Buongiorno
fanciulle!
Piccola shot senza nessuna pretesa. Potrebbe essere la genesi di una
Bethyl, così giusto per darle un significato! XD
Sapete che per me ogni scusa è buona per scrivere su di
loro! XDDD
Per cui, il dopo, siete libere di immaginarlo come più vi
piace, io vi ho dato solo l'incipit!
Baci
Serena
Daryl
si domanda per l'ennesima volta il perchè tutti quanti
abbiano
deciso che il ruolo di baby sitter gli si addica così tanto,
quando si tratta di quella mocciosa.
Solo
perchè le ha salvato il culo una volta, questo non fa di lui
il suo maledetto angelo custode, no?
Eppure, pare
proprio che tutti, Rick compreso, la pensino più al
sicuro con lui, che non con uno qualsiasi degli altri presenti
alla prigione.
Quindi,
eccolo che si ritrova davanti alla prospettiva di dover passare
un altro pomeriggio in sua compagnia. Vorrebbe piuttosto farsi
masticare da un vagante, sul serio, perchè non ha
assolutamente
niente a che spartire con lei, e se alla fine ha ceduto, è
stato
solo perchè Rick glielo ha chiesto come favore personale.
- Posso
mettere un pò di musica se la trovo?
Sicuramente,
nel silenzio che regna tra di loro, la mocciosa ci sente
tutta l'impazienza e il fastidio che quella cazzo di situazione gli
provoca.
- Se proprio
devi.
Non ha
finito nemmeno di risponderle, che si mette subito a rovistare
nel cruscotto, alla ricerca di un porta cd che per sua enorme sfiga,
trova. Con la coda dell'occhio la vede sceglierne uno e infilarlo
nell'autoradio della berlina su cui stanno viaggiando. Smanetta un
pò con i vari tasti, ma nessun suono esce dagli altoparlanti.
- Mi sa che
è rotta. Peccato.
Lei
è delusa, lui esulta. Ha già un mal di testa
epico,
la musica probabilmente lo avrebbe portato a livelli devastanti.
- Senti...
posso farti una domanda?
Eh no,
cazzo! Allora era meglio la musica! Proprio di parlare con lei
non ne ha voglia! Ha il bruttissimo vizio di dire tutto quello che le
passa per l'anticamente del cervello, senza filtri. Lo sa,
perchè ogni tanto,
in mensa, la sente chiacchierare con gli altri, mentre lui nel suo
angolo più lontano, se ne sta chiuso nel silenzio che tanto
gli
piace avere intorno.
- No.
Non gliene
frega un cazzo di trattarla di merda, perchè è
stato costretto a farle da baby-sitter, non è certo stata
una
sua scelta condividere quel pomeriggio con lei.
-
Bè, credo che il tuo no, valga già come risposta
a quello che ti volevo chiedere.
Oh, Cristo,
ti prego, fà che non si metta a piangere! Quello non
l'aveva nemmeno preso in considerazione. Sta digrignando i
denti,
adesso, perchè c'è una parte del suo cervello che
gli sta
dicendo che se la farà piangere, ci sono buone
probabilità che lo dica alla sorella quando torneranno alla
prigione, e che lei lo dirà a Rick.
Se le
immagina già le menate di Rick: "Daryl, ma che cosa ti
costa essere un pò gentile con lei? E' solo una ragazzina,
in
fondo! E poi mica ti sto chiedendo di diventare il suo migliore amico,
no?".
Stringe
più forte le mani sul volante e si fa violenza da solo.
- Okay,
okay. Fammi questa cazzo di domanda.
Certo non
deve sembrare molto convinto, ma che cavolo, che prenda quello che
viene e si accontenti, eh?
- Ecco... ce
l'hai con me perchè mi consideri solo una
seccatura... o ce l'hai con me, perchè sono proprio io che
ti
sto sulle palle?
Oh, Dio! E'
anche peggio di quello che aveva immaginato! Siamo a questi livelli?
- Non voglio
gente intorno.
Liquida la
faccenda così, in fondo l'avrà notato, no, che
alla prigione se ne sta sempre per gli affari suoi.
- Non
è vero. Perchè con Rick, con Carol, con Glenn, e
anche un pò con mia sorella, invece ci parli.
Cristo
Santo, queste sono cose da mocciosi, sul serio!
- Scusa, ma
quanti cazzo di anni hai, esattamente?
- Diciotto,
e se ne fai una questione di età, non credo che tu
ne dimostri molti più di me, per come ti comporti in
generale.
