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SEMPRE.
E' UNA PROMESSA. -
*
20
GIUGNO, 1901. CHICAGO, ILLINOIS.
Edward
“Signora
è un bellissimo
maschietto, eccolo qua!”
Esclama la
levatrice avvolgendo
accuratamente il piccolo in una copertina per poi consegnarlo alla
madre.
“Oh,
è bellissimo...”
Afferma questa con
tono affaticato
accogliendolo tra le sue braccia stanche.
“Mia
cara è un bambino davvero
stupendo. Hai già deciso che nome dargli?”
Esclama
Renée, amica intima della
famiglia Masen, avvicinandosi lentamente e sfiorandone la delicata
manina.
Elizabeth
raccoglie tutte le sue
forze e lo solleva leggermente guardandolo in viso.
“Edward.”
Esclama poi.
“Edward
Anthony Masen. Questo sarà
il suo nome.”
Teneramente lo
riconduce al suo
seno, dove il bimbo che appena aveva iniziato a piangere si
calmò
all'istante persuaso dal calore innato della sua mamma.
“Che
nome importante questo
piccolino.”
Disse
Renèe sorridendogli dolce.
“Il nome
del tuo papà e quello di
tuo nonno. Entrambi in cielo, ma sempre nei nostri cuori.”
Le lacrime
cominciano lente a
solcare le guance di Elizabeth, che stringe di più a se il
suo
bambino, senza fargli del male. Lacrime di dolore al ricordo del suo
defunto marito, lacrime di gioia al pensiero di suo figlio Edward
Anthony, che era sicura avrebbe onorato il nome del padre.
Una settimana
è passata da tale
miracolo della vita, dalla nascita del piccolo Edward.
*
27
GIUGNO, 1901.
Isabella
“Congratulazioni
Signora. E' una
bellissima bambina!”
Esclama la
levatrice avvolgendo
accuratamente la piccola in una copertina, per poi consegnarla alla
madre.
“Benvenuta
bambina mia.”
Afferma
Renèe con voce roca e
affaticata guardando per la prima volta il viso pacifico di sua
figlia.
“Guarda
Edward, lei è Isabella.”
Esclama Elizabeth
avvicinandosi con
il suo piccolo in braccio.
“Già,
la mia piccola Bella.”
Ripete
Renèe senza staccarle gli
occhi di dosso, occhi già pieni di lacrime gioiose.
“Mia
cara, è stupenda!”
Charlie con
rapidità si accosta al
letto dove sua moglie è distesa e tiene tra le braccia la
tanto
attesa primogenita.
Le sfiora delicato
una guancia. Ha
gli occhi lucidi, ma cerca a tutti i costi di trattenere le sue gocce
salate, così da mantenere la parte 'dell'uomo'.
“I
nostri piccoli cresceranno
insieme e si vorranno bene. Non è così cara
Elizabeth?”
Domanda
Renèe rivolgendo il suo
sguardo verso la sua amica, e le allunga una mano.
“Ma
certamente. un bene immenso.”
Risponde lei
prendendola dolcemente.
Una
presa, una promessa.
I due bambini
crescono felici,
sereni, e proprio come previsto dai rispettivi genitori, pieni di
bene l'uno per l'altra.
“Ma dai!
Lezioni di cucito? Tu?”
Edward scoppia in
una fragorosa
risata.
“Guarda
che io so cucire
benissimo!”
Replica Bella
mostrandogli la
lingua.
“E anche
cucinare. La mia
insegnate privata dice che ho del talento.”
Continua poi
voltandosi indispettita
e aumentando il passo.
“Hei ti
sei offesa? Dai
scherzavo!”
Lui la raggiunge
senza problemi e
gli si posiziona davanti cercando di guardarla in viso.
“Mi
perdoni? Mi perdoni? Mi
perdoni?”
Comincia a dire Ed
senza
interruzione.
“Uffa!
Va bene, basta però!”
Esclama alla fine
Isabella
rassegnata. Lei cedeva sempre, non riusciva mai a resistergli.
“Io
invece non appena avrò l'età
mi arruolerò nell'esercito, proprio come il mio
papà!”
Dice Edward
d'improvviso recuperando
la sua posizione al suo fianco.
Bella si gira di
scatto verso di
lui, e lo guarda con occhi tristi.
“Sul
serio?”
Domanda con tono
pieno di tristezza.
Edward annuisce.
“Sul
serio! Mio padre sarebbe
orgoglioso di me, mia madre me lo dice sempre!”
“Tua
madre non vorrebbe che tu ti
arruolassi, lo sai benissimo.”
Lo interrompe
Bella che abbassa la
testa e comincia a guardare fisso il pavimento.
“Io
tornerò vincente, e se così
non fosse morirei da eroe!”
Esclama Ed
impassibile con un
luccichio esaltato negli occhi al pensiero della gloria bellica,
la stessa che dopo
anni circondava
ancora suo padre.
“Capisco...
Quindi non ti potrò
vedere per tanto e tanto tempo...”
Non era una
supposizione, Bella lo
disse con certezza.
“Be...
Io non lo so questo.”
