Gelosia
fraterna
-Omeostasi-
“L'omeostasi
è la tendenza naturale
al
raggiungimento di una relativa
stabilità
interna, necessaria a tutti
gli
esseri viventi, per i quali tale
stato
di equilibrio deve mantenersi
nel
tempo, anche al variare delle
condizioni
esterne”
Caldo
torrido e nemmeno una nuvola in cielo. Il sole era sorto da poco ma
già i suoi raggi avevano irrorato tutto il villaggio.
Alla
periferia un gruppo di shinobi stava controllando lo stato delle mura
di protezione, per le strade i bambini correvano chi per recarsi
all'accademia chi, i più piccoli, tiravano per le mani le loro madri
o chi si occupava di loro in direzione del nuovo parco giochi con
tante, tantissime altalene, tre scivoli, dei dondoli a forma di
animali e persino una piccola piscina.
Se
si doveva ricostruire il villaggio bisognava farlo al meglio, aveva
pensato, e perché non premurarsi un po' dei più piccoli? In fondo
un'infanzia più serena voleva dire anche una crescita più
equilibrata e tranquilla.
<<
Dai andiamo andiamo! >>
<<
Suuu Moe... non essere così lenta... >>
<<
Aspettatemi! >>
Anche
se ciò voleva dire udire il chiasso dei piccoli e dei non più tanto
piccoli già di prima mattina.
Si
affacciò alla finestra con un'aria soddisfatta: anche se apprezzava
moltissimo il silenzio, quelle grida e quelle risate non lo turbavano
affatto anzi lo rallegravano poiché volevano significare che stava
facendo un buon lavoro.
<<
Hoayo Gaara-sama >>
Lui
chiuse gli occhi e parlò con voce dolce.
<<
Non c'è bisogno di tutte queste formalità Matsu >>
<<
Ma siamo al lavoro >>
Gaara
si voltò verso di lei ed accennò un sorriso.
<<
Ma siamo soli >>
Matsuri
arrossì. Era ancora così poco abituata a quel suo comportamento.
Era
passato circa un mese dal loro primo bacio e il loro rapporto stava
diventando pian piano più stretto.
Gaara
era innamorato di Matsuri, ma la sua inesperienza e la sua timidezza
gli avevano impedito di riconoscere, fino a qualche tempo prima, i
suoi sentitemi verso l'allieva.
Ovviamente
non era cambiato il suo carattere
introverso, non ne sarebbe stato capace, tuttavia c'erano alcuni
piccoli dettagli, dei gesti apparentemente insignificanti che però
facevano sciogliere la ragazza.
Un
piccolo sorriso, il tono di voce più gentile e meno autoritario, i
modi più rilassati.
E
soprattutto l'insistenza a darsi del tu quando la situazione non
richiedeva necessariamente formalità.
<<
Wakatta Gaara >> si convinse infine << posso
aiutarti coi documenti? >>
<<
Mi farebbe molto piacere, tuttavia ti informo che nel pomeriggio
dovrai fare da supervisore, sei sicura di non volerti riposare? >>
Oh
kami. Quando era diventato così
premuroso?
<<
Tranquillo mi fa piacere stare con te >>
*
Qualche
ora più tardi, dopo un infinito numero di documenti da compilare,
missioni da consegnare e dopo essersi rifocillato con un discutibile
tonkatsu preparato da Temari, Gaara tornò nel suo ufficio.
Il
clima era decisamente più tranquillo a quell'ora poiché i piccoli
dormivano stanchi del gioco mattutino e i più grandi erano ancora
dentro l'accademia o a svolgere missioni.
C'era
un piacevole silenzio e un piacevole tepore che lo rilassavano.
La
porta del suo ufficio si aprì all'improvviso emanando un clak
molto fastidioso.
Trasalì
appena ma cercò in tutti i modi di non farlo notare continuando a
scrivere con aria apparentemente impassibile.
Eccola.
Dopo
il suo trasferimento l'Incubo era entrato facilmente in
accademia faceva parte di un team capitanato da Matsuri.
Dato
che la sua entrata non era servita a richiamare l'attenzione del suo
superiore, Sumire decise di salutare.
<<
Ciao pandino pandolino patatino >>
Gaara
alzò di scatto la testa guardando completamente sconcertato la
persona davanti a se.
<<
Ti rendi conto che stai parlando al Kazekage? >>
Di
solito non sottolineava il suo rango, ma è anche vero che di solito
i suoi ninja gli mostravano molto più rispetto.
<<
Gaa, ne abbiamo già parlato: fino ad un mese fa facevamo colazione
insieme mangiando biscotti con le gocce di cioccolato e per tanto
così... >> mise il pollice e l'indice della sua mano sinistra
perfettamente in parallelo << ...non abbiamo condiviso lo
stesso letto >>
A
quella frase il rosso avvertì un leggero disagio e questo si avvertì
nel suo tono di voce.
<<
Si... ma adesso tu sei una genin del mio villaggio >>
<<
Non ti sembrerebbe troppo strano, quasi ridicolo, se passassi dal
“ciao panda-chan” a... >>
In
quel preciso istante uno dei consiglieri bussò ed aprì la porta,
contemporaneamente Sumire si mise sull'attenti in una impeccabile
posa militare e continuò la frase con un tono di voce perfettamente
accademico.
<<
… Kazekage-sama sono qui per sapere se avete missioni per me
quest'oggi >> Con leggiadria si voltò verso il consigliere e
fece un inchino in segno di saluto << I miei saluti Okuro-sama
>>
Gaara
assottigliò appena lo sguardo.
