★Iniziativa:
Questa storia partecipa al contest “Halloween
Party – La Grande Zucca” a cura di Fanwriter.it!
★Numero
Parole: 1595
★Traccia: 29. A e B
si detestano e si ritrovano alla stessa festa… con lo stesso costume!
*Ti odio anch’io*
«Merlino, quanto
ti odio!»
«Non mi chiamo
Merlino.»
«No, ti chiami
Sfregiato.»
Erano passati un
buon numero di anni da quando si facevano le gare di insulti tra i corridoi di Hogwarts, ma sembrava che il
tempo non fosse trascorso per Harry Potter e Draco Malfoy. Nonostante fossero
cresciuti e frequentassero entrambi l’accademia Auror – lavorando spesso in
coppia – i due ragazzi continuavano a battibeccare come se avessero ancora
quattordici anni e non dieci di più.
L’allenamento
Auror era molto più duro di quanto avessero immaginato perché prevedeva non
solo l’uso di incantesimi complessi e la conoscenza di pozioni pericolose, ma
anche la perfetta pratica della lotta corpo a corpo.
E in quello,
Harry Potter e Draco Malfoy erano esperti.
Con uno
sgambetto ben mirato il Salvatore del Mondo Magico atterrò il suo avversario.
Poi gli tese la mano per aiutarlo a rialzarsi.
«Uno a zero per
me. Malfoy, devi imparare a prevedere certe mosse. Dove sono finiti i tuoi
riflessi da Cercatore?»
Draco si riavviò
i capelli e si massaggiò la gamba nel punto dove era stato colpito. «I miei
riflessi stanno benissimo.»
«Non direi»
ghignò Potter. «Dai, facciamolo di nuovo.»
L’altro gli
lanciò uno sguardo malizioso. «Qui in palestra? Sei un pervertito.»
Harry sbuffò per
non sorridere. «Cerchi una scusa perché non vuoi che ti sconfigga di nuovo?»
Draco scosse il
capo e si mise in posizione. La sua maglia era lacerata in diagonale come
risultato degli allenamenti magici di poco prima, mentre quella di Harry era per
metà bruciata. Ormai non facevano più caso a certe cose, un po’ perché erano
abituati a vedersi negli spogliatoi di Hogwarts dopo il Quidditch, un po’
perché in uno scontro vero non potevano certo preoccuparsi dell’aspetto fisico.
Così Draco
Malfoy ed Harry Potter sembravano appena usciti da un vero combattimento sul
campo, con i vestiti strappati, i capelli spettinati e qualche graffio sulla
pelle.
Harry avanzò e
Draco schivò il colpo chinandosi rapidamente. Si girarono intorno un paio di
volte, poi Harry attaccò di nuovo e dopo un altro paio di tentativi, il colpo
andò a segno. Draco sfuggì a una delle prese che piacevano tanto al suo
compagno di allenamenti e lo colpì a una spalla.
Poco dopo, però,
non riuscì a spostarsi abbastanza rapidamente e si trovò di nuovo sconfitto, la
schiena sul pavimento duro dell’aula e le braccia bloccate dal suo avversario.
«Due a zero»
sospirò Harry con il fiato corto.
«Potrei quasi
pensare che ti piaccia sbattermi a terra, Potter.»
«Potrei quasi
pensare che ti piaccia farti sbattere a terra da me, Malfoy.»
Draco alzò un
sopracciglio e ghignò, godendosi in pieno l’espressione quasi imbarazzata di
Harry, che aveva le guance rosse la lo sguardo determinato.
«Ehi, voi due,
avete finito di accoppiarvi?»
Harry scattò in
piedi e Draco si alzò con tutta calma. Dalla porta della palestra, Ronald
Weasley scosse la testa.
«Ci stavamo allenando» precisò Harry mentre chiamava
a sé una bottiglietta d’acqua con un Accio
non verbale.
«Allenando,
certo» Ron sorrise come chi la sapeva molto più lunga di quei due. «Ricordatevi
la festa di stasera.»
