Diario di Follia

di bucoschi
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Ti accorgi che stai crescendo quando guardi i tuoi genitori con occhi diversi, come si i fragili fossero loro, quelli ad avere bisogno di cure e attenzioni, che un tempo erano loro a dare a te. Il ciclo della vita permette a tutti di restituire ciò che si è ricevuto, in primis la stessa vita. La nascita rappresenta l’inizio della vita, tuttavia anche la partenza per un cammino più o meno lungo che conduce alla morte, temuta ma essenziale per dare un valore alla vita. Da quando mi sono trasferita, ho iniziato a guardare la mia famiglia da un’altra prospettiva: mia madre, che da adolescente ritenevo un pò insensibile e quasi polemica, ora mi sembra dolce, a volte triste e sempre stanca. Ai miei occhi non è più la donna forte che mi ha cresciuta, bensì una mamma fragile e trascurata, e mi stimola tenerezza. Con mio padre non ho mai avuto un grande rapporto, siamo sempre stati l’acqua e il fuoco; ha sempre spento il mio entusiasmo dinanzi a qualsiasi cosa, non mi ha mai dato quell’affetto di cui avevo bisogno, e questo col tempo ha creato una spessa lastra di ghiaccio tra noi che ci ha portato spesso ad essere quasi degli estranei. Tuttavia il vedermi crescere all’improvviso e traslocare ha ammorbidito il suo animo pieno di spigoli, e lo ha reso più apprensivo e disponibile nei miei confronti. La lontananza ha giocato la sua carta vincente.
Ci sono giorni in cui vorrei annegare in una bottiglia di Brandy. Quei giorni in cui va tutto male, in cui anche una buona intenzione viene fraintesa, o in cui ha bisogno di certezze, di qualcuno che non ha voglia di arrabbiarsi ma solo voglia di amare. E invece resti sola, aspirando una sigaretta che sembra alleggerire il peso dell’esistenza, ma che in realtà non fa che aumentare il senso di vuoto che hai dentro. Ti poni mille domande, senza risposta, senza la forza di pronunciarle ad alta voce, perché non sai quale sia il senso di questo divenire.




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