Che
irritantissima, fastidiossissima ed antipaticissima ruffiana.
<<
Hai una missione di livello D >> disse porgendole il rotolo.
<<
Arigatou Kazekage-sama. Devo chiudere la porta quando esco?
>>
<<
Hai... >>
Lei
si inchinò nuovamente di fronte ai due uomini e si diresse verso
l'uscita.
Una
volta fuori dalla vista del consigliere fece una linguaccia al
Kazekage e chiuse velocemente la porta.
<<
Ruffiana... >> mormorò tra se e se.
<<
Come prego? >> il consigliere, che intanto stava elencando
alcuni punti all'ordine del giorno, lo guardò confuso.
<<
Niente niente, continuate pure >>
*
A
Sumire era stata affidata una tra le più noiose missioni di livello
D: raccogliere la spazzatura.
Era
una di quelle missioni che il Kazekage si riservava di affibbiare
solo ai genin più inesperti ed arroganti, ma nel suo caso si
trattava proprio di vendetta.
E
in fondo in fondo se l'era cercata.
Munita
solo di un sacchetto nero e di un bastone andava raccattando la
sporcizia delle strade che con tutto quel caldo non emanavano proprio
un profumo gradevolissimo.
<<
Come procede Sumy? >>
Con
la coda dell'occhio la ragazza vide il suo nuovo sensei che la
guardava con un'aria tra il divertito ed il comprensivo.
<<
Oh guarda sono così felice di raccogliere le cartacce e i “regalini”
degli animali... >>
Lui
ridacchiò. << Su non te la prendere... queste missioni sono
indispensabili se vuoi passare di livello. Le svolsi anch'io a suo
tempo >>
<<
Dolci ricordi immagino... >> disse lei sarcastica.
<<
Vuoi una mano? >>
<<
Iee... >>
Poco
lontano di lì udirono il vociare di alcuni ragazzi, tra questi vi
erano Mikoshi e la sorella Sari.
<<
Quella non è la ninja di Iwa? >>
<<
Si... la principessina... >>
<<
Scommetto che avrà un trattamento di favore >>
<<
Già... ha quasi finito tutte le missioni obbligatorie e questa è la
prima volta che la vedo occuparsi dei moenai
gomi!
>>
<<
Già, solo salvataggi di animali e qualche commissione. Di sicuro per
diventare chunin non dovrà nemmeno alzare un dito. Guai a spezzarsi
un'unghia! >>
Kankuro
aggrottò la fronte infastidito da quei commenti.
Certo
che i ninja del suo villaggio sapevano essere più velenosi degli
scorpioni del deserto.
Era
lì li per scattare quando il suo buonsenso prevalse, anche Sumire
fece finta di niente.
Mikoshi
d'altro canto roteò gli occhi.
Durante
il periodo dell'omiai aveva avuto modo di conoscere la ragazza e,
nonostante al tempo fosse in tutto e per tutto un'ospite illustre di
Suna, le era sembrata molto simpatica e per niente snob.
Ormai
il chiacchiericcio della sorella e delle altre ragazze lo avevano
portato ad un punto limite ed alla fine sbottò.
<<
Sari parli proprio tu che lasci il reggiseno e le tue mutande sparse
per tutto il corridoio. Tanto sei la “principessina di papà” e
nessuno ti rimprovera >>
La
chunin diventò paonazza e spalancò gli occhi puntandolo con
l'indice.
<<
Zitto Baka! >>
<<
Mamma non sa più cosa fare con te... >>
Sumire
ridacchiò sommessamente accompagnata da Kankuro che mise una mano
sul viso.
Quando
il momento di ilarità finì, il ragazzo guardò la genin ed inclinò
la testa da un lato. Adorava vederla ridere, era decisamente
più allegra da quando si era scrollata di dosso il ruolo di hime.
<<
Tra quanto finirai? >> chiese con tono dolce.
Lei
portò l'indice sul lato destro delle labbra facendo mente locale.
<<
Mi mancano più o meno tre strade >>
<<
Allora ci vediamo stasera per l'allenamento al campo A >>
<<
Posso fare una doccia prima? >>
<<
Devi farti una doccia prima. Non mi avvicinerei a te nemmeno
sotto tortura. Sembri una puzzola >> disse scherzosamente.
Lei
gonfiò le guance offesa.
<<
Quindi non mi darai nemmeno un piccolo bacio? >> disse imitando
una bambina.
Ridacchiò
<< Nemmeno per idea >>
Lei
si avvicinò con fare minaccioso allargando le braccia.
<<
Oh ... nemmeno un abbraccio? >>
Lui
rise e poi le diede le spalle agitando la mano destra.
<<
Sii puntuale. Ciao >>
<<
A dopo >> rispose lei riprendendo il suo lavoro.
***
Angolo dell'autrice.
Rieccomi gente, come già detto questo è il sequel di "Entropia" e terzo
capitolo di "Gelosia fraterna".
Contrariamente a l'altra ff che avevo postato praticamente finita,
questa ff è ancora in lavorazione dunque ci sarà la possibilità di
ritardi. Ovviamente cercherò di essere costante nell'aggiornamento però
mi sembra giusto avvertirvi.
Che ve ne pare di questo primo capitolo? Credo che a Gaara non piaccia
ma dovrà farsene una ragione.
Spero di aver fatto un buon lavoro. Grazie a tutti i lettori, sia ai
vecchi che conoscono già la serie sia alle new entry.
Un bacione a presto.
Violetta_
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