L. A. Confidential
Confidenzialmente Levi Ackerman tutto ciò che resta...
Attenzione!!! Questa one shot contiene uno SPOILER ENORME per chi non legge
le scan del manga!
Lettore avvisato lettore salvato!
Era tutto finito eppure Levi non riusciva a goderne né tanto meno
ad essere felice.
Ma lo era mai stato in vita sua?
Quel giorno non riusciva a ricordarselo.
La felicità era un sentimento che preferiva ignorare. Era troppo effimero e poi,
dopo, faceva troppo male.
In quel preciso momento si sentiva più vuoto che leggero.
Ora che cosa ne sarebbe stato di lui?
Ma gli interessava veramente il suo futuro?
Seduto osservava l’orizzonte e non riusciva a capire che cosa gli si agitasse
dentro.
Poco lontano da lì, tutti stavano facendo festa mentre lui aveva cercato come
sempre la solitudine, nell’abbraccio discreto della natura.
Questa volta ancora più di sempre si sentiva fuori posto, distante, disturbato
dalla gente e dal suo chiasso inopportuno, volgare e fastidiosamente felice.
Lui non aveva proprio niente da celebrare.
In quel momento di gloria, così epico e così importante per l’umanità, malgrado
fosse ancora arrabbiato con lui, non poté fare a meno di pensare ad Erwin. Il suo grande sogno si era appena
avverato, ma lui non c’era e non avrebbe potuto gioirne, né ora, né mai.
Dopo una vita votata alla causa e dopo aver rinunciato perfino all’amore,
lasciando l’unica donna che avesse mai amato, ad un altro, non aveva neppure
avuto la consolazione di esultare della vittoria finale del genere umano.
Che il mondo fosse ingiusto e la vita facesse schifo lo aveva sempre saputo,
sperimentandolo in prima persona sulla sua stessa pelle, ma ora più di sempre
era amareggiato, furioso e sdegnato.
Sembrava tutto inutile, tutto senza senso.
Ad Erwin, il suo Comandante e unico vero amico era rimasto fedele fino alla
fine. Aveva fatto ciò che gli aveva chiesto, anche se andava contro ogni fibra
del suo essere e sebbene non lo capisse neppure adesso, gli aveva ubbidito come
sempre. Nessuno avrebbe mai potuto sapere che avesse realmente significato per
lui e quello che gli era costato accettare quella scelta.
Solo ora si ritrovava a fare i conti con una mancanza che era ancora troppo
viva e dolorosa. Una mancanza che toglieva il senso e la gioia alla vittoria,
una mancanza che non sarebbe mai più stata colmata da niente.
Che cosa lo legasse ad Erwin era un segreto che custodiva gelosamente e non
avrebbe mai condiviso con nessuno. Era una cosa troppo importante per darla in
pasto agli altri, a chi non avrebbe mai potuto comprendere la sua totale
devozione.
Nel corso degli anni, da quando il Comandante lo aveva scelto, attirandolo nel
Corpo di Ricerca con un fine stratagemma, a dispetto dei dubbi di molti, Levi
era diventato un grande soldato. Lo aveva sgrezzato fino ad elevarlo al ruolo
di ufficiale prima e di suo braccio destro dopo. Nel corso degli anni in tanti
avevano fatto speculazioni sul loro rapporto, alcune delle quali veramente orribili.
C’era chi li disprezzava e li considerava due pazzi visionari, due esaltati che
si erano trovati e dati man forte. Due sadici a cui non importava niente di
nessuno, che senza neppure battere ciglio, per una loro insana mania di
grandezza, mandavano al macello legioni di adolescenti, in nome di un ideale
utopico che secondo molti, celava solo la loro sfrenata ambizione.
C’era chi addirittura s’era spinto oltre ogni logica e pudore ed era arrivato
ad insinuare che fossero amanti. Una cosa così lontana da loro che, quando
l’avevano scoperta, non era neppure riuscita ad indignarli. Levi, quando aveva
sentito quella assurdità aveva semplicemente sputato in terra, Erwin invece
aveva abbozzato l’ombra di un sorriso divertito.
