Angolo di Paradiso

di lapoetastra
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Giochiamo ad acchiapparci, correndo senza una meta, con il vento che ci scompiglia i capelli e la sabbia che ci solletica le piante dei piedi nudi.
Il Sole assiste muto ai nostri capitomboli coadiuvati da risate a crepapelle, intrecciate al suono assordante dei mitra, che in mano a ragazzi poco pił grandi di noi stanno seminando morte e distruzione in quella che, nonostante tutto, per chissą quale motivo, continuiamo a chiamare patria.
In quella che, nonostante tutti, continuiamo a chiamare casa.
La guerra non ci sfiora, ora, come il ricordo di un incubo č spazzato via dall'abbraccio rassicurante del nuovo giorno.
Gli uomini si costruiscono da soli le loro gabbie.
Noi, invece, ci siamo costruiti la libertą, in questo sprazzo arido di sabbia e sogni infranti, che nonostante tutto continuiamo a chiamare il nostro piccolo angolo di Paradiso.
Facciamo la lotta, ci avvinghiamo come due amanti in preda alla passione nella sabbia immobile, rotolando uno sopra l'altro.
Ci fermiamo all'unisono, e la vediamo.
C'č una mina, a qualche centimetro dalle nostre teste.
Sarebbe bastato cadere poco pił in lą, ed il nostro Paradiso sarebbe divenuto il nostro Inferno, velocemente come un pensiero.
Immobili, ci guardiamo negli occhi, dilatati dalla medesima paura.
Quando ci rialziamo, semplicemente, scoppiamo a ridere.
E ricominciamo a correre, come se nulla fosse, inseguendoci, spensierati, e felici.
Nonostante tutto.
Dicono che la fortuna sia dei pazzi e dei bambini.
Oggi, noi siamo entrambi.




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