Edward si volta
verso di lei e nota
i suoi occhi già colmi di lacrime, si ferma e le prende
dolcemente
la mano, poi le mostra un sorriso sghembo che sapeva bene a Bella
piaceva tanto.
“Io non
ti lascerò mai. Prometto
che tornerò sempre da te!”
Afferma deciso lui
inarcando
entrambe le sopracciglia e ponendo il mignolo alla sua amica.
Lei lo guarda
stupita e rossa in
viso.
“Parli
seriamente?”
Chiede incerta.
“Certo!”
La rassicura lui.
“Davvero
davvero?”
Continua lei
ancora diffidente.
“Davvero
davvero!”
Le risponde lui
mantenendo lo stesso
tono sicuro.
“Tu
tornerai sempre da me?”
Chiede speranzosa
guardandolo dritto
in volto.
“Sempre.”
Conferma Edward
avvicinandole
maggiormente il mignolo.
Bella li sorride,
uno di quei
sorrisi radiosi che a lui piacciono tanto, poi glielo stinge.
“E' una
promessa.”
Conclude Edward
stringendo a sua
volta.
Da quel giorno
sono passati nove
anni. Oggi Edward e Isabella hanno diciassette anni .
Lui un ragazzo di
bell'aspetto,
fiducioso in se stesso, innamorato di Bella. Lei non lo sa.
Lei ragazza di
bellezza non
indifferente, perfetta donnina di casa, innamorata di Edward.
Lui non lo sa.
“Quindi
hai deciso... settimana
prossima ti arruolerai...”
Quella di lei non
era una
supposizione, proprio come anni prima si trattava di una certezza.
“Esatto.
Ho già rimandato di un
anno a causa della malattia di mia madre, ma ora che lei sta meglio
non ho più alcun motivo per rimandare oltre.”
Le risponde lui
fingendo decisione.
“Certo
è giusto.”
Afferma solamente
Bella, presa dallo
sconforto. Non osa guardarlo in viso, anche una piccola occhiata la
avrebbe fatta scoppiare in lacrime.
“Sono
felice che Elizabhet stia
meglio.”
Cambia poi
argomento provando così
ad allontanare anche i pensieri.
“Be..”
Edward non riesce
a continuare
colpito da una forte ondata improvvisa di tosse.
“Ed stai
bene?!”
Bella preoccupata
li si avvicina
sostenendolo.
“Tranquilla.
Ora va meglio.”
Afferma lui ancora
con voce roca
allontanandosi e facendo un cenno con la mano per rassicurarla.
“Domani
mi aspetta la mia festa di
'arrivederci', non posso certo star male!”
Cerca di
rassicurarla con tono
spiritoso e sorridendo.
Riesce
nell'obbiettivo e lei si
tranquillizza un po'.
“Sarà
splendida vedrai. Avrai un
bel ricordo da portare con te.”
“Ne ho
già molti.”
Afferma lui
interrompendola serio e
guardandola dritta negli occhi.
I due lentamente
si fanno più
vicini, passo dopo passo...
“Signorini!
Signorini presto!”
Kate, cameriera
personale di
Isabella, corre verso di loro con espressione sconvolta,
raggiungendoli in giardino.
“Kate
che sta succedendo?”
Bella spaventata
da quella sua
agitazione le va incontro.
“La- la
signora Elizabeth,
presto!”
Esclama infine
affannosamente.
Edward spalanca
gli occhi e senza
attendere altre informazioni si precipita dalla madre.
Bella lo segue
istintivamente fino a
giungere alla stanza da letto nella quale Elizabeth è ospite
in
questo periodo di malattia.
Quando i ragazzi
aprono la porta
Renèe è già li, poggiata preoccupata
alla finestra, mentre un
dottore visita con sguardo rassegnato la donna.
“Dottore!
Dottore! Che ha mia
madre?!”
Edward si
precipita vicino ad essa
accorgendosi che sua madre è senza sensi, in delirio per la
febbre,
in preda ad attacchi convulsi di tosse.
“Tua
madre è affetta da influenza
spagnola figliolo. I polmoni sono già pieni di
sangue.
Dobbiamo portarla
immediatamente in
ospedale.”
Afferma il medico
sollevandola tra
le sue braccia non curante della malattia.
Edward in quel
momento tossisce
nuovamente attirando la sua attenzione.
“Da
quanto hai quella tosse
ragazzo?”
Domanda con
espressione preoccupata.
“Da
poco...”
Edward viene
prontamente interrotto
da Bella.
“Non
è vero, è da giorni che ce
l'ha!”
“Devi
venire con me.”
Non ha bisogno di
ripeterlo un'altra
volta, Ed lo avrebbe seguito anche senza una sua richiesta pur di
stare accanto alla mamma.
Bella e sua madre
rimasero in casa
per quel pomeriggio, disinfettando su consiglio del medico la stanza,
indossando mascherine per non rischiare ulteriormente di riscontrare
il virus.
Solo Bella
però sembrava essersi
accorta di un particolare. Lui, quell'uomo dagli occhi color
dell'oro, l'aveva presa in braccio senza niente in viso, senza
minimamente pensare alla possibilità di contagio.