«Che cazzo ci sarà mai da ridere…» aveva sentenziato nel suo stile aulico il
capitano.
«Devo spiegartelo?».
Levi lo aveva guardato di traverso e tutto era finito lì. Non avevano tempo per
quelle sciocchezze, dalle loro decisioni dipendeva la vita di un sacco di gente,
oltre che il futuro dell’umanità.
«Che pensino un po’ quello che vogliono, si fottano pure, a dirti il vero non
me ne importa un cazzo!» e l’argomento era morto lì, con l’ultimo sproloquio
stizzito del solito Levi.
Chissà perché ci ripensava proprio adesso, forse perché nessuno poteva capire
che cosa avesse rappresentato quell’uomo per lui.
Si sarebbe dato fuoco se solo glielo avesse chiesto. Erwin era l’unica persona,
da quando era nato, oltre sua madre, che lo aveva rispettato come essere umano.
Lo aveva trattato da suo pari, fin da subito, nonostante fosse un graduato e
lui un delinquente che viveva nel Ghetto, in mezzo all’immondizia. Gli aveva
teso la mano, lo aveva guardato dritto negli occhi e senza fargli sconti gli
aveva regalato una possibilità di scelta.
Un lusso che in tutta la sua vita, fino a quel giorno, non aveva mai avuto.
Quelli come lui avevano il destino già scritto fin da quando venivano al mondo,
invece Erwin aveva rimescolato le carte in tavola. Era stato onesto e non aveva
cercato di comprarlo con le lusinghe, né l’aveva ricattato moralmente. Lo aveva
invece subito inquadrato e aveva visto l’uomo che si celava dietro il cinismo e
la violenza, figlia del degrado e della voglia di svincolarsi da quella fogna,
oltre che frutto della sopravvivenza. Lo aveva semplicemente messo davanti al
suo reale valore, gli aveva detto che per la sua causa aveva bisogno di gente come
lui, offrendogli una possibilità di riscatto, un modo pulito e nobile per usare
il suo talento efferato. Gli aveva offerto la dignità.
Senza ombra di dubbio era stato il suo salvatore, colui che lo aveva elevato
dal fango del Ghetto e gli aveva permesso di essere un soldato, un uomo d’onore
e degno di rispetto.
Era più di un fratello per lui, era la sua famiglia, il suo punto di
riferimento, la sua guida e il suo mentore, era tutto ciò che gli restava di
un’esistenza nata ai margini, fatta di violenze, inganni e sopraffazione. Erwin
e l’esercito erano la sua vita, il suo scopo. Ma ora il suo amico era morto e lui,
dopo l’ultima battaglia, aveva espletato il suo compito di capitano.
Quel giorno di festa tutto il suo mondo era finito.
Il suo sguardo pareva vuoto, assente, invece Levi stava solo osservando il mare
davanti a sé. Una distesa d’acqua di cui non si vedeva la fine. Guardava la
risacca che placida, sembrava sfiorare timidamente la sabbia lambendogli appena
la punta degli stivali, ritirandosi subito, come fosse una carezza furtiva.
L’aria gli solleticava appena le narici, un odore salato ma gradevole.
Lì c’era silenzio, interrotto solo dal frusciare discreto delle onde.
Davanti a quel bacino immenso in cui si specchiava il sole, si sentiva
impotente, inutile, così come si era sentito dopo la morte di Erwin, solo che allora
non c’era stato neanche il tempo di poter soffrire.
La guerra è così, si mangia anche il dolore, te lo strappa via dal cuore prima
che tu possa crogiolartici dentro. Non c’era stato neppure il modo di
seppellirlo, così non ci sarebbe mai stata una tomba su cui andare a sanguinare
un po’.
Aveva fatto la fine di tanti dei suoi ragazzi. Morto sul campo e lì abbandonato,
come uno straccio vecchio, o un’arma rotta.
