Auguri
speciali
Se Cote avesse dovuto descrivere la sua giornata, non avrebbe potuto
usare altro che aggettivi positivi e felici: tutte le persone a lei care l’avevano
inondata di auguri ed attenzioni, facendole sentire tutto il loro affetto.
Seduta nel suo salotto, circondata dai suoi amici più intimi, Cote sapeva che
anche questo compleanno poteva ritenersi una persona fortunata.
Tuttavia, era inevitabile che, ogni tanto, le cadesse l’occhio
sul suo telefonino dove nel pomeriggio aveva ricevuto la chiamata di Michael,
dove lui le faceva gli auguri nuovamente – il suo messaggio era arrivato
prontamente a mezzanotte – e le confermava che, a malincuore, non sarebbe
riuscito a passare per la sua piccola festicciola: un impegno con un talk show
lo avrebbe trattenuto fino a tarda notte. Cote aveva capito, sapendo bene che
certi impegni lavorativi vanno oltre qualsiasi piacere privato, eppure non aveva
potuto evitare di sentirsi rattristata per quell’assenza.
Verso le due di notte, gli invitati, tra baci e carezze,
iniziarono ad andarsene lasciandole il cuore colmo d’affetto e mezzo chilo di
torta che troneggiava sul tavolo nel salotto. Cote iniziò a sistemare quel caos
di bicchieri, piattini e patatine, quando lo squillo della porta la distolse
dalla sua occupazione.
Convinta che fosse qualcuno che era appena andato via,
aprì la porta senza neanche guardare chi fosse e il suo cuore perse un battito
nel vedere Michael, con il viso coperto da un regalo impacchettato, e le mani
giunte in segno di scusa.
«Michael!»
«Auguri! Perdonami, ho bucato per strada e, ovviamente,
non avevo la ruota di scorta per cui ho dovuto aspettare che me la portassero.»
le disse, scoprendosi e rivolgendole un’espressione dispiaciuta.
Cote, tanto scossa dalla sorpresa, non lo aveva ancora
neanche invitato in casa, restando ammutolita e intenta ad osservarlo.
«Mi concedi di entrare, festeggiata?» chiese Michael,
riguardando l’orologio al polso. «No, ormai non lo sei da ben due ore, ma fa lo
stesso.»
«Michael! Ma che ci fai qui? Entra, certo!» gridò poi
Cote, risvegliandosi dal suo momentaneo torpore.
«Credevi davvero che non sarei venuto alla tua festa?»
disse lui, poggiando il giubbotto sull’appendiabiti.
«Ma il talk show…»
«Avevo già detto che non sarei rimasto oltre un certo
orario. Se la ruota non mi avesse lasciato, sarei arrivato entro mezzanotte.»
Cote lo abbracciò d’istinto, avvolgendogli le braccia al
collo e chiudendo gli occhi: quello
era stato indubbiamente il regalo più bello.
«Ehi…» disse lui,
accarezzandole una guancia. «Devo dire che la mia sorpresa è riuscita.»
«Sì, molto bene, devo dire.» rispose lei ironicamente,
staccandosi e puntando gli occhi sul regalo.
«E questo?» chiese sorridendo.
«Aprilo.» rispose Michael, con tono provocatorio.
La busta era molto sottile, per cui Cote non ci mise
molto ad aprirla e a tirare fuori due biglietti. Li osservò per bene e poi
emise un grido di contentezza, riabbracciandolo nuovamente dalla gioia.
«Ma sono due biglietti per la prima del “Fantasma dell’Opera”
a Broadway!» esclamò, guardandoli incredula. «Come facevi a sapere che volevo
andarci?»
«Come avrei potuto non saperlo è la domanda corretta,
Cote. Ovviamente il tuo accompagnatore esigo di essere io.»
Cote rise, consapevole di quanto avesse parlato di quello
spettacolo e continuò a guardare i biglietti, con crescente felicità. Andarono
nel salotto, dove Michael si servì una fetta abbondante di torta e parlarono
della giornata trascorsa e del talk show appena registrato.
Quando furono le quattro, Michael si alzò, prendendo il
suo cappotto e sistemandolo sulle spalle. Cote gli si avvicinò da dietro,
avvolgendo le braccia attorno al suo busto e appoggiandosi alla sua schiena.
«Resta.»
Una sola, sussurrata richiesta uscì dalle sue labbra che
ebbe il potere di un grido nel silenzio.
Cote sapeva che lui non l’avrebbe fatto, ma non aveva
potuto impedirsi di seguire l’istinto e dire quella temuta parola.
Michael non rispose, assaporando la dolcezza di quella
prospettiva e l’impossibilità di essa.
Lei, sostenuta dal suo silenzio, si staccò e si
ricompose.
«Grazie del regalo e della visita, Michael.» concluse,
sorridendo.
Andarono insieme verso la porta e la mano di Cote era già
sulla maniglia, quando lui avvicinò e la baciò, tenendole il viso tra le mani.
Lei ricambiò il suo bacio, ma un sapore malinconico le
rendeva impossibile goderselo davvero.
«Non posso.»
Sapevano che la loro situazione non poteva continuare
così, ma per ora era necessario che il loro affetto restasse sospeso tra l’amicizia
e qualcosa di molto più forte.
Michael aprì la porta, mentre Cote lo osservava con gli
occhi lucidi, appoggiata allo stipite della porta.
Osservandola, lui rivide la medesima espressione di
smarrimento che le aveva visto una volta, mentre recitavano NCIS e fu naturale
consolarla nello stesso modo che aveva usato nella loro serie tv.
«Aht lo leh-vahd.»
Cote sussultò, mentre un sorriso fiorì naturalmente tra
le sue labbra.
«Lo so.»
Michael salì in macchina, guardandola dal finestrino ed
immergendosi nelle strade cittadine, desideroso soltanto di fare retromarcia e
tornare da lei.
Cote chiuse la porta, tornò in salotto e finì di
sistemare il tavolo, prendendo poi i biglietti e andando a letto dove, era certa, avrebbe sognato un volto a lei
molto noto.
Fine!
Tantissimi auguri a Cote de Pablo. ♥
Ho voluto scrivere questa piccola storia in suo onore e
spero tanto che vi sia piaciuta. Come detto nelle storie precedenti, so che
Michael Weatherly è felicemente sposato, ma niente
può impedire che il mio cuore si sciolga ogni volta che sento delle loro
interviste dove parlano l’uno dell’altro. ♥
E niente, concludo. Ovviamente la citazione di NCIS è
dalla puntata 10x12 e, se qualcuno non lo sapesse, vuol dire “Non sei da sola.”
♥
Grazie a tutti,
EclipseOfHeart