Le lancia
un'occhiata che dovrebbe avere il potere di azzittirla, ma
pare proprio che oggi sia la sua giornata fortunata, quella in cui la
ragazzina ha deciso di essere immune da qualsiasi paura, anche quella
di farlo incazzare il doppio di come già lo è di
solito.
- Allora,
facciamo che non mi piace avere intorno le diciottenni, okay?
- Sei
proprio uno stronzo, Daryl Dixon.
Lo guarda
che vorrebbe incenerirlo, peccato che ci sia un velo di
lacrime che le appanna gli occhi e che, maledetta ragazzina, gli
provoca una stretta allo stomaco comunque!
- Lo prendo
come un complimento.
In ogni caso
vuole avere l'ultima parola, non esiste che sia lei a chiudere quella
cazzo di conversazione tra loro.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Spera
vivamente che il gruppo di vaganti che li sta costringendo a
rimanere chiusi in quel cazzo di minimarket, si diriga poi verso la
prigione, e che per primo faccia fuori Rick, che l'ha messo
fondamentalmente nel casino in cui si trova.
- Pensi che
se ne andranno?
- Ti ho
già detto che non lo so! Mi vedi con una cazzo di sfera di
cristallo in mano?
Lui
è seduto per terra, appoggiato ad uno scaffale della corsia,
lei a quello opposto, così sono uno di fronte all'altro.
-
Così, almeno, ci penserai due volte prima di farti venire di
nuovo l'idea di voler uscire fuori.
Lei gli
lancia un'occhiata come quella di prima, ma stavolta a velarle gli
occhi è la paura.
- Sei
proprio un grandissimo stronzo.
- Me ne
frego di quello che pensi, ragazzina.
La vede
alzarsi in piedi, e vorrebbe dirle di non fare altri casini, ma poi
pensa che già che deve imparare la lezione, che lo faccia
fino
in fondo. Solo che non va molto lontano, si siede semplicemente alla
fine della corsia, più distante da lui di un paio di metri.
Come se da
lì, non potesse sentire quanto gli sta sulle palle
l'essere finito in quella situazione di merda proprio con lei!
Riporta lo
sguardo sullo specchio che mostra l'ingresso del minimarket,
ora sbarrato con il frigorifero delle bibite che ci ha trascinato
contro, e ci vede ancora un mucchio di vaganti fuori, che si trascinano
in quella loro maniera così merdosa.
Stringe
più forte le mani sulla balestra, piazzata tra le sue
gambe, e vorrebbe avere una riserva di frecce infinite, per farli fuori
tutti e potersene andare.
- Comunque,
se ce la faremo, stai sicuro che non dovrai più sopportarmi.
- Ecco,
brava, vai a piangere da papino, almeno la capiranno che...
Un pacco di
biscotti lo colpisce dritto in testa, facendolo sobbalzare.
- Ma che
cazzo fai?
Stavolta
riesce ad evitare per un soffio la lattina di Seven-up che
stava per colpirlo sempre in faccia, rischiando di fargli male
seriamente.
- Ti parlo
nell'unica lingua che conosci, stronzo.
La vede
arraffare una confezione di olio motore, che trasforma in un
nuovo proiettile! Solo che fa un cazzo di rumore ogni volta che
colpisce lo scaffale dietro di lui, per cui è costretto ad
agire
in fretta.
Praticamente
si lancia su di lei con uno scatto che nemmeno lui pensava
di poter fare, e le blocca la mano che stava già prendendo
una
nuova confezione.
- Vedi di
darci un taglio, okay? Perchè se no, ti parlo
sì nella mia lingua, e non credo che la cosa
potrà
piacerti molto.
La sta
fissando negli occhi, perchè capisca bene che è
maledettamente serio. Non si farà mangiare vivo da quegli
stronzi là fuori, per dei fottuti capricci.
- Lasciami
andare.
Non
è convinto che abbia capito bene il concetto,
perchè
ancora non ha mollato la confezione che ha preso, così le
stringe un pò di più il polso.
- E tu
piantala di fare la mocciosa, se non vuoi essere trattata come tale.
- Vaffanculo.
Lascia
andare la confezione e lui le molla il polso. Però
siccome non si fida di lei, più di quanto si fidasse prima
di
quella scenata, le si siede accanto.
- Te ne puoi
pure tornare da dove sei venuto.
La ignora,
perchè non si farà trascinare di nuovo in una
discussione con lei.
- Se no a
stronzilandia, si preoccuperanno per te.
Fissa la
scatola di liquido per il radiatore che ha di fronte e si dice che deve
resistere, deve tenere la bocca chiusa, così lei la
pianterà.
