Prologo
Leggere
mi riempiva tutte quelle giornate calde di luglio passate in camera
mia, mentre i vicini sguazzavano nelle loro piscine o prendevano il
sole sulla terrazza. Per me “estate” non
è mai stato sinonimo di
“divertimento”, ma di “riposo”.
Preferivo scoprire qualche
libro piuttosto che gettarmi in una vasca d’acqua o imbrunire
la
mia pelle. Dopo un anno di scuola passato ad eseguire letture
obbligate, esercizi di matematica, analisi di opere artistiche e
studi filosofici, l’unica cosa che volevo fare era perdermi
in un
libro a mia scelta. Non ho mai sopportato leggere testi che non
catturassero la mia attenzione, specialmente quelli scolastici,
eccetto il volume di storia dell'arte.
Il
mio libro preferito era Darkness di Lily Benson,
una
bravissima scrittrice di romanzi fantasy abbastanza conosciuta in
Canada. L’avrò letto circa tre volte, nonostante
le sue duecento
pagine.
Era
esattamente il 14 luglio quando cominciai a leggerlo per la seconda
volta. Mi ricordo ancora bene quella data perché fu proprio
in quel
giorno che mia madre, Lauren, entrò in camera mia per
informarmi di
una cosa molto importante.
Stavo
sdraiata sul mio letto con i piedi incrociati mentre leggevo il
primo capitolo del libro. Poco prima di voltare una pagina, sentii
bussare alla porta.
-
Posso entrare, Ellie?
-
Sì, vieni - invitai mia madre ad entrare ed aprì
la porta. Rimase
appoggiata allo stipite e con la mano che stringeva ancora la
maniglia.
Chiusi
il libro lasciando un dito tra le due pagine che dovevo ancora
leggere per non perdere il segno e posai la mia attenzione su mia
mamma.
-
Ho parlato con tuo padre - mi disse riferendosi all’ultima
chiamata fatta con John Cole, mio papà, con espressione
seria e sospirò.
-
Che ha detto? - le chiesi curiosa, anche se avevo già
intuito la
risposta.
-
A fine agosto vai da lui - mi annunciò mamma fissandomi
negli occhi.
Disse ciò che temevo, ciò che avevo intuito.
Pregai tutti i giorni
per non trasferirmi in Inghilterra da mio padre, ma le mie preghiere
non vennero ascoltate.
-
Ti avevo chiesto di convincerlo a lasciarmi in pace –
sibilai,
delusa, riaprendo il libro che avevo tra le mani e guardai a caso le
parole stampate su quelle pagine aperte.
-
E’ tuo papà, non un estraneo - mi
ricordò lei. - E’ giusto che
tu passi del tempo anche con lui.
Odiavo
ammettere che mia mamma avesse ragione. Erano passati due anni dalla
separazione dei miei genitori e quando mio papà
trovò lavoro a
Londra, io non lo vidi più. Sapevo, comunque, che prima o
poi avrei
dovuto raggiungerlo in Inghilterra per un po’, solo che quel
giorno
non volevo arrivasse così in fretta. Per me il tempo era
davvero
volato.
-
Per quanto dovrò rimanere lì? - chiesi, impaurita
di una risposta
scioccante.
-
Un anno.
-
Cosa? - reagii con gli occhi strabuzzati e la bocca spalancata.
-
Un anno passa in fretta - cercò di consolarmi mia madre, ma
non ci
riuscì.
-
Ma io non mi sono mai mossa da qui! E i miei amici? Dove
andrò a
scuola? - sparai delle domande a raffica, preoccupata per il mio
nuovo frammento di vita che avrei dovuto cominciare a breve.
-
Papà ti ha iscritto ad un istituto d’arte ai
confini di Londra, è
una buona scuola - mi garantì mamma. Per fortuna non dovevo
cambiare
indirizzo di studi, ma ero comunque spaventata all’idea di
quel
grosso cambiamento chiamato “Inghilterra”. Non
volevo lasciare il
Canada, non l’avevo mai fatto prima d’allora.
-
E poi stai tranquilla, ti farai degli amici anche a Londra, vedrai -
continuò la donna a provare a togliermi tutte le paure che
avevo, ma
lei la faceva facile. Non sono mai stata molto brava a stringere
amicizie.
Era
da un bel po’ di tempo che i miei genitori discutevano al
telefono
su un mio possibile trasferimento temporaneo a Londra, dato che mio
padre sentiva la mia mancanza, e dopo tanto discutere mi ritrovai a
fare le valigie. Una volta arrivata nella fredda capitale inglese,
avrei conosciuto Caroline, la nuova compagna di mio padre, e avevo un
po’ paura di lei. Non sapevo che carattere avesse e cosa
fosse
disposta a fare per instaurare un bel rapporto con me.
Non
mi sentivo per niente pronta ad affrontare un lungo viaggio in aereo
e un’interminabile permanenza in Europa, ma Londra mi
aspettava ed
io dovetti raggiungerla. Cercai di portare con me tutto ciò
che mi
era più caro, oltre i vestiti.
E
venne con me anche Darkness della mia adorata Lily
Benson.
Pensai che una mastodontica lotta fra angeli e demoni avrebbe potuto
alleggerire quel viaggio in aereo e perché no, magari anche
quel
nuovo pezzo della mia nuova vita che sarebbe cominciata a momenti. Fu
così che volli leggere quel libro anche per la terza volta.
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Angolo
autrice.
Finalmente eccomi qui, cari himsters e non. Io sono
Julie Darkeh e questo che avete appena letto è il prologo
della storia più impegnativa che io abbia mai scritto fino
ad ora. Sono come voi schiava della musica degli HIM e stregata da quel
bello e dannato del cantante, il nostro Signor Valo. Ho pensato... come
sarà stata la sua carriera scolastica ai tempi del liceo? Ed
è nata questa storia.
Nel prologo non succede niente di che, ma
già dal prossimo capitolo ci saranno delle scene
interessanti. Spero che questa nuova avventura sia ricca di emozioni
soprattutto per voi e che quindi vi possa piacere. Non esitate a
scrivere un commentino!
Kisses
and heartgrams,
Julie
Darkeh.