Come era possibile?
Il giorno seguente
anch'esse si
recarono in ospedale, una volta arrivate non ricevettero
però
nessuna buona notizia...
“Oh
eccolo il Dottor Cullen!”
Esclama
Renèe correndogli in contro
seguita a ruota da Bella che intanto con lo sguardo cerca il suo
Edward aspettandosi di trovarlo seduto in attesa. Ma non
c'è, da
nessuna parte.
“Signora,
purtroppo non ho buone
notizie.”
Bastarono queste
parole per far
scoppiare in lacrime Renèe che si prese il viso tra le mani
sconvolta.
Elizabeth era
morta durante la
notte. Non ce l'aveva fatta.
“Edward!
Dov'è Edward?”
Chiede Bella
cercando di
trattenersi, stringendo forte i pugni.
L'espressione del
medico non cambia.
“E' in
condizioni disperate. Non
supererà la notte.”
Afferma poggiando
delicato la mano
sulla spalla della ragazza, un tocco gelido.
Una intensa e
dolorosa fitta le
trafisse il cuore, come mille lame insieme.
Il pianto di
Renèe aumenta a quelle
parole e si accascia su una panca alle sue spalle.
Cerca di
abbracciare sua figlia ma
viene dolcemente respinta con un sorriso forzato, poi si volta
nuovamente verso il dottor Cullen.
“Voglio
vederlo.”
Afferma
guardandolo fisso e decisa.
Gli occhi lucidi.
Il medico non
replica e fa cenno
alla ragazza di seguirlo.
“Torno
subito mamma.”
Intanto un
infermiera le si avvicina
per sostenerla, e Bella si incammina.
Arrivati davanti
alla stanza prima
che il dottore possa aprire la porta lei lo ferma, sorprendendolo
con delle parole
inaspettate.
“Per
favore lo salvi.”
Afferma
estremamente sicura di se.
Le lacrime cominciano a solcarle le guance.
“Come
solo lei può
fare.”
Conclude
poi
mordendosi il labbro inferiore.
Il
dottor
Cullen non parla è in silenzio e riflette su tale richiesta,
una
richiesta a cui solo lui può dare significato.
“Vuoi
'salutarlo'?”
Le
domanda
senza aggiungere altro.
Bella
annuisce
sorridendo.
Entra
nella
stanza. Edward è sofferente nel letto, trepidante dalla
febbre, si
agita nel letto sudato.
Gli
si avvicina
con cautela, nel frattempo il dottore entra chiudendosi la porta alle
spalle.
Lei
gli prende
una mano e gliela stringe forte.
“Edward
vedrai starai .. bene..”
Ormai
è
impossibile trattenere le lacrime, la sofferenza è troppa.
Lo
accarezza in
volto senza lasciare la presa.
“S-Sappi
che ti amo più della mia stessa vita,
ti amo da sempre e
per sempre ti amerò.”
Dicendo
ciò il
suo mignolo stringe delicato quello del ragazzo delirante.
“E'..
è, una Promessa.”
A
quelle parole
gli pare di sentir stringere anche da parte sua, come per dare
conferma.
Lo
bacia in
fronte bollente al tatto, un'ultima carezza al sua amato, un ultimo
sguardo.
“Abbia
cura
di lui.”
Afferma
poi
rivolgendosi al dottor Cullen.
“Lui
è...”
Bella
si
interrompe per i singhiozzi e cerca di recuperare un po' di quella
poca forza rimastagli.
“Speciale.
Proprio come lei.”
Detto
ciò si
avvia fuori dalla stanza dando ancora un'occhiata al medico, che
impercettibilmente annuisce alla sua richiesta.
“E
così
sarà.”
Sussurra
una
volta rimasto solo. Poi si avvicina al ragazzo e si accosta al suo
orecchio...
Sono
ormai
passati sette anni. Bella ne compierà esattamente tra una
settimana
venti quattro ,
oggi
è il
venti giugno.
Lei
e i suoi
genitori come accadeva ormai regolarmente in quegli ultimi anni si
recano al cimitero per fare tanti auguri al loro caro Edward, il cui
corpo non è presente nella bara perché nella
confusione di quella
pandemia, che colpì il paese tra il 1918 e il 1919 causando
più di
cinquanta milioni di morti nel mondo, venne tragicamente 'perduto'.
Solo
Bella, sa che non è stato così, solo lei sa che
chissà dove e
chissà come lui vive,
e
soprattutto sa che Edward Anthony Masen Cullen vivrà
sempre nel suo cuore.
Perché...
“E'
una promessa Bella. Sempre.
Io sarò Sempre qui.”
Ciao a
tutti! Eccovi un'altra One-Shot uscita dalla mia testa sempre
più
bacata!
Ieri
sera
mi è venuta un'improvvisa ispirazione e ho cominciato a
scrivere,
be, questo è il risultato di una notte insonne... hihihi!
Devo
confessarvi che mi sono rattristata da sola mentre la scrivevo...
Comunque spero possa piacere, e perchè no, far provare anche
una
piccola emozioncina!
Mi
raccomando fatemelo sapere!
Bacioni!
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