Erwin forse era già morto da tempo, da quando aveva perso il braccio. Da lì
tutto era cambiato e sceso in una china senza fine, che si era conclusa con il
suo sacrificio.
Guardando il mare Levi si sentì infinitamente solo.
Gli mancava il suo punto fermo, colui che l’aveva accettato per ciò che era e
aveva visto ciò che avrebbe potuto essere. Anche se gli faceva male come una
ferita ricoperta di sale, sapeva in cuor suo, che l’unico modo per onorare la
memoria di Erwin era andare avanti, ed essere l’uomo che lui l’aveva aiutato a
diventare.
Ancora una volta Levi si ritrovò a dar retta al suo Comandante e ad aggrapparsi
alla mano che gli aveva teso il suo unico vero amico, una scelta che non aveva
mai rimpianto e che neppure adesso, nonostante tutto, avrebbe rinnegato, perché
quella scelta era tutto ciò gli restava del suo più grande e prezioso amico.
ツ
L’angolo della scrivente…
Buonsalve gente!
Dunque questa OS, che tratta il tema dell’amicizia era in programma come uno
dei punti cardinale della raccolta. Ovviamente quando la raccolta è nata mai e
poi mai avrei immaginato che il manga andasse in questa (disgraziata) direzione,
quindi diciamo che è stata una scelta obbligata dagli eventi, anche se sempre
Erwin sarebbe stato il protagonista di questa riflessione sulla loro amicizia
perché il legame amicale tra Levi ed Erwin è un punto molto importante di tutta
la storia che volevo affrontare.
Non so dirvi che cosa provo al momento, perché la dipartita del comandante
Smith è una cosa che mi ha fatto disamorare di SNK.
Inutile stare qui a menarla a tutti voi, ma per la sottoscritta è stato un
colpo troppo basso che non riesco ancora a digerire.
Specifico che sono completamente fuori dalle dinamiche Eruri, Ereri e dallo
yaoi, che è una cosa che nel mio mondo non esiste neppure, nel senso che mi
interessa meno di zero, ma amavo Erwin e la sua grande amicizia con Levi, senza
dubbio era una delle cose più belle tra due dei miei personaggi preferiti.
Non so se ho reso giustizia ad Erwin, non era neppure quello il mio reale
intento, ma volevo dire come vedo io il rapporto che lega in modo profondo Levi
a lui.
Credo molto nell’amicizia e ho cercato di riportare questo valore tra le mie
parole, dicendo in realtà molto poco, ma non mi andava di fare niente né di
troppo tragico, né di troppo approfondito.
La scena in cui si colloca questa storia è ambientata al famoso mare che tutti
vogliono vedere (tranne Levi credo, per questo ce l’ho piazzato), in una ipotetica
fine della storia (a modo mio) in cui i giganti sono sconfitti e Levi è
sopravvissuto insieme a chi, decidetelo voi, in questa storia mi interessava
solo di Levi ed Erwin non come coppia (ovviamente) ma come amici VERI e mi interessava l’introspezione di Levi e dei
suoi sentimenti verso il Comandante. Spero abbiate apprezzato, ma accetto anche
critiche senza problemi.
Bene credo sia tutto, almeno per ora, quindi vi saluto e ringrazio chiunque
abbia letto fin qui! Così come ringrazio chi segue legge e recensisce e chi ha
messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite :)
Siamo quasi alla fine della raccolta, un bacio a tutti e alla prossima volta!
PS Note tecniche. Non ho tempo per rileggere sennò finirei per postare ogni 6
mesi, spero non ci siano troppi errori, in caso chiedo anticipatamente scusa a
tutti i lettori!
Disclaimer
Questa storia
non è stata scritta a scopo di lucro.
Levi ed Erwin (purtroppo) non mi appartengono, ma sono proprietà di Hajime
Isayama.
Invece le varie trame di questa raccolta, così come i personaggi originali e
qualsiasi altra cosa inventata dalla sottoscritta, sono proprietà dell'autrice
cioè me :)
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