Moonlight - Baciata dalla luna

di Julie Darkeh
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MOONLIGHT
Baciata dalla luna



Nota importante:
Originariamente la storia è nata come fanfiction su Ville Valo, frontman degli HIM, quindi il personaggio di Valentin Virtanen ha il suo aspetto e le canzoni citate nella storia sono degli HIM. I nomi cambiano per via dei contenuti delicati, ideati interamente per puro caso e non per offendere personaggi realmente esistenti.
Tutti i diritti sono riservati, quindi evitate il plagio, grazie.



Prologo



Leggere mi riempiva tutte quelle giornate calde di luglio passate in camera mia, mentre i vicini sguazzavano nelle loro piscine o prendevano il sole sulla terrazza. Per me “estate” non è mai stato sinonimo di “divertimento”, ma di “riposo”. Preferivo scoprire qualche libro piuttosto che gettarmi in una vasca d’acqua o imbrunire la mia pelle. Dopo un anno di scuola passato ad eseguire letture obbligate, esercizi di matematica, analisi di opere artistiche e studi filosofici, l’unica cosa che volevo fare era perdermi in un libro a mia scelta. Non ho mai sopportato leggere testi che non catturassero la mia attenzione, specialmente quelli scolastici, eccetto il volume di storia dell'arte.

 Il mio libro preferito era Darkness di Lily Benson, una bravissima scrittrice di romanzi fantasy abbastanza conosciuta in Canada. L’avrò letto circa tre volte, nonostante le sue duecento pagine.

Era esattamente il 14 luglio quando cominciai a leggerlo per la seconda volta. Mi ricordo ancora bene quella data perché fu proprio in quel giorno che mia madre, Lauren, entrò in camera mia per informarmi di una cosa molto importante.
 Stavo sdraiata sul mio letto con i piedi incrociati mentre leggevo il primo capitolo del libro. Poco prima di voltare una pagina, sentii bussare alla porta.

- Posso entrare, Ellie?

- Sì, vieni - invitai mia madre ad entrare ed aprì la porta. Rimase appoggiata allo stipite e con la mano che stringeva ancora la maniglia.

 Chiusi il libro lasciando un dito tra le due pagine che dovevo ancora leggere per non perdere il segno e posai la mia attenzione su mia mamma.

- Ho parlato con tuo padre - mi disse riferendosi all’ultima chiamata fatta con John Cole, mio papà, con espressione seria e sospirò.

- Che ha detto? - le chiesi curiosa, anche se avevo già intuito la risposta.

 - A fine agosto vai da lui - mi annunciò mamma fissandomi negli occhi. Disse ciò che temevo, ciò che avevo intuito. Pregai tutti i giorni per non trasferirmi in Inghilterra da mio padre, ma le mie preghiere non vennero ascoltate.

 - Ti avevo chiesto di convincerlo a lasciarmi in pace – sibilai, delusa, riaprendo il libro che avevo tra le mani e guardai a caso le parole stampate su quelle pagine aperte.

- E’ tuo papà, non un estraneo - mi ricordò lei. - E’ giusto che tu passi del tempo anche con lui.
Odiavo ammettere che mia mamma avesse ragione. Erano passati due anni dalla separazione dei miei genitori e quando mio papà trovò lavoro a Londra, io non lo vidi più. Sapevo, comunque, che prima o poi avrei dovuto raggiungerlo in Inghilterra per un po’, solo che quel giorno non volevo arrivasse così in fretta. Per me il tempo era davvero volato.

- Per quanto dovrò rimanere lì? - chiesi, impaurita di una risposta scioccante.

- Un anno.

- Cosa? - reagii con gli occhi strabuzzati e la bocca spalancata.

- Un anno passa in fretta - cercò di consolarmi mia madre, ma non ci riuscì.

- Ma io non mi sono mai mossa da qui! E i miei amici? Dove andrò a scuola? - sparai delle domande a raffica, preoccupata per il mio nuovo frammento di vita che avrei dovuto cominciare a breve.

- Papà ti ha iscritto ad un istituto d’arte ai confini di Londra, è una buona scuola - mi garantì mamma. Per fortuna non dovevo cambiare indirizzo di studi, ma ero comunque spaventata all’idea di quel grosso cambiamento chiamato “Inghilterra”. Non volevo lasciare il Canada, non l’avevo mai fatto prima d’allora.

- E poi stai tranquilla, ti farai degli amici anche a Londra, vedrai - continuò la donna a provare a togliermi tutte le paure che avevo, ma lei la faceva facile. Non sono mai stata molto brava a stringere amicizie.

Era da un bel po’ di tempo che i miei genitori discutevano al telefono su un mio possibile trasferimento temporaneo a Londra, dato che mio padre sentiva la mia mancanza, e dopo tanto discutere mi ritrovai a fare le valigie. Una volta arrivata nella fredda capitale inglese, avrei conosciuto Caroline, la nuova compagna di mio padre, e avevo un po’ paura di lei. Non sapevo che carattere avesse e cosa fosse disposta a fare per instaurare un bel rapporto con me.

Non mi sentivo per niente pronta ad affrontare un lungo viaggio in aereo e un’interminabile permanenza in Europa, ma Londra mi aspettava ed io dovetti raggiungerla. Cercai di portare con me tutto ciò che mi era più caro, oltre i vestiti.

E venne con me anche Darkness della mia adorata Lily Benson. Pensai che una mastodontica lotta fra angeli e demoni avrebbe potuto alleggerire quel viaggio in aereo e perché no, magari anche quel nuovo pezzo della mia nuova vita che sarebbe cominciata a momenti. Fu così che volli leggere quel libro anche per la terza volta.

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Angolo autrice.

Finalmente eccomi qui, cari himsters e non. Io sono Julie Darkeh e questo che avete appena letto è il prologo della storia più impegnativa che io abbia mai scritto fino ad ora. Sono come voi schiava della musica degli HIM e stregata da quel bello e dannato del cantante, il nostro Signor Valo. Ho pensato... come sarà stata la sua carriera scolastica ai tempi del liceo? Ed è nata questa storia.

Nel prologo non succede niente di che, ma già dal prossimo capitolo ci saranno delle scene interessanti. Spero che questa nuova avventura sia ricca di emozioni soprattutto per voi e che quindi vi possa piacere. Non esitate a scrivere un commentino!

Kisses and heartgrams,

Julie Darkeh.










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