- Si
chiederanno che fine avrà fatto il loro primo cittadino,
colui che detiene il primato di stronzaggine planetaria, la massima
autorità in fatto di...
- Chiudi -
quella - cazzo - di - bocca!
L'ha
sibilato fuori, cercando di mantenere un ultimo brandello di calma,
perchè se sbotta, non lo sa come andrà a finire
stavolta.
- La
verità brucia, eh, Mr. Dixon!
Non si
stanno guardando, ma è come se lo stessero facendo,
perchè entrambi sentono addosso la rabbia e la tensione
dell'altro.
- Comunque,
adesso la chiudo la bocca, perchè tanto con te è
solo fiato sprecato.
Ecco,
speriamo che lo faccia veramente, altrimenti troverà il modo
di chiudergliela lui!
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Ormai
è quasi buio, ma la situazione non è cambiata di
una virgola, sono sempre incastrati dentro quel cazzo di minimarket!
Sono ancora
seduti vicini, perchè nonostante tutto ha preferito tenerla
a portata di mano, nel caso avesse ricominciato a dare di matto,
scambiandolo di nuovo per il suo tiro a segno personale.
- Maggie e
papà saranno molto preoccupati.
La voce
della ragazzina è appena un sussurro, non pare nemmeno
rivolgersi a lui, ma semplicemente essere l'estensione di un pensiero
che la deve tormentare parecchio, adesso.
In effetti,
saranno tutti preoccupati, non solo i suoi famigliari. Sicuramente,
però, Rick starà dicendo loro di contare sul
fatto che c'è lui fuori insieme a lei, quindi ci sono
buonissime probabilità che nonostante il loro mancato
rientro, vada comunque tutto bene.
- Se ne
faranno una ragione.
E' una
risposta cinica, la sua, ma è anche la più reale:
la gente muore continuamente intorno a loro, bisogna farci l'abitudine,
punto e basta.
- Io non
sono come te.
Eccola che
ricomincia. Se gli da ancora dello stronzo, stavolta le restituisce il
complimento, poco ma sicuro.
- E un
pò ti invidio, sai? Se non me ne fregasse niente di nessuno,
eviterei di soffrire ogni volta che qualcuno muore.
Non era
quello che si aspettava di sentirsi di dire, perciò se ne
sta zitto.
- Credo che
forse, sia questo che voglio imparare più di tutto da te, a
fregarmene degli altri.
Fregarsene
degli altri, eh?
- Se ci
riuscissi, vivrei molto meglio come te, poco ma sicuro.
- E' questo,
che pensi veramente di me, ragazzina?
Non sa bene
il perchè gliel'abbia dovuto chiedere, ma adesso la risposta
la vuole sentire, eccome.
- Non
è che lo penso, lo vedo.
La vede
abbracciarsi le ginocchia, per rannicchiarsi ancora di più
su stessa, e adesso gli sembra davvero una mocciosa, ma talmente
fragile e indifesa, da riuscire a smuovergli qualcosa di troppo dentro.
- Quando sei
venuto a dirmi di Zach, non credo che te ne fregasse davvero qualcosa
di lui o di me. Dovevi semplicemente darmi la notizia, punto e basta.
Ripensa a
quel ragazzino, che forse doveva avere solo qualche anno più
di lei, e al modo in cui stavano insieme loro due.
Forse non
glielo dirà mai, ma ha pensato che fossero una cosa bella da
vedere.
- Comunque,
ognuno è fatto alla sua maniera, dopotutto. Io ho solo avuto
la sfortuna di trovarmi dalla parte sbagliata. Non ero pronta ad
affrontare tutto questo, e credo che non lo sarò mai, anche
se dovessi sopravvivere ancora a lungo.
La sente
ridacchiare, ma è un riso amaro, che gli fa torcere le
budella, tanto lo colpisce.
- Cosa che
non credo avverrà, tra l'altro. Mi spiace solo di aver
trascinato anche te, in questo casino.
Le trema la
voce sul finire, e se ci fosse abbastanza luce, forse vedrebbe spuntare
quelle lacrime che, sinceramente, si aspettava di vedere molto prima.
Ha resisisto
parecchio, in fondo, prima di abbandonarsi alla paura vera e propria.
- Rimani uno
stronzo, Daryl Dixon, ma non avrei voluto comunque farti morire per
colpa mia.
Ride e
piange nello stesso tempo, e lui si sente proprio una merda, ora.
Non sa che
fare, vorrebbe essere a mille miglia di distanza, ma invece
è inchiodato lì, accanto a quella ragazzina che
gli ha appena dimostrato quanto invece gliene freghi di lei, e
anche di tutti gli altri.