«Alla Tana?»
chiese Harry.
«All’accademia?»
chiese Draco.
I due si
guardarono in cagnesco, avevano parlato nello stesso momento.
«Siete
imbarazzanti» commentò Ron con una smorfia. «Scegliete quella che vi pare, ma
guai a voi se non festeggiate Halloween. E vi voglio in costume!»
Il ragazzo uscì
dalla palestra e incontrò Hermione nel corridoio.
«Allora? Vengono
alla festa?» chiese la ragazza.
«Di sicuro
verranno.»
Hermione gli
tirò un pugno sul braccio. «Non essere volgare, Ron!»
«Non è colpa mia
se quei due cretini tubano come colombe ma non concludono mai! È frustrante
persino guardarli.»
La ragazza roteò
gli occhi al cielo e sospirò. «Magari questa è la volta buona, se partecipano
alla stessa festa.»
«La tua fantasia
nel travestirti non è migliorata da quando avevi tredici anni, Malfoy.»
«Ma a quanto
pare ne sei rimasto molto colpito, Potter.»
Harry scosse la
testa e si sentì più in imbarazzo che mai. Quasi più di quando, durante il
Torneo Tre Maghi, fece il bagno con l’uovo delle sirene e Mirtilla Malcontenta
che spiava sotto l’acqua.
Hermione fece la
sua apparizione in quel momento ed era chiaro che faticava a trattenere le
risate. Era vestita da Cleopatra ed era splendida, ma l’attenzione non poteva
che ricadere sui due Dissennatori che
si erano presentati nello stesso istante alla festa dell’accademia Auror.
«Siete venuti in
coppia, allora?» li stuzzicò la ragazza.
Harry cercò di
incenerirla con lo sguardo, mentre Draco sembrò quasi arrossire. «No!» le gridò
in faccia l’amico. «È solo una coincidenza, una sfortunatissima coincidenza!»
«Ma siete così carini...»
«Per l’amor del
cielo, Granger!»
Draco scappò per
cercare qualcosa da bere ed Harry lo osservò andar via. Sembrava dispiaciuto di
vederlo allontanarsi in quel modo.
Harry rimase di
pessimo umore tutta la sera. Un po' per il modo in cui Malfoy l’aveva lasciato
senza più rivolgergli uno sguardo, un po' perché tutti i presenti continuavano
a fare battute affatto divertenti sul fatto che avessero scelto lo stesso
travestimento. Ormai aveva perso il conto di quante volte avessero alluso al
Bacio tra due Dissennatori.
«Sembra un’anima
in pena» sussurrò Ron, vestito da clown-vampiro, ad Hermione.
Lei osservò
Harry da lontano. «Penso che dovremmo intervenire.»
«Dici? Noi due?»
«Chi altri se
no? Harry e Draco hanno bisogno di una spinta o noi non smetteremo mai di
subire gli effetti di tutta quella tensione sessuale repressa.»
Ronald ci pensò
su mentre finiva il suo drink, poi annuì, deciso. «Per la nostra pace,
insomma.»
«Esatto.»
Harry stava
lasciando fluttuare via il bicchiere vuoto di succo di zucca che aveva appena
bevuto quando si sentì tirare per un braccio.
«Ehi! Oh,
Hermione, che c’è?»
«Un’emergenza
con il mio vestito» sussurrò la ragazza, che continuava a trascinarlo lontano
dalla folla.
Harry si ritrovò
in una delle aule dell’accademia senza aver avuto il tempo di ribattere.
Hermione gli voltò la schiena e spostò i capelli della parrucca nera.
«Si è allentato
e non riesco a sistemarlo da sola, mi sta cadendo tutto!»
«Credo si sia
strappato qualcosa...» disse lui mentre ispezionava il retro del vestito per
capire dove intervenire. «Ah, ecco, devono essere questi nastri.»
