto in faccia.
«Uh…ehm…ah…eh?
Uh, certo Maya, tutto bene…»
«Davvero?
A me non sembra, pare che tu abbia visto un fantasma.»
No.
Ho solo visto TE, vestita così, e ho una voglia
irrefrenabile di coccolarti e
stringerti a me.
«Si
sta facendo tardi, dobbiamo andare da Gumshoe, ricordi? Su,
sbrigati a preparare la borsa,
“streghetta”.»
La
sensitiva, a sentire l’avvocato chiamarla in quel modo,
arrossì
vistosamente. Nessuno era mai stato così dolce con lei, a
parte sua sorella.
Phoenix parve accorgersi dell’imbarazzo creatosi,
così cercò di sviare la
questione aiutando la ragazza con le caramelle comprate per
l’occasione.
La festa
era fantastica, vedere Edgeworth cercare di lasciarsi
andare e divertirsi come tutti gli altri era impagabile. Le smorfie,
sorrisini
forzati, che faceva erano una barzelletta umana. Con quel vestito da
Conte
Dracula, poi, stava davvero bene. Era azzeccatissimo, per lui. Per non
parlare
di Gumshoe, Frankenstein gli faceva un baffo.
«N-Nick…non
credo di sentirmi tanto bene…»
«Vuoi
che torniamo a casa?» D’altronde per lui non
c’erano
problemi.
«Non
voglio che tu lasci la festa a causa mia.» L’aveva
detto con
una nota di amarezza nella voce, e uno sguardo triste, che avevano
letteralmente sciolto il cuore dell’avvocato.
«Vieni,
ti porto a casa.»
«Va
meglio ora?»
Phoenix 'aveva messa a letto, rimboccandole le coperte e facendola
cambiare, e ora le stava tamponando un fazzoletto bagnato sulla
fronte. «Riposati,
non voglio che la mia sensitiva si senta male, atrimenti chi mi aiuta
con i casi?».
Le aggiustò un ciuffo di capelli e le diede un bacio sulla
fronte prima di andarsene. Se avere Maya malata significava tutto
quello, non gli dispiaceva affatto passare le giornate a casa in quel
modo.
***
Eh, che dire?
Nulla, solo che sono in ritardo a scrivere questa dannata fic che mi ha
fatto scervellare e che "La Malhereux" avrà qualche
problemino di aggiornamento per via dello studio intensivo dei prof.
Maledetti! Detto questo, vi auguro un buon Halloween un po' in ritardo
e vi mando un grosso bacio.
Alla prossima
Hikari
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