- Non
morirà proprio nessuno, ragazzina. Io e te ce ne andremo di
qui, puoi scommetterci il culo, che le cose andranno così.
Perchè
l'ultima cosa che vuole, è vedere morir proprio
lei, e per far sì che non succeda, è disposto
anche a rimetterci la sua, di vita.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Sono passate
quasi due settimane da quando lei e Daryl sono riusciti a tornare alla
prigione. A volte, ancora, non ci crede che ci siano riusciti, ma poi
le torna sempre in mente con quanta determinazione e coraggio,
l'arciere si è battuto contro i vaganti per raggiungere la
berlina che erano stati costretti a lasciare all'inizio della strada.
Se non il
suo carattere, pensa, le basterebbe almeno avere un decimo del suo
coraggio, per vivere meglio.
Ma purtroppo
non è così, lei rimane quello che è,
una ragazzina, proprio come la considera Daryl.
Come gli
aveva promesso, non l'ha più cercato, nè
infastidito in nessuna maniera. L'ha incrociato qualche volta, ma si
è limitata ad un saluto, anche piuttosto veloce, proprio per
rispettare la sua promessa.
Non
è andata a piangere da suo padre, però, come
aveva ipotizzato lui. Semplicemente, si è chiusa in se
stessa, lasciando che le giornate passessero, sperando di non dover
affrontare troppo presto la morte di qualcun'altro.
La maggior
parte del tempo, così, la trascorre nella sua cella, da cui
esce solamente per accudire Judith, quando non è
qualcun'altro ad occuparsene.
Ed
è proprio seduta sulla sua brandina, a fissare il vuoto,
quando una figura appare sulla soglia, occupandola quasi tutta.
- Ciao,
ragazzina.
Per un
attimo le sembra di vivere lo stesso momento in cui è venuto
a darle la notizia di Zach, ma poi nota che ha in mano qualcosa, e
allora tutto cambia.
- Ciao,
Daryl.
Proprio non
riesce a capire cosa ci faccia lì, soprattutto con una
pistola in mano. Per quanto possa non essergli simpatica, non crede
proprio che abbia l'intenzione di ucciderla!
- Questa
è per te.
Le mostra
bene la pistola e lei vorrebbe anche prenderla in mano, ma la
verità è che ne ha un pò paura.
- Ecco... io
non saprei usarla, a dire il vero.
Si sente
quegli occhi addosso, e come sempre, la mandano un pò in
confusione. Sembrano sapere esattamente quello che le passa per la
testa, e così si sente particolarmente... esposta, davanti a
lui. Forse è per quello, che ha sempre tirato fuori il
peggio di lei, perchè cercava il modo di non mettersi ancora
più a nudo davanti a lui.
Anche se poi
l'ha fatto, quel giorno, rivelandogli tutta la sua debolezza.
- Lo so.
E' un uomo
di poche parole, Daryl Dixon, ma gli bastano sempre per arrivare al
punto e colpire duro, se ce n'è bisogno.
- Per quello
ho intenzione di insegnarti ad usarla.
La sta
fissando dritta negli occhi, forse come non ha mai fatto prima d'ora, e
lei va ancora più in confusione, perchè quello
che ci vede dentro le sembra così... assurdo, da non
sembrarle vero, tanto che deve dare voce alla sua
incredulità.
-
Perchè?
-
Perchè di te me ne frega, ragazzina.
Il cuore le
è quasi esploso nel petto, però rimane ferma
immobile, perchè sa benissimo che l'arciere non potrebbe
sopportare un altro suo abbraccio, non dopo quello impacciato e goffo
che si sono scambiati solo un mese fa, dopo la morte di Zach.
- Grazie,
Daryl.
Spera che il
resto, cioè il fatto che si sente incredibilmente felice per
quella scoperta, lo dicano i suoi occhi, dal momento che adesso lo sta
fissando anche lei.
- Uhm...
E' con un
verso che accoglie il suo grazie, ma stavolta è diverso, lo
sente. Qualcosa è cambiato nel loro rapporto, lui
è cambiato.
- Iniziamo
domani, l'ho già detto io a tuo padre.
Ha parlato
con suo padre di lei? E quando? Come? Dove?
Ma sono
tutte domande che rimaranno senza risposta, almeno per il momento,
perchè intanto Daryl si è già
dileguato, rapido e silenzioso come è comparso.
Poco
importa, alla fine deve solo aspettare domani, e poi, forse,
potrà avere più di una risposta da quell'uomo
che, ora se ne rende conto, vuole conoscere veramente.
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