Hermione contò i
secondi e sperò che Harry non aggiustasse il vestito troppo in fretta. Un paio
di minuti dopo avvertì una piccola vibrazione della bacchetta e capì che era il
segnale di Ron.
«Fatto. Come lo
senti? Ti cade ancora?»
Fece finta di
controllare e si voltò verso l’amico. «Perfetto, ti ringrazio!» Si allungò per
dargli un bacio sulla guancia e scappò dalla stanza prima che Harry potesse
dire qualcosa o muovere un passo.
Si udì un
rumore, poi un’imprecazione e nel campo visivo del ragazzo comparve Draco
Malfoy.
«Che ci fai
qui?» gli chiese, un po’ incerto, come se avesse il timore di discutere con
lui.
«Weasley»
rispose l’altro con stizza. «Ha detto di avere bisogno di me ed è sparito. E la porta è chiusa.»
Harry fece due
più due e si diede uno schiaffo sulla fronte. «Lo sapevo che Hermione non
poteva essere sincera...»
«Perché, che
scusa ti ha rifilato?»
«Che si era
rotto il vestito dietro e non riusciva ad aggiustarlo da sola...» Harry si
scompigliò i capelli e si sentì davvero stupido per aver creduto a una tale
balla.
Draco scosse la
testa e rise di lui. «Sei un tale idiota, Potter...»
«Senti chi
parla, tu hai seguito Ron!»
Harry fece
qualche passo nella stanza vuota; il mantello grigio e logoro svolazzava alle
sue spalle e il cappuccio non voleva saperne di stare fermo sulla sua testa.
«Volevano farci
parlare?»
Di nuovo, Draco
scosse la testa. Si stupì di quanto ottuso potesse essere quel ragazzo. Cosa mai ci aveva visto in lui, ancora se lo
chiedeva...
«Forse siamo due
Dissennatori troppo belli e rischiavamo di rubare la scena ai nostri compagni.»
«Pensi mai a qualcosa
che non sia il tuo enorme ego, Malfoy?»
Draco alzò un
sopracciglio in un’espressione maliziosa. «Oh sì, Potter, eccome se penso ad
altro.»
«Sei così pieno
di te stesso...»
«Potrei darti
una risposta molto volgare, lo sai?»
Harry marciò
verso di lui e gli puntò un dito dritto in faccia. «Chi ti ha detto che mi
sarei vestito da Dissennatore?»
«Nessuno.»
«Non ci credo!
Devi aver avuto una soffiata da qualcuno, altrimenti non mi spiego come sia
possibile che siamo vestiti uguali!»
Quella mano
davanti al viso iniziava a dargli fastidio. «Tu hai paura dei Dissennatori.»
«Sapevi che ti
avrei notato, vestito così.»
«Ah sì?» di
nuovo quel tono malizioso.
Harry arrossì
appena e gli si impappinò la lingua mentre cercava di tirarsi indietro da
quella gaffe.
Draco alzò gli
occhi al cielo e capì che doveva essere lui a fare una mossa, o non sarebbe mai
successo niente. Spinse via quel fastidioso dito ancora puntato contro di lui,
portò le mani ai lati della testa di Harry e lo baciò.
Fu un bacio
abbastanza breve, ma di grande impatto. Quando si allontanò appena, Draco aveva
le guance in fiamme.
«Non sono uno
che prende l’iniziativa» disse a bassa voce ma con tono deciso.
Harry rimase
senza parole ancora per qualche istante, poi finalmente si svegliò da quella trance
e qualcosa cambiò nel suo sguardo.
«Io sì.»
Si fece avanti e
baciò Draco con molto più impeto di quanto avesse fatto il biondo poco prima.
Gli afferrò le spalle in una presa salda e portò poi una mano tra i suoi
capelli come per trattenerlo vicino.
Avevano entrambi
il fiato corto quando Harry cercò i suoi occhi – e vi trovò una luce nuova.
«Ti odio,
Potter.»
«Ti odio
anch’io.»